Quanti sono gli spin-off e gli epigoni di Godzilla, il re della lucertole atomiche? Le somme non sono semplici da tirare visto che, seguendo la moda lanciata dal rettile gigante più famoso del mondo, animali di ogni genere, dalle tartarughe alle falene, hanno iniziato ad emularne la metamorfosi e le imprese.
Proprio per inserirsi in questo sotto-Genere, Mosaico Media distribuisce, in un’edizione DVD a tiratura limitata di 999 copie, l’emulo coreano del più famoso lucertolone giapponese: Yongari – il più grande mostro [Kim Duke, 1973].
Una leggenda del luogo narra dell’esistenza di un gigantesco rettile che, vivo sotto la superficie terreste, sia la causa sprigionante di terremoti e catastrofi con il semplice movimento del corpo. Un giovane pilota aero-spaziale, da poche ore partito per il viaggio di nozze, viene richiamato con urgenza in servizio, per monitorare dall’alto le conseguenze di un test nucleare non autorizzato effettuato in Oriente. Una volta partito, i collegamenti con la base si fanno sempre più difficili e sembra che una forte ondata sismica si stia spostando, con incedere lento ma inesorabile, proprio verso la Corea.
E’ facile fare due più due: le leggende degli avi non erano poi così campate in aria e il piccolo disastro atomico ha avuto come unico risultato quello di riportarle in superficie. Yongari, un enorme dinosauro con un grande corno fluorescente sulla cima del muso, inizia a distruggere, più o meno volontariamente, tutto quello che si frappone fra lui e l’agognato cibo. Appena risvegliato da un sonno millenario, infatti, il mostro non potrà che piegarsi ai morsi della fame e cominciare a cercare del combustibile, pappatoria di cui va davvero ghiotto, e da cui derivano i suoi devastanti poteri [lanciare fiamme dalla bocca e raggi laser dagli occhi e dal corno].
Da dire c’è davvero poco, Yongari – Il più grande mostro si commenta da solo. Innanzitutto la trama è davvero striminzita: un giovane scienziato e un bambino si mettono sulle tracce del mostro, il primo per fermalo, l’altro spinto da una curiosità incontrollabile, ed è proprio il secondo a scoprire, per caso, che il dinosauro è allergico all’ammoniaca e ai suoi derivati.
Da vedere, per gli appassionati del trash più oltranzista: il bocchettone da cui fuoriescono le fiamme, all’interno delle fauci di Yongari, è più che visibile, e ad un certo punto il dinosauro si concede, senza alcun motivo, un momento di danza [con movimenti neanche troppo differenti da quelli di dolore per le docce di ammoniaca] seguito dal ragazzino. Peccato per i numerosi salti di montaggio.
Uno spin-off orientale del Paranormal Activity [2007] di Oren Peli è il Paranormal Activity: Tokyo Night [2010] di Toshikazu Nagae. Il film, andando in controtendenza rispetto ai tanti remake made in USA che guardano ad un originale asiatico, estrapola meccanismi e blanda trama dall’originale del 2007 e tenta un ancor più debole adattamento.
Haruka [Noriko Aoyama] è la giovane protagonista che, a inizio film, ritorna a Tokyo dopo una vacanza negli Stati Uniti dove, a causa di un grave incidente d’auto, ha riportato fratture scomposte ad entrambe le gambe. Una volta a casa sarà il fratello Koichi [Aoi Nakamura] a prendersi cura di lei.
Il ragazzo, però, oltre che un ottimo infermiere è anche un amante viscerale del video-editing casalingo e un piccolo dubbio della sorella malata, circa lo spostamento della sedia a rotelle durante la notte, fa scattare in lui la furia del vigilante notturno.
Con un paio di videocamere, e una piccola sala regia, Koichi inizia a monitorare camera sua e quella della sorella: due camere! Non ci crederete ma anche questo semplice sdoppiamento delle camere da letto è motivo di diversità per la produzione del film. E una seconda differenza ce la aggiungiamo noi: se il Paranormal Activity di Peli si svolgeva tra la camera da letto e il bagno della casa, questa volta ad avere la supremazia sulle altre stanze è la cucina, dove i due ragazzi pranzano, cenano, fanno colazione, discutono… sempre con una caraffa d’acqua con dentro un pesce combattente.
Per il resto il film vorrebbe essere copia conforme dell’originale, ma è proprio nell’eccessiva emulazione [a cui si aggiunge la fiacca interpretazione dei protagonisti] che Tokyo Night trova il tracollo definitivo: tentare di ricalcare un film che in potenza sarebbe riuscito ad essere un ottimo cortometraggio, ma che dilungato e pedissequo finiva per diventare soporifero non è granché come scommessa su cui puntare.
Il titolo, distribuito dalla Dall’Angelo Pictures, è consigliato esclusivamente ai fanatici della serie creata da Peli che non vorranno perdersi questa rielaborazione in salsa orientale.
Yongari – Il più grande mostro
Regia: Kim Duke
Con: Lee Hunter, Young Onil, George Stampleton
Durata: 68’
Formato: 4:3 – 1.33:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0
Distribuzione: Mosaico Media [www.mosaicomedia.it]
Extra: /
Paranormal Activity: Tokyo Night
Regia: Toshikazu Nagae
Con: Aoi Nakamura, Noriko Aoyama
Durata: 90’
Formato: 16:9 – 1.85:1
Audio: Italiano 5.1, Giapponese Stereo
Distribuzione: Dall’Angelo Pictures [www.dallangelopictures.com]
Extra: /