Gloria Guida nel 1982 interpreta La casa stregata di Bruno Corbucci, film divertente e niente affatto erotico, una commedia per tutti, non troppo originale ma godibile ancora oggi quando la passano [e accade spesso soprattutto in estate]sulle reti nazionali.
Bruno Corbucci [Roma, 1931 – 1996] è stato sceneggiatore oltre che regista ed è uno degli autori che ha lavorato di più con Totò. Corbucci ha scritto film come Chi si ferma è perduto [1961], Totò, Peppino e la dolce vita [1961] diretti dal fratello Sergio e I due colonnelli [1962] di Steno. Prediligeva il genere comico e in questo settore ha diretto oltre cinquanta pellicole. Il suo esordio è segnato dal film Questo pazzo, pazzo mondo della canzone [1964]. Ha diretto film comici interpretati da Lando Buzzanca, Raimondo Vianello, Franchi e Ingrassia, Alighiero Noschese e molti musicarelli con Little Tony e altri cantanti [Riderà, Marinai in coperta, Zum zum zum…]. Si ricorda il suo connubio con Tomas Milian e la serie dell’ispettore Nico Giraldi, alle prese con delinquenti da fumetto in una Roma surreale calata in trame grottesche. Tra questi citiamo: Squadra antifurto [1976] e Delitto al Blue Gay [1984]. Sicuramente superiore come soggettista e sceneggiatore, specie quando abbandona la farsa per dedicarsi ad altro, come nel caso dell’ottimo spaghetti western Django [1966] diretto dal fratello Sergio. Ha lavorato per la televisione nella serie di telefilm Classe di ferro [1990 e 1991].
La trama de La casa stregata ricorda molto da vicino Bollenti spiriti [Giorgio Capitani, 1981], perché anche qui c’è un fantasma che dà del filo da torcere a una coppia di novelli sposi. La sede del fantasma però non è un castello ma una casa che per questo motivo nessuno vuole affittare. Renato Pozzetto è Giorgio, il neo sposo disperato che non trovando di meglio accetta di affittare la villa con annesso fantasma. Gloria Guida è Candida, una moglie niente affatto sexy e neppure erotica, ma in versione casalinga e rassicurante.
Il film prende il via da un antefatto fantastico. Gli antenati di Giorgio e Candida sono stati maledetti per mille anni e trasformati in statue di sale dalla madre della ragazza che li ha sorpresi mentre facevano l’amore. Lui è un prode cavaliere saracino che cavalca insieme a un servo fedele [Yorgo Voyagis]. La ragazza è una vergine che lui vuole liberare e fare sua per sempre, ma non ha fatto i conti con la madre che è una terribile strega. La perfida donna condanna i due amanti a reincarnarsi per mille anni e la maledizione avrà fine soltanto se in una notte di luna piena i loro discendenti faranno l’amore in quella stessa casa. La donna però dovrà essere pura come lo era stata sua figlia sino a quel giorno.
Terminato l’antefatto la scena si sposta ai giorni nostri. Giorgio e Candida vorrebbero sposarsi ma non trovano casa. La madre [Lia Zoppelli] è custode della verginità della figlia e ha una pessima concezione degli uomini. Il compagno l’ha lasciata sola con Candida quando lei era una bambina e questo fatto lo agita sempre come spauracchio per la figlia. Giorgio lavora in banca e viene trasferito da Milano a Roma dove continua la ricerca spasmodica di una casa. Possiede un mastino napoletano di nome Gaetano che lo segue pure nella nuova sede ed è per colpa sua che viene espulso da una pensione. Il povero Giorgio, in tempi di equo canone, trova solo appartamenti “uso ufficio” e tuguri maleodoranti dai prezzi esorbitanti. Un bel giorno però un misterioso individuo che ha le fattezze del servo del saracino [Yorgo Voyagis] gli porta l’indirizzo di una villa con piscina situata sull’Appia Antica. Chiedono soltanto duecentocinquantamila lire al mese e Giorgio pensa che si tratti di uno scherzo dei colleghi bancari. Cominciano le stranezze. Il cane Gaetano si prende la briga di portare Giorgio all’appuntamento con l’agente immobiliare. Prima si mette a parlare con un caratteristico accento napoletano, quindi fugge via in autobus e si fa seguire dal padrone sino alla famosa villa. Qui il prezzo viene confermato ma Giorgio scopre che la cifra è così bassa perché nella villa vive un fantasma. Giorgio non si scoraggia, anzi prende a dialogare con lo spettro e cerca di instaurare un rapporto di reciproca convivenza. Nella villa accadono i fatti più strani. Vasi che volano, armature che si muovono, un contrabbasso che suona da solo, spazzolini da denti animati, libri che si spostano da un punto all’altro della stanza. Si scatena pure una tempesta di vento da puro film horror con vetrate che sbattono e imposte che si aprono. Poi tutto si placa.
