Esistono dei film estremi, il cui assunto è più maledettamente tagliente di qualsiasi arma possa essere inclusa al suo interno. Film che colpiscono due volte, a fondo e in contemporanea: l’occhio, più superficialmente, con l’assolutezza della violenza in esse rappresentata; e la mente, più a fondo, attraverso la supposta ideologia che genera questa ferocia.
Martyrs di Pascal Laugier è uno di questi: non un semplice torture porn, anche se allo scatenarsi di questo sub-Genere è contemporaneo, e per certi versi affine, e allo stesso tempo, il più riuscito tra questi.
Pellicola del 2008 che, per assonanza di nazionalità e materia trattata, è stato accomunato a Frontier(s) [Xavier Gens, 2007] e À l’intérieur [Alexandre Bustillo e Julien Maury, 2007], è riuscito a scuotere in maniera più decisa le fondamenta dell’horror francese, e a ridargli linfa vitale.
Proprio a causa dei suoi contenuti eccessivi [non solo visivamente] Martyrs fu vietato, in patria, ai minori di diciotto anni, salvo poi venire “graziato” con un vietato ai minori di sedici, dopo le numerose proteste e i ricorsi dei produttori e del cast [da noi rimane VM18].
Martyrs è qualcosa di difficilmente collocabile, insindacabilmente riuscito nella sua spietatezza: iper-realistico ritratto del lato più oscuro della società contemporanea, è un film che non lascia spazio a possibili compromessi.
Lucie, una bambina di dieci anni scomparsa da mesi, viene ritrovata per strada, mentre si aggira sola e in evidente stato catatonico. Sul suo corpo, gli evidenti segni di una serie di efferate torture sono solo l’esteriorizzazione di segni ancora più profondi [quelli sì, inguaribili] che le marchieranno la psiche per sempre. Le ragioni del rapimento, e delle torture subite, rimangono avvolte nel mistero, così come l’identità dei suoi rapitori.
Quindici anni più tardi, Lucie [Mylène Jampanoï], ormai donna, si fa strada a colpi di fucile in una villetta abitata da una famiglia apparentemente normale. La giovane sembra aver finalmente ritrovato i suoi sequestratori e non sembra essere arrivata lì per capire le motivazioni di tanta crudeltà. E’ il fucile a parlare per lei. Quando Anna [Morjana Alaoui], l’unica persona a cui Lucie sembra essersi riuscita ad affezionare nel corso di questi anni, arriva alla villa, chiamata dall’amica, giustizia è ormai stata fatta.
I cadaveri di coniugi e figli sono sparsi per l’abitazione, ma Lucie si nasconde impaurita, dopo essere stata assalita da una creatura umanoide forte, isterica e violenta.
Se volessimo soffermarci ancora sulla trama del film [e di certo i motivi per farlo ci sarebbero] non gioveremmo a chi non ha ancora avuto modo di vederlo. Basti sapere che Laugier, dopo il primo salto temporale, riesce a continuare la sua opera di frammentazione drammaturgica e a smuovere con maestria la monoliticità del punto di vista dello spettatore ancora e ancora.
Che limite deve avere la sete di conoscenza? La violenza può essere giustificata se è la base di ricerche al limite della spiritualità?
Nonostante la non ossessiva presenza di scene splatter, Martyrs riesce a rappresentare un film di difficile visione, che attrae e tramortisce, per la crudezza e il nichilismo.
Intimorisce, lascia attoniti e svuotati, riesce a lavorare sulla mente dello spettatore come davvero poco spesso accade.
Un film da assimilare lentamente, di certo non una pellicola adatta per una visione di gruppo, ma più giusta per un rapporto intimo, individuale, per ritrovare [dopo tanto] un film di Genere che si proponga di far muovere qualcosa dentro lo spettatore.
Martyrs è reperibile in DVD e Bluray, distribuito da Videa-CDE. Da recuperare senza dubbio, ma da usare con cautela.
Luca Ruocco
Regia: Pascal Laugier
Con: Mylène Jampanoï, Morjana Alaoui
Durata: 95’
Formato: 16:9 – 1.85:1
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1, Francese Dolby Digital 5.1
Distribuzione: Videa [www.videa-cde.it] – Eagle Pictures [www.eagledvdshop.it]
Extra: /