Tre donne, discinte e spregiudicate, si ritrovano nel mezzo del deserto del Mojave, a scavare nella sabbia alla ricerca di un ipotetico tesoro sepolto da un ancor più imprecisato malvivente.
Tre femmine forti, scattanti e veloci come faine, nonostante l’ingombro al silicone, ricordo di un felice passaggio sotto i ferri chirurgici.
Tre signore diverse, pur se legate a doppio nodo una con l’altra, che vedranno trasformarsi in maniera definitiva, nell’arco dei 109’ di durata del film, i loro rapporti interpersonali: Hel [Erin Cummings], ricca ed enigmatica imprenditrice dalla rossa chioma; Camero [America Olivo], un’ex-detenuta, ancora nel giro del narco-traffico e Trixie [Julia Voth], una stripper.
Le opere di scavo delle tre “superdotate” saranno interrotte dall’arrivo di un fastidioso [quanto idiota] punk dai denti marci e della sua alleata, una giovane cinese in mise da scolaretta, armata di un mortale yo-yo dotato di quattro taglienti lame a uncino. Un piccolo intoppo che farà slittare solo di poco il vero sorgere dei problemi: Camero è, infatti, follemente invaghita di Hel [con la quale pare abbia anche avuto una qualche relazione proprio nei mesi passati in cella], ed esploderà nella furia più cieca e disperata quando scoprirà che la sua innamorata sta in realtà intessendo una relazione con l’avvenente e svampita Trixie.
Bitch slap – Le superdotate [2009] è Russ Meyer in primis, con il suo cult Faster, Pussycat! Kill! Kill! [1965], ma anche tutta un’altra succosa scrematura del cinema sexploitation anni ’70, tirata in ballo da Richard Jacobson [Bad Guys, 2008] e mescolata in un sensuale omaggio audiovisivo agli istinti più bassi.
Che Jacobson abbia guardato direttamente al duo Tarantino–Rodriguez e al loro continuo gioco citazionistic,o con il cinema di quarant’anni fa, è fin troppo palese. Bitch Slap fa pensare proprio ad un esperimento para-Grindhouse [2007], per il suo essere diretto discendente da un Genere del passato, e parente stretto di alcuni riconoscibilissimi titoli. Ma l’esperimento non riesce completamente, auto-castigando una ricostruzione così ‘70ies in un habitat visivo troppo pulito e patinato.
Nessuna vera sorpresa, niente di “esageratamente indietro” come solo quattro anni fa erano stati l’A prova di morte di Tarantino e, soprattutto, il Planet Terror di Rodriguez.
Eppure Bitch slap gli input sarebbero stati tanti: oltre a quelli già citati, una piccola [e molto poco sfruttata] parentesi da woman in prison, che vede la breve scena di addio tra Camero e Hel, che lascia la prigione; un siparietto sexy delle tre che, intente a scavare nell’afa del deserto, iniziano a lanciarsi addosso secchiate d’acqua fresca, e una trama da spy-movie messa in ballo tanto per non lasciare niente di intentato.
Il problema è che risulta tutto superfluo, artificiale [e messo insieme da un chirurgo decisamente poco esperto].
I rimandi al duo del Grindhouse si sprecano: oltre ai combattimenti tra donnone, e all’apparizione, ad un certo punto, di una katana, che riportano dritti a Kill Bill [Quentin Tarantino, 2003], la presenza, in veste di stant-coordinator di Zoë Bell [controfigura di Uma Thurman proprio in Kill Bill e protagonista di A prova di morte].
Per rompere un po’ la monotonia della vicenda, gli autori hanno pensato di giocare il tutto su continui rimandi al passato, giochi di flashback nel flashback. Un gioco divertente, ma davvero abusato, che rischia di annoiare, alla lunga; lo stesso incipit è utile unicamente a scaturire un enorme ritorno al passato, davvero troppo “telefonato”. Buona, invece, l’intuizione di supportare gli sbalzi temporali con un cambio di ruolo delle tre protagoniste, così come molto riuscita risultano i citazionistici titoli di testa.
Nel cast Kevin Sorbo e Michael Hurst, direttamente dalla serie televisiva Hercules [1995-2000].
Divertente a tratti, ma insipido.
Luca Ruocco
Regia: Rick Jacobson
Con: Julia Voth, Erin Cummings, America Olivo
Uscita in sala in Italia: venerdì 22 luglio 2011
Sceneggiatura: Eric Gruendermann, Rick Jacobson
Produzione: Bombshell Pictures, IM Global
Distribuzione: Eagle Pictures
Anno: 2011
Durata: 109’