Giorgio telefona a Candida. Adesso che ha trovato la casa possono fissare la data delle nozze. Il lavoro in banca scorre monotono e l’unica cosa che interrompe la quotidianità sono le rapine. In una di queste Giorgio intraprende pure un dialogo con un bandito che aveva rapinato la banca di Milano dove prima lavorava, come fossero vecchi amici. Altre sequenze di questa parte sono tipicamente fantastiche e surreali. Giorgio a casa di un collega vede in televisione un incontro di boxe e all’improvviso esce fuori il volto dell’arbitro che ha le sembianze del servo e gli sconsiglia di lasciare la villa. Alla fine dal video parte pure un pugno che colpisce Giorgio e lo stende. Arriva Candida all’aeroporto ed è il solito individuo misterioso che la va a ricevere su di una Rolls Royce bianca. Prima sorpassa l’auto di Giorgio e la fa esplodere dopo averla avvolta in una cortina di fumo. In ogni caso l’auto viene subito riparata e torna come nuova senza dover pagare niente. Candida si stabilisce alla villa insieme alla mamma che si mostra subito molto sospettosa. Dove ha preso Giorgio i soldi per mantenere una villa come quella? “Ho fatto un mutuo sul cane” risponde lui con una battuta surreale. Cominciano le vicende di Giorgio e Candida che tentano a più riprese di far l’amore ma vengono interrotti sempre sul più bello. Giorgio somministra pure una pillola erotica a Candida, ma per sbaglio la ingerisce la mamma che si lascia andare ad un improbabile corteggiamento con il giardiniere.
Giorgio e Candida si sposano ma le cose non cambiano. Il fantasma deve fare in modo che i due consumino il primo rapporto in quella determinata notte di luna piena. Si susseguono incidenti e imprevisti. Giorgio scivola su di una buccia di banana, si addormenta per quindici ore di seguito e sogna di far l’amore con Candida. Lo spettatore se ne rende conto soltanto alla fine della parte onirica e l’effetto suspense è ben costruito. Giorgio si tuffa nella piscina mentre l’acqua sparisce e finisce ingessato dalla vita in giù per venti giorni. Il cane Gaetano dice che la ragazza deve restare vergine sino alla prima notte di luna piena. “Mercoledì sarà luna piena, a mezzanotte saranno mille anni e voi vivrete ricchi e felici” sentenzia con un improbabile accento napoletano. Giorgio viene preso per matto pure dal veterinario che visita il cane e alla fine è lui che esce dallo studio con la cura prescritta. Il fantasma continua a creare ostacoli. Telefona a nome della mamma e dice di essere ricoverata in ospedale a seguito di un incidente. Candida si precipita da lei e durante la sua assenza la cameriera insidia Giorgio. Al rientro Candida scopre i due sotto le lenzuola e va su tutte le furie. Fugge via inseguita da Giorgio, che ancora non l’aveva tradita, prende l’auto e si va a schiantare contro un albero dopo uno spettacolare incidente. La cosa incredibile è che lei è sana e salva e si trova fuori dall’auto che brucia.
