Quando si parla di film anticonformisti non si può non riconoscere, in tal senso, l’influenza di Easy rider, 1969 [girato nel 1967 in sei settimane, il cui montaggio ha richiesto un anno di lavoro], diretto da Dennis Hopper, che lo ha scritto insieme con Peter Fonda. Il film, ebbe un impatto fortissimo, e non mancarono le feroci critiche, nonostante le quali in film fu candidato all’oscar come Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore non protagonista [a Jack Nicholson], ricevendo il premio come miglior opera prima al 22° Festival di Cannes.
Cosa c’è di tanto inconsueto in questo film? Innanzitutto Easy rider è figlio dei suoi tempi, gli anni ’60, motivo per cui porta con sé, comunicandole al meglio, le ideologie politiche e sociali di quei tempi, indipendentiste e antisistema, calcando la mano sullo spirito di ribellione, di modernità, e soprattutto di controcultura tipico di quel periodo. Eppure, una morale c’è, a dispetto dei benpensanti, che all’epoca della distribuzione del film lo boicottarono come blasfemo e insulso.
Dietro i comportamenti dei protagonisti, si cela un messaggio forte, teso a combattere il pregiudizio verso “l’altro”, colui che si distingue dalla massa perché più emancipato, ed etichettato come libertino, pericoloso, per niente rassicurante.
La troppa autonomia dei protagonisti del film mostra un forte valore di indipendenza e leggerezza, ed è giudicata negativamente dalla gente delle varie località che il duo, e poi trio, attraversano. I capelli lunghi, sinonimo di ribellione, intimoriscono, perché, associati alla brutalità. Ma cosa c’è di sbagliato nel voler vivere spontaneamente, senza né importunare né chiedere l’ausilio di nessuno? C’è che smontare le regole per capovolgere un sistema intimorisce. Meglio, forse, continuare a vivere, pur se con una insaziabile sete di ribellione, nascosta nell’anima. La ricerca della libertà è una conquista, che i tre pagheranno a caro prezzo, perché la libertà degli altri, prima ancora che la propria, fa paura. Varcare una soglia comporta un rischio, indipendentemente dal fatto se si è colpevoli o innocenti.
Wyatt [Peter Fonda] e Bill [Dennis Hopper], sono due giovani avventurieri, decisi a intraprendere un viaggio, montando sulle loro Harley Davidson, per raggiungere New Orleans, dove a breve si svolgerà il Carnevale. Durante le varie tappe raggiunte, e le altrettanti brevi soste, vengono a contatto con la gente del posto, che mostra subito indignazione e odio per loro, rei di vivere come animali selvaggi. Il viaggio è lungo e solitario, e la notte, che i due trascorrono all’aperto, fredda, motivo per cui ci si difende e ci si fa compagnia fumando sigarette di marijuana. Si aggiungerà a loro George [Jack Nicholson], anche lui un hippy, che aiuta se stesso, e poi i due compagni, ad uscire di prigione, nella quale erano finiti per aver disturbato la quiete pubblica. La presenza di George rafforza il gruppo, ma per un tempo brevissimo, poiché vittima di un’aggressione da parte di un gruppo di uomini, in seguito alla quale morrà. Ma se Wyatt e Bill sono salvi, ciò non vuol dire che i pericoli sono esauriti. L’odio ha lunga vita, e proprio per questo non ha pause, e non fa sconti, neppure ai due.
Hopper ci regala un road movie commovente, eccentrico, intimista, nel quale ben mostrate sono le tipiche mode dello stile hippy anni ’60, incarnate nelle magnifiche motociclette, le Harley Davidson. Le allucinazioni che vivono i protagonisti una volta giunti a New Orleans sono supportate da suoni, luci e colori validamente espressi, che ritraggono Wyatt [Peter Fonda] al pari di Gesù Cristo sulla croce, sostenuto da una statua presente nel cimitero, Bill [Dennis Hopper] che in un’aura mistica grida la potenza della luce di Dio, che lo penetra e lo irradia di spirito santo, e le due prostitute, che recitano preghiere, in pieno delirio.
Easy rider è il primo film della storia del cinema in cui i protagonisti fumano realmente marijuana, con l’obiettivo di mostrare davvero la realtà. Gli stessi attori, poi, ebbero il via libera ad improvvisare alcune scene, pur rispettando in grande parte la sceneggiatura. Il film si arricchisce di musica rock [dagli Steppenwolf, ai The Byrds, a Bob Dylan, e via dicendo], che è la coprotagonista del film, data la sua continua presenza [in certi casi sembra di assistere ad un concerto fatto di immagini e ciò dà maggiore rilevanza al film]. La tecnica di ripresa è considerevole, così come la fotografia [firmata Laszlo Kovacs]davvero seducente.
Easy rider è distribuito dalla Sony Pictures Entertainment in versione Blu-Ray, in alta definizione, in una edizione curata e ricca di contenuti speciali [Commento di Dennis Hopper; Easy rider: Ribellione e libertà].
Gilda Signoretti
Regia: Dennis Hopper
Con: Dennis Hopper, Peter Fonda, Jack Nicholson
Durata: 95’
Formato: Formato panoramico ad alta definizione 1.85:1 – 1920 x 1080p
Audio: Italiano Dolby Truehd 5.1; Inglese Dolby Truehd 5.1; Spagnolo Dolby Truehd 5.1; Inglese Mono
Distribuzione: Sony Pictures Entertainment [www.he.sonypictures.it]
Extra: Commento di Dennis Hopper, Easy rider: Ribellione e libertà