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IL GATTO CON GLI STIVALI di Chris Miller

gatto1Prima o poi, anche ai personaggi cosiddetti secondari viene data un’opportunità, che permette loro di emergere, e d’improvviso vestire i panni di benemeriti protagonisti. È questo il caso de Il gatto con gli stivali, classica fiaba di stampo italiano, scritta da Giovanni Francesco Straparola a metà del ‘500, e oggetto di numerosi riadattamenti, di cui i più rivelanti sono certo quelli di Perrault e dei fratelli Grimm] che torna per la quarta volta al cinema [una prima volta nel 1969, in una versione giapponese, Il gatto con gli stivali, diretta da KimioYabuki, poi in un altro film di animazione, sempre con l’omonimo titolo nell’‘88, diretto da Eugene Marner, e poi in Shrek 2, diretto da Adamson, Asbury e Vernon, dove, pur non essendo protagonista, Gatto lascia il segno], questa volta per un cartone in 3D diretto da Chris Miller [sceneggiatore oramai affermato, ricordiamo la sua collaborazione in Zeta la formica, del ’98, e in Shrek 2, che lo impegnerà nelle vesti di regista, insieme con RamanHui, nel capitolo successivo, del 2007, e poi in Piovono polpette, del 2009, diretto con Phil Lord].

Gatto e HumptyDumpty, un gatto e un uovo, sono entrambi orfani. Cresciuti insieme fin dalla tenera età, durante la quale, essendo poveri, hanno speso fatto ricorso a piccoli furti per sopravvivere, troveranno presto una sistemazione presso una casa famiglia, diretta da una donna dal fisico possente, che non farà mancare loro nulla.

gatto2Gatto e HumptyDumpty, però, dovranno difendersi dalle angherie degli altri trovatelli, che, data l’incapacità di HumptyDumpty nel muoversi facilmente, e le sue insicurezze, troveranno in lui la vittima su cui divertirsi. Sarà Gatto a difenderlo tenacemente, in un’occasione, e da quel momento i dispetti diretti al povero uovo verranno scemando. Un bel giorno, però, Gatto, sdraiato sul tetto a godersi il sole, fiuta il pericolo: un toro, liberatosi dalla gabbia entro la quale era chiuso, sta per assalire una signora. È solo grazie alla tempestività di Gatto che il fatto non degenera in tragedia, e il gesto eroico di Gatto gli varrà la gratitudine della cittadina, che lo premia donandogli un cappello piumato e un originale paio di stivali. Non è finita. HumptyDumpty, infatti, mostra invidia nei confronti della popolarità raggiunta da Gatto, e così lo inganna, rendendolo involontario partecipante di un furto in banca. Solo il tempo darà modo ad HumptyDumpty di riflettere sulla sua cattiva condotta, e dimostrare a Gatto, in cerca con Kitty [una gattina che ha conosciuto da poco] dei pregiati, e tanto sognati, fagioli d’oro, quanto sia cambiato.

Avevamo lasciato Gatto in Shrek 3, al cui successo aveva di certo contribuito anch’egli. Perché un film sul celebre gatto?  Innanzitutto perché Gatto è spavaldo, simpatico, audace, è un personaggio affascinante, di grande personalità, combattivo e onesto, concreto e amabile. Come tutti i colleghi felini, è sempre in stato di allerta, anche quando dorme, e fiuta immediatamente il pericolo.

Il gatto con gli stivali è un film di animazione molto divertente, vulcanico, che fa davvero ridere, e che, nonostante sia essenzialmente di stampo moderno, con ritmo e frenesia ad alti livelli, conserva però alcuni elementi tipici del genere, come il continuo ricorso alla morale [che in ogni caso è qui trattata senza dare spazio a tediosità o buonismi], ad esempio, e soprattutto per una storia ben definita, che, pur non rispettando le linee conosciute della fiaba, da cui prende le distanze, è valida, e non si impoverisce per dare spazio alle continue corse contro il tempo e alle isterie che purtroppo sembrano appartenere a molti cartoni animati e film d’animazione di oggi.

gatto3Se il 3D risulta un po’ sciapo, lo stesso non può dirsi per la sceneggiatura [di Tom Wheeler e David H. Steinberg], che segue vibranti frequenze, senza mai perdere quota. A prestare la voce a Gatto è Antonio Banderas, che, con i suoi toni caldi e fermi, aiuta a dare calibro al personaggio. La sua voce forte è un po’ inconsueta, se pensiamo che appartiene ad un gatto dal corpo piccolo, anche se vigoroso. Alcune movenze di Gatto, come pure quelle di Kitty e di HumptyDompty, sono state disegnate proprio prendendo ad esempio la fisicità dei loro doppiatori.

De Il gatto con gli stivali ricorderemo soprattutto i suoi occhi magnetici, capaci di stregare e incantare chiunque, anche una guardia carceraria, che si intenerisce a tal punto da aprirgli la porta della prigione, senza ravvedersene, oppure il suo buffo modo di bere il latte, proprio come un lord inglese, sicuramente spassoso. HumptyDumpty, preso in prestito da una vecchia filastrocca, e presente anche nella famosa Alice nel paese delle meraviglie, è la spalla di Gatto, ma nello stesso tempo anche la sua nemesi. È invidioso della forza e generosità dell’amico, che ha sempre considerato un fratello, lui, che è invece così fragile e insicuro. Kitty, da tutti meglio conosciuta come Zampe di Velluto, è una gatta eccentrica, sensuale, la cui personalità rimane un po’ adombrata. Simpatica la caratterizzazione della coppia di cattivi, Billy [Bob Thornton] e Jill [Amy Sedaris], che, osteggiando i tre amici interessati ad impossessarsi dei fagioli d’oro, conservati nel carrettino che trasporta maiali.

Il gatto con gli stivali uscirà nelle sale italiane venerdì 16 dicembre distribuito da Universal Pictures.

Gilda Signoretti

 

Regia: Chris Miller

Con: Antonio Banderas, Zach Galifianakis, Salma Hayek

Uscita in sala in Italia: venerdì 16 dicembre

Sceneggiatura: Tom Wheeler, David H. Steinberg

Produzione: DreamWorks Animation

Distribuzione: Universal Pictures

Anno: 2011

Durata:90’

InGenere Cinema

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