Tutto quel che sta succedendo è opera del fantasma, persino il tentativo di tradimento. Giorgio e Candida decidono di scappare via e di andare in albergo ma una volta entrati in camera si accorgono di essere sempre nella casa stregata. I due sposi provano pure a ingannare il fantasma. Giorgio si traveste da idraulico e Candida indossa una sottoveste molto sexy. Niente da fare: sul più bello il fantasma fa precipitare la temperatura sotto zero. Arriva il fatidico mercoledì di luna piena ma Candida ha deciso di tornare a Milano con la mamma. Va da Giorgio in banca e glielo dice, però capita nel bel mezzo di un’inchiesta decisa dal direttore. Si sospettata che Giorgio sia il basista dei rapinatori. Le rapine sono diventate troppo frequenti dopo il suo arrivo e poi il tenore di vita che conduce dà luogo ai sospetti. In quel momento irrompe una banda di rapinatori e uno di loro prende in ostaggio Candida. L’anima del saracino entra nel corpo di Giorgio e subito dopo assistiamo a una scena dal taglio fantastico-fumettistico. Giorgio si trasforma in Hulk ed è ottima la ricostruzione del gigante verde stile Lou Ferrigno, attore che al tempo interpretava la fortunata serie di telefilm. Giorgio-Hulk sgomina la banda scagliando addirittura la cassaforte addosso ai banditi dopo averla divelta. “Sono diventato verde dalla rabbia” dice al termine dell’impresa. I sospetti su di lui cadono e il direttore decide di festeggiare la sera stessa lo scampato pericolo. Tutti sono invitati alla villa di Giorgio e questa cosa proprio non ci voleva, come dice lo stesso Gaetano, perché a mezzanotte loro due devono restare soli. Ci pensa il fantasma a cacciare via gli ospiti organizzando una gazzarra a base di volgarità e flatulenze. Si comincia con l’incontinenza del direttore e si va avanti con Giorgio che parla di merda di elefante e offende le mogli dei colleghi senza ritegno. A un certo punto chiama froci gli uomini e puttane le donne e organizza la gara dello scambio di mutande. Tutti se ne vanno indignati. Gaetano invece porta Giorgio e Candida in cantina dove un fantastico crollo fa precipitare i due sposi nel luogo dove devono fare l’amore. Finalmente possono lasciarsi andare e liberare i loro antenati dalla maledizione. Non solo. Alla fine una cascata di monete d’oro li seppellisce. Ricchi e felici, proprio come aveva detto Gaetano, e devono ringraziare soprattutto il fedele servo Omar. “Così vissero sempre felici e contenti e a me non hanno dato manco…” conclude Gaetano nel suo originale accento napoletano.
La casa stregata è una commedia per tutti, una sorta di parodia del genere horror, a tratti debole e prevedibile nella sceneggiatura, ma tutto sommato piacevole. Ci sono parti classificabili come puro film fantastico. Basti pensare alle sequenze che vedono il fantasma in azione oppure quando Giorgio si trasforma in Hulk. Pure l’antefatto e il finale con gli antenati liberati dalla maledizione millenaria sono puro cinema fantastico. Le parti erotiche invece sono inesistenti o appena accennate. Gloria Guida ha ventisette anni, un aspetto da donna matura e veste abiti eleganti prediligendo il rosso. Porta una messa in piega arricciolata e i capelli sono di un biondo ruggine che non è lo stesso dei vecchi film maliziosi. L’attrice è una donna sposata e vuol dare al pubblico un netto segnale di cambiamento. Non è più la ragazzina ingenua e perversa, la liceale dai lunghi capelli biondi e la frangetta sbarazzina. La Guida vuol far capire che è in grado di interpretare qualsiasi ruolo, pure quello della moglie illibata e rassicurante. In definitiva la sua recitazione è a livelli ottimi, pure se le parti sexy sono davvero poche. Una scena iniziale dove mostra le gambe in un tentativo di approccio con il fidanzato e due rapide sequenze in auto [la mano di Giorgio si spinge sulle sue cosce] e a letto in un tentativo di rapporto. Non c’è neppure una scena di nudo integrale e lo spettatore si deve accontentare di ammirare Gloria Guida mentre indossa un costume da bagno rosso o una sottoveste sensuale. Tra gli attori è molto bravo Renato Pozzetto, al massimo della sua vis comica. Il personaggio del milanese ingenuo e piccolo borghese gli calza a pennello. Lia Zoppelli è una grande attrice e qui interpreta una perfetta madre bisbetica che risulta credibile pure in versione erotica quando per sbaglio ingerisce una pillola eccitante. Bene pure Yorgo Voyagis [famoso soprattutto per aver sposato Nadia Cassini] che riveste di un credibile alone di mistero il personaggio del servo fantasma. Un buon film per tutti che pure a distanza di venti anni non perde la freschezza della prima visione. Una divertente parodia del cinema horror dagli ottimi tempi comici.
Gordiano Lupi
Regia: Bruno Corbucci
Con: Renato Pozzetto, Gloria Guida, Lia Zoppelli, Marilda Donà, Yorgo Voyagis
Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Mario Cecchi Gori, Mario Amendola, Giovanni Manganelli, Enrico Oldolini