Woody Allen è ancora imbrigliato nel suo drammaturgico tour d’Europa che, dall’Inghilterra di Match Point [2005] alla Spagna di Vicky Cristina Barcelona [2008], lo riporta oggi nella capitale francese che già lo aveva tentato due volte, nel 1965, con Ciao, Pussycat, e nel 1996 con Tutti dicono “I love you”.
Con Midnight in Paris, Allen firma la sua dichiarazione d’amore nei confronti di una Parigi che è riuscito a stregarlo tanto da piazzarsi al secondo posto nel suo cuore, dopo la sua città natale, New York.
E questo amore per Parigi si esplica dal primo istante, inondando i primissimi minuti di film, del tutto privi di dialogo, di persone e personaggi, unicamente dedicati a mostrarne le bellezze storiche e architettoniche irrorate, nella seconda tranche, da una pioggia battente da non sottovalutare, visto che sarà protagonista involontaria dei momenti nodali della storia.
Credibile alter ego del regista è Gil [Owen Wilson], sceneggiatore hollywoodiano con il sogno di darsi alla scrittura di un romanzo, in vacanza a Parigi con la futura moglie Inez [Rachel McAdams], al seguito dei suoceri in viaggio d’affari.
Gil, eterno sognatore sporco della più spietata tra le industrie cinematografiche, vede nella capitale francese la concretizzazione di quei sogni d’arte che l’America gli aveva assassinato. Nonostante faccia di tutto per non accorgersene, il cordone di pesante realismo formato da promessa sposa e suoceri, poi, non fa altro che indirizzarlo sulla strada, per lui impossibile da percorrere, del più freddo e cosciente razionalismo.
Quello che Gert non si aspetta, però, è che Parigi abbia in serbo per lui la più improbabile delle sorprese e che i rintocchi della mezzanotte di una chiesetta nascosta tra vecchie viuzze, sia la porta che conduce al periodo storico a lui più affine, nel luogo che aveva scelto come patria adottiva.
La Parigi del 1920 lo accoglie amorevole, e Gil si lascia piacevolmente trasportare indietro nel tempo dalle parole di quelli che fino a poche ore prima erano per lui solo dei miti della letteratura e della Storia dell’Arte: fra i tanti, i signori Fitzgerald [Tom Hiddleston e Alison Pill], Ernest Hemingway [Corey Stoll], Salvador Dalì [Adrien Brody], Gertrude Stein [Kathy Bates].
Il confronto diretto con i suoi ispiratori insegnerà a Gil a rapportarsi in maniera più sincera con il suo estro creativo e, ancora più importante, con la vita. Sogno o allucinazione, il suo viaggio nel passato gli aprirà anche gli occhi del cuore, tramite la conoscenza di una delle muse di Pablo Picasso, Adriana [Marion Cotillard].
Midnight in Paris è una fiaba moderna, decisamente colta, che usa l’ironia per lavorare sulla realtà e sulla responsabilità individuale della costruzione di ciò che viene chiamato destino o futuro.
Un viaggio nel passato carico di rimandi letterari, filmici e artistici [fra tutti davvero ilare è “il rinoceronte” di Dalì], e di qualche cliché un po’ stonato [Gil che suggerisce a Buñuel spunti per film, o che tenta di acquistare dei Matisse originali a pochi franchi], ma che offre un intrattenimento solido, attraverso una commedia dalla trama semplice ma organica come poche.
Luca Ruocco
Regia: Woody Allen
Con: Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Carla Bruni
Uscita in sala in Italia: venerdì 2 dicembre 2011
Sceneggiatura: Woody Allen
Produzione: Mediapro, Versatil Cinema, Gravier Production Pontchartrain
Distribuzione: Medusa Film
Anno: 2011
Durata: 94’