Pubblicizzato in maniera maniacale, attraverso ogni tipo di trovata, ha attirato l’attenzione dei critici americani che l’hanno descritto come un film sorprendente, terrorizzante, pauroso. Le cose sono due: o ‘sti americani sono facilmente impressionabili, o nella noia in cui la cinematografia Americana sta scivolando in questo periodo, hanno capito il trucco per far vendere un prodotto. Più probabile la seconda visto che al grosso del pubblico questo The Last Exorcism non è piaciuto.
Il film ci narra le vicende di un prete esorcista. Cotton Marcus. Un uomo carismatico che riesce a parlare ai suoi seguaci, a imbambolarli con le parole, uno showman che ha sempre fatto ridicoli e mendaci esorcismi, sfruttando la credulità e la superstizione della gente. I suoi atteggiamenti mitomanici coprono un quarto d’ora di film. Finchè un giorno le cose cambiano. Louis Sweetzers, dopo aver perso la moglie, morta di cancro, si ritrova a dover allevare da solo i due figli adolescenti nella sua fattoria in un’area rurale e arretrata. E la figlia da qualche tempo sembra essere indemoniata: sonnambulismo, crisi, attacchi feroci verso gli animali. Forte della sua popolarità Cotton è contattato in Louisiana per esorcizzare la ragazza. E per questo ultimo esorcismo Marcus decide di portarsi dietro il suo staff che documenterà la sua ultima impresa. Ma capisce che stavolta si fa sul serio. E che i suoi artifici non basteranno a guarire la ragazza.
Dai primi minuti ci accorgiamo che il protagonista si distacca dal prototipo del classico esorcista che siamo abituati a vedere, egli non ha nessun peccato da cui sfuggire, nessuna crisi di coscienza. Attira quasi antipatia. E’ un personaggio di spettacolo abituato fin da piccolo a ricorrere a stratagemmi per attirare i fedeli. E questa è probabilmente l’unica caratteristica originale di tutto il film. Per il resto nulla di encomiabile. Il regista per altro relativamente giovane e privo di grossi budget ha cercato di creare un mocumentary e di sintetizzarvi le peculiarità di L’Esorcista e di Paranormal Activity [altra delusione]. Purtroppo però quest’idea si scontra con uno script farraginoso, la solita prevedibilità e soprattutto la totale mancanza di scene in grado di procurare la giusta suspense e tensione nello spettatore. Indispettita dalle solite scappatoie cui i registi non ancora maturi ricorrono per “offuscare” grossolani errori o difetti mi sono persa probabilmente l’efficacia del finale, che pure probabilmente non è da gettare.
A compensare un film tutto sommato scialbo, vi è una recitazione convincente. La protagonista femminile è resa abbastanza credibile da Ashley Bell, mentre sicuramente inquietante è il personaggio interpretato da Caleb Landry Jones. Nel cast troviamo anche Patrick Fabian che partecipò a diverse serie tv come Beverly Hills 90210, Xena, Joan of Arcadia… e che sicuramente ha l’attitude giusta per interpretare Marcus Cotton.
Melania Colagiorgio
Regia: Daniel Stamm
Con:Patrick Fabian, Ashley Bell, Jamie Alyson Caudle, Iris Bahr, Louis Herthum, Tony Bentley e Shanna Forrestall
Durata: 87′