Unstoppable – Fuori controllo, l’ultimo film di Tony Scott, peraltro anche produttore della pellicola, costata 90 milioni di dollari, potrebbe essere giudicato come il solito esempio di cinema americano ad alta tensione. Certo, le linee guida sono quelle: il film non si scosta troppo dal suo genere, decidendo di non puntare affatto sulla trama che, anche se tratta da una storia vera (avvenuta nel 2001), non spicca per l’originalità, ma di giocare sulle reiterate scene di salvataggio con conto alla rovescia, sulla suspence, e su effetti speciali esagerati.
Il film, però, pur seguendo queste linee guida, vanta una perfetta congiunzione di tecnica registica, effetti speciali e scelta attoriale. Pur se scontata, come ci si può attendere nei “disaster movie”, la sceneggiatura è svelta, efficiente, e non sconclusionata, così da non annoiare neanche nei momenti soft del film.
In una società ferroviaria della Pennsylvania, due degli addetti, in pausa pranzo, vengono redarguiti dal loro superiore, che ordina loro di spostare immediatamente di binario il treno 777. Ferrovieri poco propensi a lavorare, i freni ad aria del treno non inseriti, e il binario non ancora scambiato, fanno da premessa al più grande disastro ferroviario della storia del cinema. Il conducente decide di scendere per effettuare lo scambio manualmente, per poi risalire a bordo. La tempistica gli darà torto, in quanto l’uomo non riuscirà a raggiungere la cabina, causando il suo libero avanzamento, a piena potenza del treno.
Viene subito dato l’allarme, e viene reso noto che il treno porta con sé alcuni vagoni trasportanti del fenolo fuso, una sostanza altamente tossica, che, se avvenisse uno schianto, potrebbe causare uno dei più grandi disastri ambientali dello stato della Pennsylvania.
Il treno avanza, e mentre le televisioni americane trasmettono in diretta le immagini della sciagura, su un altro treno, un giovane capotreno, appena assunto, Will Colson [Chris Pine], e un anziano conducente, Frank Barnes [l’eccezionale Denzel Washington], vengono informati dell’accaduto.
Saranno proprio Colson e Barnes [di cui, peraltro, ci viene offerto uno spaccato della loro vita privata] a tentare la temibile impresa, e fermare una volta per tutte il treno fuori controllo, in corsa per cento chilometri, evitando il deragliamento.
L’abilità del tanto osannato Scott sta nell’innalzare a protagonista del film un treno, che con i suoi rumori, la sua irruenza e la forza bestiale: il regista riesce a non far distogliere l’attenzione dello spettatore, che quasi gode per la fuga impazzita del treno e per il modo in cui riesce a superare di volta in volta le improvvisate tecniche di arresto messe in atto dai soccorritori.
Washington e Pine si battono metaforicamente in nome di una rivendicazione sociale e lavorativa del ruolo degli operai, troppo spesso sminuito e asservito al potere. Il film è anche denuncia sociale: dichiaratamente dalla parte dei colletti blu, per la loro praticità e il senso del dovere, in contrapposizione a una classe dirigenziale avida e poco perspicace. Operai, unitevi!
Gilda Signoretti
Regia: Tony Scott
Con: Denzel Washington, Chris Pine, Rosario Dawson
Durata: 99’