Sarà la selezione naturale, ma anche i fantasmi, nell’epoca moderna, si sono evoluti. Se pensiamo alla produzione cinematografica degli ultimi tempi, infatti, notiamo come gli spettri abbiano acquisito delle capacità in più rispetto all’usuale. Se fino a pochi anni fa gli spettri si aggiravano, di notte, in modo indefinito, e la loro corporeità era difficilmente distinguibile, ora hanno un corpo [intatto], ancora in vita, al quale fanno affidamento per dare seguito ad una serie di azioni violente [molto spesso dettate da un sentimento di vendetta], ma soprattutto sono spietati.
In Fantasmi – Italian Ghost Stories, i fantasmi, oltre ad esserci e far paura, danno filo da torcere a chi li ha disturbati o ha abusato di loro, e dalle loro grinfie, purtroppo, non si scappa. Fantasmi è un film a episodi, precisamente 5, diretti ciascuno da un diverso regista. L’idea nasce da un progetto ideato nell’ambito di un laboratorio cinematografico tenuto da Giovanni Spagnoletti, docente di Storia e critica del cinema presso l’Università Tor Vergata di Roma, che ha finanziato il film insieme con Gabriele Albanesi, autore del riuscito Ubaldo Terzani Horror Show. Il film è stato proiettato la sera del 19 Marzo, in occasione del RIFF Awards 2011, presso il Cinema Aquila di Roma, alla presenza di tutti e sei i registi.
Ecco i titoli degli episodi in questione [girati con telecamera Red], e i relativi registi: 17 Novembre di Tommaso Agnese, Offline di Andrea Gagliardi, Fiaba di un mostro di Stefano Prolli, La medium di Roberto Palma e Urla in collina di Omar Protani e Marco Farina.
Le relative trame potrebbero essere sintetizzate con cinque quesiti, così da non rivelare troppo:
Cosa può spingere un padre [Paolo Perinelli in 17 Novembre], da poco defunto e omicida d’amore, a passare lo scettro di assassino al figlio [Maurizio Tesei] irriverente, che gli è sempre stato ostile?
Cosa potrebbe succedere se, un giorno, mentre si è in chat [in questo caso in chat è Daniele De Angelis in Offline], un amico morta suicida [Primo Reggiani] chiedesse di parlarci?
Come si può combattere il pregiudizio nei confronti di un innocente bambino [Jonathan Coppola in Fiaba di un mostro], fisicamente debole, perché malato di cuore, e per giunta muto? Cosa può scatenare in lui l’odio da parte dei suoi coetanei?
E ancora, è cosa di poco conto, per gli spiriti, sapere che c’è chi approfitta della loro presenza per far soldi? È il caso di una finta veggente [Maria Teresa Ricci], che si fa beffa della disperazione altrui, persuadendo chiunque a credere che abbia facoltà extrasensoriali nell’episodio La medium.
Infine, quanto è pericoloso girare in macchina, per sentieri cupi perché non illuminati, soprattutto se si è appena visto qualcosa/qualcuno, e per colpa della pessima visuale, lo si è investito? E se al volante ci fosse una ragazza [Guja Quarantain Urla in collina], in compagnia di altre due ragazze [Chiara Brunamonti e Laura Gigante], nel fiore della giovinezza, che, in seguito all’incidente, vanno a dormire in un motel poco distante dal fattaccio?
Le idee di fondo da cui partono tutti e cinque i racconti sono senza dubbio valide. Ma dove portano? Ciò che manca è, andando a tirare le somme, lo sviluppo delle idee. Si parte bene ma poi ci si perde per strada, nel mezzo del percorso, e poi si arriva al finale, che in alcuni casi giunge senza un filo che lo leghi al discorso precedente. Ad esempio 17 Novembre comincia benissimo. Le atmosfere cupe notturne sono inquietanti, ma manca un punto di congiunzione tra il prima e il dopo. Offline [il cui soggetto è stato curato da Gabriele Albanesi], invece, va visto in chiave umoristica, pena la riduzione a prodotto minore. Fiaba di un mostro, a dispetto degli altri, non interessa già dall’inizio, non persuade. Innanzitutto non c’è un fantasma, a meno che per “fantasma” si voglia intendere, con accezione larga, un bambino “non visto”, trasparente, estraniato dalla società, che in realtà ha una gran paura di lui, perché non parla ed è malato di cuore. È una sorta di alieno. Il passaggio da vittima incompresa a ribelle è troppo rapido, come pure esagerata è la maschera da assassino che assume nel finale, il tutto addolcito con una fuga in un cuore di sabbia. Jonathan Coppola è davvero bravo, riesce perfettamente a rappresentare il mondo dell’incomunicabilità, a dispetto degli altri bambini-attori.
La medium ha una bella fotografia [come 17 Novembre]. La trama c’è, ma non è sviluppata. Le atmosfere cupe e le voci sottomesse suggestionano. È monco, però, di un mancato discorso logico nel mezzo, proprio quando inizia a farsi interessante, e culmina in un finale esagerato, se non forzato.
Urla in collina è certamente l’episodio più commerciale, ma anche il più completo e divertente. È tutto molto credibile, e poi il “vedo-non vedo” dello spirito che si aggira nel motel è produttivo. Egli sa bene come terrorizzare le sue belle carnefici. Le spia sotto la doccia, appare in telecamera, le insegue tra una porta e l’altra. Bella la sequenza del suo arrivo in motel, con un’unica luce a illuminare la facciata della struttura, il buio intorno che la risalta, e la sua figura che di colpo si staglia sul motel, facendoci intravedere le fattezze.
Fantasmi – Italian Ghost Stories è una prova che, seppur non entusiasmante, merita considerazione, senza troppe ostentazioni. Pensiamo alla difficoltà di mettere insieme cinque storie della durata approssimativa di venticinque minuti ciascuna, condannate quindi ad una breve tempistica. Va dato merito ai registi di averci saputo attirare nelle storie, ma va anche rimproverato loro di non averci saputo trattenere.
Gilda Signoretti
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FANTASMI – ITALIAN GHOST STORIES
Regia: Tommaso Agnese, Andrea Gagliardi, Stefano Prolli, Roberto Palma, Omar Protani, Marco Farina
Con: Paolo Perinelli, Maurizio Tesei, Daniele De Angelis, Primo Reggiani, Jonathan Coppola, Maria Teresa Ricci, Guja Quaranta, Chiara Brunamonti, Laura Gigante
Anno: 2011
Presentato in anteprima al RIFF 2011: sabato 19 marzo 2011
Sceneggiatura: Tommaso Agnese, Marco Farina, Roberto Palma, Stefano Prolli, Omar protani, Simone Starace
Durata: 82 minuti
Produzione: Gabriele Albanesi Produzioni e Università degli Studi di Tor Vergata
Distribuzione: /
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