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SAW VI di Kevin Greutert

Saw VI [2009], come i precedenti capitoli della saga, non ha bisogno di essere spiegato. È ovvio che lo spettatore, per comporre i tasselli dell’intricata storia, che tende a nascondersi tra le efferate torture, debba essere già a conoscenza del contenuto dei precedenti capitoli, e che, da appassionato della saga, speri di godere, in prima fila, delle consuete scene stomachevoli.

Saw VI, però, risulta quasi sperimentale. Probabilmente Patrick Melton e Marcus Dunstan, sceneggiatori, e forse lo stesso regista, Kevin Greutert, peraltro al suo primo film, dopo aver lavorato al montaggio dei precedenti 5 capitoli, avranno pensato bene di dare una piccola scossa al film, in modo da non annoiare neanche il più appassionato sostenitore della saga.

Ma andiamo per ordine. In Saw V abbiamo assistito alla tremenda fine dell’agente Strahm, e alla consacrazione di Hoffman [Costas Mandylor] a garante delle malefatte del defunto Jigsaw. Ma Hoffman, che si prepara ad effettuare le ultime volontà dell’Enigmista, deve fare i conti con Jill, che in questo capitolo torna in scena prepotentemente, e che non ha nessuna intenzione di fare la povera vedova.

Intanto, come d’abitudine, anche qui le sequenze del film ci regalano i richiestissimi momenti macabri. Questa volta tra gli sventurati ci sono due giovani usurai, Eddie [Marty Moreau] e Simone [Tanedra Howard]. I due, rinchiusi in uno stanzone dell’orrorifico seminterrato dell’Enigmista, intontiti poiché sotto effetto di sonniferi, si sono appena risvegliati. Sono l’uno di fronte all’altro, divisi da una barriera. Di fronte a loro un tavolo con due coltelli da macellaio.

Al centro della stanza due bilance: a salvarsi sarà chi, tra i due, riuscirà a sacrificare una parte del proprio corpo, che dovrà superare in peso quella dell’avversario. Ma non è finita. Sulle loro teste lo squilibrato Jigsaw ha sistemato un macabro dispositivo, che traforerà le tempie al perdente della situazione. Vincerà Simone, che sceglie di sacrificare parte del braccio [Marty, per la cronaca, si taglia una parte di stomaco, il cui peso, però, sarà inferiore al braccio di Simone].

Avanti il prossimo. William Easton [Peter Outerbridge] è il presidente di un’impresa di assicurazioni mediche. È la seconda vittima dell’Enigmista perché reo di aver negato prestiti ai suoi clienti, che vertono in cattive condizioni di salute, privandoli perciò dell’assicurazione che avrebbe coperto le spese per le cure, e responsabile, quindi, della morte di alcuni di loro. William sarà costretto a subire varie prove, una più cruenta dell’altra, fino ad arrivare all’ultima, la più feroce. Su una sorta di giostra, a mo’ di roulette russa, in continuo movimento, sono seduti, imprigionati alle sedie, sei assistenti di William. Dei sei, soltanto due potranno salvarsi, e sarà William a decidere chi salvare.

Saw VI porta delle rivelazioni e dei colpi di scena continui [svelati attraverso una serie flash back] che aiutano il capitolo a non smorzare i toni.

Sarà svelato, ad esempio, il contenuto della busta che l’Enigmista ha lasciato in eredità alla moglie, e che tanto ci aveva lasciato sulle spine nel capitolo precedente. Jill avrà un ruolo preponderante in questo capitolo, perché deciderà di rivendicare l’autorità del marito e, soprattutto, non piegherà la testa per diventare la complice di Hoffman, divenendone automaticamente l’antagonista.

I toni si inaspriscono non appena la polizia inizia ad avere notizie sempre più precise sull’identità del nuovo, nonché terzo Enigmista, fino a scoprire che è proprio all’interno del commissariato che si nasconde. Come reagirà Hoffman non appena presagirà la scoperta?

Saw VI, a differenza degli ultimi due capitoli, torna a rientrare prepotentemente nella categoria del torture porn, dalla quale il IV e il V si era allontanati, per adottare dei toni un po’ meno feroci, ma continuativamente duri e paradossali, forse solo un tantino deboli e sbiaditi. Questa scelta, probabilmente, è dettata dall’appiattimento cui erano andati incontro i precedenti capitoli, manchevoli, forse, di quel mistero e di quella enigmaticità che aveva fatto il successo del primo Saw, e in parte anche del secondo.

In Spagna, la Commissione di classificazione dei film per la tutela dei minori istituita presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha censurato il film, invitando la Buena Vista Pictures Distribution a distribuire lo stesso presso le sale cinematografiche per soli adulti, ossia quelle a luci rosse.

Sarà pur vero che l’elemento bestiale torna con maggior irruenza a farsi spazio nella saga, ma è anche vero che di torture porn ne è, ormai, pieno il mondo, e che in fondo questo Saw VI , seppur esagerato [le torture sfiorano l’incredibile], ha dei pregi, come quello di indossare vestiti thriller più definiti, e di lasciare lo spettatore col fiato sospeso anche fuori dalle sevizie di cui siamo avvezzi. La storia si amplia, i contorni si fanno più circoscritti. Si aggiunge storia alla storia. Certo, forse aver realizzato sei capitoli è eccessivo, questo povero Enigmista, la cui fine è annunciata dal primo Saw, aspetta ben cinque capitoli prima di andarsene per davvero, e questo rende pedante e monotono il percorso della saga.

Gli attori convincono, in particolare Costas Mandylor, davvero eccellente nella parte dell’antipatico. Fa un certo effetto sentirgli dire: “Nessuno sa cosa frulla nella mente di un uomo”, nel momento in cui si accorge di essere il sospettato numero uno della polizia, e sta per andare all’attacco.

La regia di Kevin Greutert convince: è innanzitutto un buon conoscitore della saga, perché montatore dei precedenti capitoli di Saw, e riesce a fare in modo che si torni indietro, che si recuperi quell’originalità primordiale che aveva portato al grande successo, e che si allarghi il campo verso nuovi soggetti e nuove realtà.

La 01 Distribution ha preparato un’edizione in DVD e BluRay molto ben strutturata, perché all’interno dello stesso dvd, hanno ampio spazio i contenuti extra, nei quali hanno voce in capitolo gli attori del film, nonché il regista, con un divertente Dietro la macchina, più una galleria fotografica e un trailer, e, infine, quattro videoclip tratti dalle colonne sonore del fim.

Gilda Signoretti

Regia: Kevin Greutert

Con: Tobin Bell, Costas Mandylor, Betsy Russel

Durata: 90’

Formato: 16:9 1.85:1

Distribuzione: 01 Distribution [www.01distribution.it]

Extra: Interviste e backstage, videoclip

InGenere Cinema

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