Dopo il thriller Animal, del 2005, mai uscito in Italia, Roselyn Bosch, regista francese, ha ripreso il posto da regista [è anche una sceneggiatrice e produttrice] per un altro film, di tutt’altra pasta. Stiamo parlando di La Rafle, che anziché venire tradotto letteralmente in Italia con “la retata”, riporta un titolo inadatto al contesto del film, e cioè Vento di primavera. Uscito in Italia il 27 gennaio 2011, in occasione delle consuete celebrazioni racchiuse nella Giornata della memoria, in ricordo della Shoa, Vento di primavera, [che vanta una co-produzione che unisce Francia, Germania e Ungheria] traccia alcune linee guida relative all’occupazione tedesca in Francia, precisamente quando a Parigi, nel 1942, nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1942, 13.000 ebrei furono arrestati dai nazisti e radunati presso il Velodrome d’Hiver, o nel campo di Drancy, da dove sarebbero stati fatti defluire per raggiungere i vari campi di concentramento.
Il film descrive i primi tragici impatti con l’olocausto attraverso gli occhi dei bambini, ed è forse proprio a causa della costante infantile che il film risulta troppo romanzato, e perciò associato sempre più ad una fiction nostrana. Qui i bambini fanno la conoscenza di Annette, una giovane infermiera protestante [Mélanie Laurent] che, con il dottor Sheinbaum [Jean Reno], farà di tutto per opporsi a quello scandalo, privando sé stessa del cibo, per dimostrare alle autorità, e al primo ministro Laval [Jean-Michel Noirey] in particolare, che i bambini sono mal nutriti, e che bisogna intervenire.
Vento di primavera non regge. Risulta molto pallido, per niente rievocativo e privo di originalità. I personaggi, poi, non sono ben definiti. Jean Reno arriva nel film dopo circa 40 minuti, e non dà alcun aiuto alla riuscita del film, seppur sia un attore molto capace.
Lo stesso vale per Mélanie Laurent [che abbiamo avuto modo di apprezzare in Bastardi senza gloria, di Tarantino] interpreta un personaggio più contraddistinto rispetto agli altri coprotagonisti, ma comunque inefficace. Peccato, perché Laurent è certamente un’attrice dalle grandi potenzialità. Lo stesso vale per Gad Elmaleh, che interpreta Schmuel Weismann, ebreo, padre di tre figli.
Il suo personaggio è troppo statico, ininfluente. Il grosso problema di questo film sta nella sceneggiatura, superflua einconsistente. Lo stesso può dirsi per la musica [di Christian Henson], troppo penosa, ma in linea con il lato fiction che il film, purtroppo, sposa alla grande. Per non parlare poi degli intermezzi nei quali ci si sofferma su Hitler, mentre detta ordini sul rastrellamento dall’alto delle montagne bavaresi, dove dimora, o sulle negoziazioni tra Laval, il generale Pètain [Roland Cope]e i rappresentanti del regime di Vichy.
Si ha la sensazione che Rose Bosch abbia voluto lavorare su un film estremamente didattico, privo di qualunque forza d’impatto, nonché di arte. Eppure l’idea era degna di nota, anche perché non era mai stata affrontato, in modo così diretto, dal cinema francese, il rastrellamento ebraico avvenuto in Francia.
Vento di primavera, uscito in dvd il 15 Giugno 2011, è distribuito dalla Videa-CDE e da Eagle Pictures in una edizione che contiene al suo interno un making off molto interessante, perché mostra alcune giornata di lavoro molto intense della lavorazione, con le testimonianze di alcuni sopravvissuti, sulle cui storie si ambienta il film.
Gilda Signoretti
Regia: Roselyn Bosch
Con: Jean Reno, Mélanie Laurent, Gad Elmaleh
Durata: 120’
Formato: 2.35:1 – 16:9
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1
Distribuzione: Videa-CDE [www.videa-cde.it], Eagle Pictures [www.eaglepictures.com]
Extra: Making off; trailer