Un nuovo morbo, probabilmente diffuso da un enigmatico untore con lo scopo di punire la razza umana, riduce la stragrande maggioranza della popolazione del pianeta in cadaveri ambulanti, rozze carcasse in putrescenza con il pericoloso vizio dell’antropofagia. I pochi sopravvissuti si riuniscono in gruppi sparuti, rinchiusi dentro roccaforti improvvisate e mai del tutto sicure. Si cerca di trovare una soluzione a tutto questo; di fingere indifferenza, illudendosi che possano ancora avere valore i soldi e il potere o, per lo meno, si cerca di assecondare il proprio istinto di conservazione, lottando per finire il più tardi possibile dentro le fauci dei morti viventi. Militari, al servizio di uno scienziato eclettico, procacciano cavie infette, per fare sì che la sperimentazione possa continuare e che rimanga ancora possibile la sola cosa che può ancora spingere avanti i pochi viventi: la speranza.
Guardandola alla lontana, una sinossi del genere potrebbe far tornare alla mente il terzo capitolo della saga dei living dead, firmata da George A. Romero: Il giorno degli zombi [1985], capitolo che vede, per l’appunto, un gruppo di militari e uno scienziato coabitare nello stesso rifugio.
Quello di cui stiamo parlando è, però, un lungometraggio indipendente e per giunta italiano, il primo firmato dal duo Boni–Ristori.
Iniziato quasi per gioco, i due registi confezionano un teaser trailer e, sempre pudicamente, lo inviano al regista produttore Uwe Boll. La risposta, del tutto inaspettata, arriva: il teaser non lo convince del tutto, ma lascia intravedere delle potenzialità non sfruttate. Da qui alcuni consigli e la lavorazione di un nuovo teaser. Questa volta Boll è conquistato, e accetta di entrare nel progetto, inizialmente con un “Uwe Boll presenta”. Parte la sfida: se i due giovani registi fossero riusciti a confezionare [nella più totale autoproduzione] un intero film che rimanesse all’altezza di quel promo, Boll lo avrebbe distribuito nei canali ufficiali.
Il resto è noto ai più: Eaters [2010], questo il titolo del film, ha già da qualche giorno iniziato all’estero la sua scalata degli scaffali home video, mentre ancora [ovviamente] stenta a trovare una collocazione in patria, dove, si sa, l’horror va bene solo se non è autoctono.
Ben per il pubblico che esistano festival che non si lasciano scappare un gioiello del low-budget come questo: gli zombi tornano in Italia, quindi, dopo la storia saga iniziata da Fulci con Zombi 2 [1979] e continuata in modo apocrifo da Mattei e Fragasso. I morti viventi fuoriescono nuovamente dalle bare, e non sono certo grotteschi e fiabeschi come quelli raccontati da Michele Soavi [Dellamorte Dellamore, 1994]: questa volta si respira un’aria decisamente internazionale [pur nella decisione dei registi di girare il film in lingua italiana], per ritmo, durezza e per l’impronta action che macchia tutta la pellicola.
Nonostante i numerosi rimandi [quasi d’obbligo in un film di Genere, ma che qui intaccano un po’ l’originalità della trama], Eaters è un film dannatamente ben fatto, recitato come si deve e girato anche meglio. I due protagonisti, Alex Lucchesi e Guglielmo Favilla, sono credibili e mai stancanti, pur se legati a stereotipi di personaggi. Non passano inosservate interpretazioni meno importanti, ma comunque riuscite; tra queste, magistrale il piccolo gerarca neo-nazista Fabiano Lioi.
Eaters è un’autoproduzione importante per il cinema nostrano, non solo perché si dimostra un esperimento perfettamente riuscito, ma anche perché puntella la possibilità di una produzione di Genere italiana che possa dimostrarsi perfettamente esportabile.
A firmare gli effetti speciali David Bracci, Carlo Diamantini ed Enrico Galli, che con grande maestria, regalano ad Eaters una grande prova di professionalità ed efficacia anche sul versante visivo dello splatter e del gore.
Luca Ruocco
Regia: Luca Boni, Marco Ristori
Con: Alex Lucchesi, Guglielmo Favilla, Claudio Marmugi, Rossella Elmi, Fabiano Lioi
Sceneggiatura: Marco Ristori, Germano Tarricone
Produzione: Extreme Video
Anno: 2010
Durata: 80’
Trailer: