Film davvero da guardare e riguardare questo di Gianfranco Mingozzi, ascrivibile al filone “monacale”, in voga negli anni ’70, di solito puntellato di un erotismo quasi malato, gemmato un po’ dalle decamerotiche avventure amatorie di frati e donne di chiesa, e concretizzatosi in un sub-Genere completamente incentrato sulla riscoperta da una vita carica di turbe e desideri, da parte di suore dalla fede vacillante. Ma c’è qualcosa che differenzia Flavia la monaca musulmana dagli altri titoli suoi contemporanei. Innanzitutto il fatto di relegare il punto di vista erotico ad un livello decisamente secondario: non è questo il fine ultimo del film. Mingozzi mira ad accendere una pensante polemica contro l’essenza stessa della chiesa cattolica.
Costretta da un padre-padrone ad abbandonare le sue ambizioni di donna per prendere i voti, Flavia [Florinda Bolkan] si troverà a dover affrontare i suoi primi giorni di vita conventuale all’ombra del ricordo di un uomo che, in giovinezza, era riuscito a solleticare le sue prime fantasie amorose, prima di cadere sotto la spada del geloso genitore. Sballottata tra la rassegnazione ad accettare un cammino di fede che non sente suo e il desiderio a riprendere a vivere come una vera donna, Flavia entra in contatto con una consorella dalle convinzioni profondamente eretiche.
Su queste convinzioni si fonda il messaggio estremo e “contro” del film: la religione cattolica mira, e ha sempre mirato, a negare l’importanza della figura femminile. Perfettamente integrata alla società italiana del XV secolo, periodo in cui la pellicola è ambientata, il cattolicesimo si fonda sulle figure di Padre, Figlio e Spirito Santo, tre figure superiori, sì, ma tutte coniugate al maschile. Il maschilismo contro cui la consorella lotta si concretizza ancora meglio nella negazione imposta alle donne di chiesa del diritto di celebrare il rito della messa. In viaggio spirituale in Puglia, Flavia e le altre monache si trovano a dover assistere allo sbarco dei saraceni, arrivati sul suolo italico con fini bellici.
Le scene di guerra che seguono si concludono con l’incontro tra Flavia e il capo dell’esercito, un colpo di fulmine che porterà la giovane suora a conoscere l’amore [anche se fino alla fine la donna non riuscirà ad abbandonarsi completamente] e a rivestire, finalmente, all’interno di una società un ruolo apparentemente potente e paritario.
Tramite l’esercito musulmano, Flavia riesce a vendicarsi di tutti quelli che avevano cercato di negarle la sua stessa femminilità, a cominciare dal folle genitore, fino ad arrivare alle aguzzine del convento.
Flavia la monaca musulmana entrò, di certo, nella cerchia dei titoli più visionari e scioccanti per le scene, sospese tra l’erotico e l’onirico, dell’assedio del convento da parte dei soldati saraceni guidati da Flavia.
Le suore, dopo aver ingerito una pozione, si abbandonano alle pulsioni della carne, concedendosi agli invasori. Passa alla storia la sequenza in cui una delle sorelle si nasconde, nuda, all’interno della carcassa di una vacca, ma il vero pugno allo stomaco, la vera provocazione, sta nel messaggio che è forte, inequivocabile.
Il film è distribuito da CG Home Video, collana CineKult, e contiene fra gli extra, le video-interviste raccolte in Io, Monaca realizzato dalla redazione di Nocturno Cinema, con gli interventi diEleonora Giorgi, Jenny Tamburi, Jessica Moore, Joe D’Amato, Ciro Ippolito, Tony Askin, Antonio Bonifacio, Zora Kerowa e Bruno Mattei, sulle proprie esperienze all’interno del filone conventuale.
Luca Ruocco
Regia: Gianfranco Mingozzi
Con: Florinda Bolkan, Maria Casares, Claudio Cassinelli, Spiros Focas
Durata: 96’
Formato: 16:9 – 1.85:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0
Distribuzione: CG Home Video – CineKult [www.cghv.it]
Extra: Io Monaca [interviste a Eleonora Giorgi, Jenny Tamburi, Jessica Moore, Joe D’Amato, Ciro Ippolito, Tony Askin, Antonio Bonifacio, Zora Kerowa, Bruno Mattei], Trailer, Galleria foto