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L’ULTIMO DEI TEMPLARI di Dominic Sena

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L’ultimo dei templari, il cui titolo originale è Season of the witch, è un thriller avventuroso con ripetuti accenni horror di Dominic Sena [Codice: Swordfish, 2001]. Nicholas Cage, dopo circa undici anni da Fuori in 60 secondi, ritorna a lavorare con Sena, ricoprendo, come allora, un ruolo da protagonista, affiancato da Ron Perlam. A fare da introduzione al film, una bellissima e agghiacciante storia, ambientata nel Medioevo. La congiura della Chiesa contro le streghe è in corso ormai da tempo, e dopo l’ennesimo falso processo, sta per avvenire una nuova esecuzione, che vede vittime tre giovani donne, colpevoli perché responsabili della preparazione di unguenti, utili, a detta loro, alla guarigione di malattie o semplici disturbi, e che, secondo gli uomini di Chiesa, sono invece pozioni diaboliche, che diffondono le sciagure e le pestilenze nel mondo. La loro colpa, poi, è anche quella di essere belle, ammaliatrici, diaboliche, in una parola: streghe.  Due di esse, però, dopo essere state buttate in mare con un cappio al collo, e sassi pesanti nelle tasche, torneranno in vita, avvalorando la tesi del prete, che aveva scovato in loro lo spirito maligno.

Dopo questo rinvio, la scena si sposta nel XIV secolo, collocandosi in una scena di guerra, che vede all’azione i crociati, in lotta contro i miscredenti. Durante la battaglia, però, involontariamente Behmen [Nicholas Cage] trafigge con la spada una donna innocente, e così, turbato dall’accaduto, riflette seriamente sulla possibilità di sottrarsi dal suo incarico, e con lui Felson [Ron Perlman], ormai anziano e sempre più dubbioso sulla vera indulgenza della chiesa cattolica. Dopo anni di lotte sanguinose, tutte affrontate nel nome del Signore, eccoli abiurare la Chiesa, con la speranza di riprendere in mano la loro vita. Ma questa scelta gli costerà caro, poiché, dopo aver tristemente assistito allo strazio che la peste sta provocando, verranno imprigionati a Marbug, in Germania, in quanto disertori.

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Sarà la presenza in prigione di una giovane ragazza, Anna [Claire Foy], accusata di stregoneria e “colpevole” di aver diffuso la peste in Europa, in condizioni fisiche pietose, perché sottoposta ai più brutali maltrattamenti, a consolidare l’agnosticismo dei due cavalieri. È proprio per salvarla, e farle subire un giusto processo senza pregiudizi, che, una volta interpellati dal cardinale D’Ambroise [Christopher Lee] accettano una missione, che consiste proprio nello scortare la ragazza fino alla Foresta Amara, attraversando fiumi e boschi, dove risiede un monastero, dove dare inizio al processo che subirà la giovane. In cambio verranno graziati. Con loro partiranno Hagamar [Stephen Graham] un truffatore graziato in extremis, in quanto resosi disponibile ad accompagnare il gruppo, Eckhart [Ulrich Thomsen], il prete Debelzaq [Stephen Campbell Moore]e in ultimo Kay [Robert Sheehan], un chierico aspirante cavaliere. È soprattutto Behmen a sentire il peso della missione, tramite la quale vuole liberarsi la coscienza degli atroci delitti commessi in nome del Signore.

L’ultimo dei Templari regala allo spettatore atmosfere gotiche autorevoli, [pensiamo, ad esempio, alla scena del monastero, circondato da pipistrelli vaganti e attorniato da montagne colorate da un cupo color verdastro, e adombrate di un grigio possente], impreziosite da una fotografia lugubre [curata da Amir M. Mokri] quanto basta, e una sceneggiatura [di Bragi F. Schut], che mantiene sempre un certo livello, soprattutto nei dialoghi tra Behmen e Felson sulla presenza di Dio, e sulla malvagità della Chiesa, di cui, a loro discapito, sono stati rappresentanti.

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Il dubbio su quale sia davvero la vera identità della ragazza, se sia una strega o soltanto un’umile donna verso la quale tutti riversano le loro paure, immaginando sia capace di chissà quali efferatezze, è una trovata acuta e funzionale, perché riesce così a dimenticare i pochi punti morti del film. Le magie di cui è capace la ragazza, poi, insaporiscono il tutto. Peccato che Behmen sia poco caratterizzato, e risulti, perciò, abbastanza distante. Non si capisce la velocità con cui effettua il suo personale esame di coscienza, che lo porta a chiudere i ponti con la Chiesa. Cage non riesce a dare espressività al suo personaggio, mentre è molto abile Perlman, che regge bene il gioco. Non da meno Moore, che riesce a dare umanità, seppur dosata, alla figura del prete, inizialmente indisponente, mentre Foy, alternando il viso angelico e puro a quello affascinante e cattivo, dosa bene il personaggio, caricando così le sue “guardie del corpo” di condizionamenti e suggestioni.

Il finale, seppur scontato, è ricco di mostri volanti nei quali si cela il diavolo, smaniosi nei confronti delle letture esorciste che legge, tentennando, Debelzaq, e vigorosi fino alla fine. L’ultimo dei templari è un film che dà un senso all’avventura, e che non risparmia certo espedienti utili alla messa in scena di contesti imprevisti e spettacolari. Poco importa se è poco fedele al periodo storico, verso il quale non è costretto a portare rispetto. L’ultimo dei templari uscirà il 15 Giugno al cinema, distribuito da Medusa.

Gilda Signoretti

 

Regia: Dominic Sena

Con: Nicholas Cage, Ron Perlman, Claire Foy, Stephen Campbell Moore

Uscita in sala in Italia: mercoledì 15 giugno

Sceneggiatura: Bragi F. Schut

Produzione: Atlas Entertainment, Relativity Media

Distribuzione: Medusa Film

Anno: 2011

Durata: 95’

InGenere Cinema

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