Prima un aereo per la Francia, poi un’autostrada, un luna park e un circuito automobilistico, adesso per concludere in bruttezza il crollo di un ponte. A undici anni di distanza approda nelle sale quello che dovrebbe – lo speriamo vivamente visti gli esiti – essere l’ultimo capitolo della saga in cinque truculenti atti di Final Destination, frullato andato a male di fantascienza, thriller e horror, a stelle e strisce. Ma il cinema, in particolar modo quello made in Hollywood, ci ha insegnato nei decenni a non dare mai nulla per scontato, anche se l’epilogo e i titoli di coda di questo quinto episodio dichiarano apertamente la volontà dei produttori e degli sceneggiatori di ricongiungere i fili delle diverse storie che hanno animato la saga in questo decennio, chiudendo di fatto il cerchio.
L’ingrato compito di mettere la parola fine è toccata all’esordiente Steven Quale, assistente di lungo corso di James Cameron, che eredita la graduale e sempre più pesante disgregazione della saga lasciata dai due registi che si sono alternati dietro la macchina da presa nei capitoli precedenti, che rispondono ai nomi di James Wong [Final Destination e Final Destination 3] e David R. Ellis [Final Destination 2 e Final Destination 3D].
Il modus operandi sul quale si regge la fragilissima e risicata architettura narrativa rimane invariata, con l’aggravante che trama e plot sono ridotti al minimo indispensabile e lo sviluppo dei personaggi che li percorrono ridotti al lumicino. Se nei primi due capitoli si sono visti sprazzi di scrittura, in quelli seguenti l’asticella si è abbassata drasticamente sotto la soglia della mediocrità, fino a raggiungere i pessimi risultati di questo ultimo appuntamento con la morte. Stavolta è il turno di un gruppo di colleghi diretto in autobus ad un raduno aziendale trovarsi faccia a faccia con la morte, salvandosi dal crollo di un ponte grazie alla solita premonizione di uno di loro. Ma, come ci ha insegnato la log-line della serie, il decesso è inevitabile; è solo questione di tempo.
In Final Destination 5 tutto è tremendamente prevedibile, un continuo dejà vu di cose già viste e riviste. La suspense e l’attesa non producono gli effetti sperati sulla platea, sulla quale viene riversata, con gettate tridimensionali di anfratti, interiora e detonazioni, la spettacolarizzazione del decesso tipica del gioco al massacro al quale il pubblico della prima decade del nuovo millennio è stato abituato dalle innumerevoli pellicole partorite dal filone catastrofico e da quello del torture porne. In tal senso, dal primo prende in prestito l’ineluttabilità del fato e la spettacolarità della devastazione, dal secondo il carattere voyeurstico attribuito alla visione passiva inflitta al pubblico. Non c’è sadismo, al contrario si punta su un mix mal riuscito di ironia e angoscia per qualcosa che prima o poi succederà, legata a circostanze fortuite e non a efferati delitti perpetrati dall’omicida di turno. Anelli di congiunzione sono gli effetti splatter, che fanno ovviamente parte dei meccanismi innescati per la fruizione, resa persino divertente dal contributo tecnico della ripresa stereoscopica, che nel film funziona a fasi alterne [la lunga sequenza del crollo del ponte e la catena di morti che ne segue, quella dell’allenamento di ginnastica].
Sul resto, è meglio stendere un velo pietoso, anche perché Quale si limita a mettere in quadro l’escalation di morte, cercando il modo più efficace per accrescere il lato spettacolare del perire. L’unica preoccupazione del film e dei suoi creatori è dunque quella di aumentare a dismisura il numero di vittime nel pallottoliere, molto probabilmente perché per loro l’importante non è quando e se i protagonisti della vicenda perdono la vita, piuttosto come e quanto ci vuole per eliminarli dalla faccia della Terra.
Francesco Del Grosso
Regia: Steven Quale
Con: Nicholas D’Agosto, Emma Bell, Tony Todd
Uscita in sala in Italia: venerdì 7 ottobre 2011
Sceneggiatura: Eric Heisserer
Produzione: New Line Cinema, Warner Bros. Pictures, Pratical Pictures, Parallel Zide, FlipZide Pictures
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Anno: 2011
Durata: 95’