Tre nuove detenute stanno per essere trasportante, all’interno di una camionetta, in un carcere di massima sicurezza. Fra queste, una giovane ragazza di colore [Laura Gemser], una volta arrivata inizierà ad attirare su di sé l’ira delle guardie carcerarie e della direttrice dell’istituto, a causa dei suoi modi decisi e reazionari. Il carcere femminile, infatti, si regge su un insieme di regole non scritte, a cui tutte le detenute sono tenute a prestare attenzione. Prima fra tutte il piegarsi senza remissioni ai perversi desideri della direttrice e del suo vice, a seguire, l’accettare di buon grado che l’istituto di correzione si trasformi, nottetempo, in una sorta di bordello lesbo [dove il termine tanto di moda “torture porn” acquisterebbe tutto un altro senso], e rinunciare a qualsiasi forma di dignità per sprofondare nei violenti e arroganti abusi di potere delle guardie carcerarie [anch’esse tutte donne] e delle loro protette.
Le cose si complicano non poco quando si inizia a spargere la voce che, fra le nuove arrivate, si nasconda una reporter, infiltratasi tra le mura carcerarie per studiare da vicino abusi e soprusi perpetrati dalle forze dell’ordine e poi denunciarli a caratteri cubitali, una volta fuori.
La direttrice non impiegherà molto a riconoscere nella descrizione della possibile intrusa la povera Laura e, soprattutto, non dimostrerà nessuno scrupolo nell’intavolare un orrendo piano col fine di sbarazzarsi definitivamente della povera giornalista.
Bruno Mattei, spalleggiato dall’amico e collaboratore Claudio Fragasso, si mette alla prova sul terreno dei Woman in Prison, sottogenere assolutamente in declino nel 1982, anno di uscita di Violenza in un carcere femminile, tentando di cavalcare parallelamente anche la nomea di altri film interpretati da Laura Gemser, per la serie di Emmanuelle Nera [il film avrebbe dovuto intitolarsi, infatti, Emanuelle reportage da un carcere femminile].
Violenza in un carcere femminile asseconda tutte le regole basilari per confezionare un perfetto Woman in prison: dal sesso lesbico tra detenute alla crudeltà delle guardie, dalle esplicite sevizie alla direttrice sadica e ninfomane, alle poche figure di cuore che intrecciano legami positivi con l’eroina di turno [nel nostro caso il medico del carcere e la più anziana fra prigioniere].
Oltre a tutto questo il film include l’agghiacciante scena in cui la Gemser, rinchiusa in una cella umida e buia, viene assalita da un’orda di famelici topi dagli occhi iniettati di sangue.
Tra gli extra del dvd, anche questo è parte dei clamorosi titoli riscoperti da Goarasca per CG Home Video, interviste a cura di Nocturno a Mattei, Fragasso e Rossella Drudi, che oltre a ricostruire la storia di questo film [e del rapporto amicale e lavorativo dei due registi], svelano retroscena di Blade Violent, titolo gemello, girato in contemporanea a Violenza in un carcere femminile, per riuscire a sfruttare a budget ridotto stesso cast e medesimo set, come era d’uso nella nostra industria di Genere.
Luca Ruocco
Regia: Bruno Mattei
Con: Laura Gemser, Gabriele Tinti
Durata: 91’
Formato: 16:9 – 2.35:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0
Distribuzione: CG Home Video – CineKult
Extra: Interviste a Bruno Mattei, Claudio Fragasso e Rossella Drudi; Trailer e Galleria Foto