Il senso che rimane addosso, subito dopo la visione di Cowboys & Aliens [2011], è lo stesso che si prova ad essere costretti a rimanere per un po’ di tempo rinchiusi dentro un luogo in calamitoso disordine, in cui si annusa la spasmodica smania di raccolta di quel “tutto” fatto di oggetti trovati in giro, che non debbano trovare per forza una comune coesione, ma hanno ugualmente il diritto di sfilare l’uno accanto all’altro come soldati bardati di divise differenti nel medesimo esercito.
Il film è materia magmatica, che prende da più parti, ma fonde nel tutt’uno informe, e la variegata struttura è solo materializzazione delle tante mani [menti] che l’hanno impastata: cinque alla sceneggiatura [Alex Kurtzman, Roberto Orci, Damon Lindelof, Hawk Ostby, Mark Fergus], una alla regia [Jon Favreau], ma anche autorevoli nomi come Steven Spielberg e Ron Howard, intervenuti sulla produzione.
Un film che avrebbe dovuto racchiudere in sé la potenzialità di Sentieri selvaggi di John Ford e di Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg, e che parte in quarta con i diritti acquisiti dalle major quando ancora l’omonima graphic novel di Scott Mitchell Rosenberg era solo un titolo e una copertina che ritraeva un cowboy a cavallo che tentava di fuggire da un disco volante. L’infatuazione di un’idea, così rivoluzionaria da tentare di fondere insieme due generi tanto diversi, probabilmente troppo contaminata dall’industria hollywoodiana e decisamente sfuggita dalle mani dei suoi tanti creatori che, eccessivamente accecati dall’entusiasmante progetto, hanno finito per minarne le basi.
1873, Arizona. Per le vie semideserte dell’arida cittadina di Absolution, si fa strada uno straniero [Daniel Craig], un cowboy dall’aria smarrita che porta al polso un avveniristico bracciale di cui non conosce provenienza e significato. L’uomo, che sembra aver dimenticato ogni cosa riguardo al suo passato e alla sua identità, si troverà a dover affrontare innanzitutto la tenace diffidenza degli abitanti del posto, resi inospitali dalle difficili condizioni di vita che l’ambiente gli impone, e dal governo tirannico del dispotico colonnello Dolarhyde [un Harrison Ford perfetto nel ruolo del vecchio antipatico che si trincera dietro una finta assenza di sentimenti].
Quello che nessuno avrebbe potuto prevedere è che l’arrivo in città del misterioso sconosciuto sarà solo il primo passo di una palese invasione di creature inumane che, scese dal cielo a bordo di strani congegni dalla forma sospesa a metà tra l’organico e il meccanico, sembrano avere tutta l’intenzione di far razzia di umani, per avere sempre una buona scorta di cavie per esperimenti genetici, e di oro, cosa di cui pare essere convinta l’altrettanto misteriosa Ella [Olivia Wilde], che sembra saperne davvero tanto sugli strani demoni arrivati a distruggere il villaggio.
Iniziamo a tirare le somme: uno smemorato giunto in città bardato di un prodigioso bracciale, una misteriosa donna che pare avere al contrario più notizie di quante dovrebbe, una città di infelici arroccata attorno ad un vecchio autoritario, si trovano a fronteggiare un’invasione di mostri dalla spazio. Non basta. Perché non infilarci anche una banda di fuorilegge e un gruppo di guerrieri Chiricahua Apache; dopotutto siamo nel vecchio West, ed è più che giusto che le creature scese da cielo con cattive intenzioni possano saggiare un po’ delle differenti realtà presenti sul territorio, prima di decidere se metter radici sul pianeta azzurro.
Nonostante questa sovrabbondanza di elementi, però, quello che i tanti autori di Cowboys & Aliens non riescono ad evitare, con le tante scene d’azione ma anche a causa dei sovrabbondanti 118’ di durata, è il tedio serpeggiante contro cui nulla possono neanche le creature dall’aspetto davvero poco futuribile di enormi tartarughe preistoriche [e il non ricercare troppo il futuribile è uno dei punti vincenti del film, visto che gli alieni volano su astronavi dalla forma animalesca e praticano le loro abduction con dei lunghi tentacoli simili a lazos], con tanto di doppio paio di braccia atrofizzate conservate sotto la corazza pettorale, create da Shane Mahan, dallo Stan Winston Studio e vivacizzate dal Light & Magic della Lucas.
Davvero un peccato, perché l’idea di proporre un’invasione aliena atipica [proprio perché ambientata in un periodo storico così caratteristico] avrebbe meritato un diverso sviluppo.
Luca Ruocco
Regia: Jon Favreau
Con: Daniel Craig, Harrison Ford, Olivia Wilde
Uscita in sala in Italia: venerdì 14 ottobre 2011
Sceneggiatura: Alex Kurtzman, Roberto Orci, Damon Lindelof, Hawk Ostby, Mark Fergus
Produzione: Imagine Entertainment, DreamWorks SKG, Kurtzman/Orci, Platinum Studios
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2011
Durata: 118’