Sean [Emile Hirsch] e Ben [Max Minghella] sognano un futuro dorato mentre volano dagli Stati Uniti alla Russia, per assistere alla compravendita di un nuovo tipo di social network da loro creato.
Una volta sbarcati in terra russa, però, i due giovani rampanti si vedranno soffiare il progetto da Skyler [Joel Kinnaman], affarista svedese a cui i giovani americani si erano affidati e che, invece, aveva approfittato della loro buona fede.
Mentre i due gabbati cercano di annegare i dispiaceri nell’alcool, assieme ad altre due turiste americane [Olivia Thirlby e Rachael Taylor], già notate sul social network e incontrate in un locale notturno, un improvviso blackout si farà preludio di un’improvvisa e inaspettata apocalisse.
Una volta fuori dal locale, i giovani assisteranno ad un’incantevole discesa di luci dal cielo, una sorta di meduse luminose che adagiandosi sul palazzi e strade, poi scompaiono definitivamente.
La curiosità e l’incanto, come da manuale, diventano rapidamente terrore: le forme luminose sono in realtà creature aliene dotate di armature che riescono a renderli invisibili, arrivati sulla terra per far incetta di ogni tipo di minerale conduttore di elettricità. Per lavorare in tutta tranquillità, gli invasori non hanno scrupoli di sorta: nel giro di qualche giorno dallo sbarco, l’umanità è ridotta a poche migliaia di sopravvissuti. Il solo contatto con i fasci d’energia prodotto dagli alieni riduce ogni essere vivente in un mucchio di polvere [chi diceva “cenere alla cenere”?].
I quattro americani e l’insolente svedese si troveranno, stranieri in patria russa, a tentare di sopravvivere, all’interno di scenari apocalittici a dire il vero finalmente dissimili dai soliti cliché, ma solo durante la prima parte del film, quando i giovani si muovo all’interno di piazze e luoghi folcloristicamente moscoviti, per poi adeguarsi alla media di palazzi in rovina, centri commerciali, soffitte, e compagnia bella.
Neanche stavolta l’invasione riesce ad emozionare. Non convincono le assurde spiegazioni che i giovani e i sopravvissuti incontrati durante “il viaggio”, tentano di darsi; non spaventano gli alieni che, a parte la delicata scena iniziale, si vedono poco, ma sarebbe stato meglio non si fossero visti affatto, a causa di una computer grafica cartoonesca dall’effetto grottesco, di certo non aiutata da un 3D che non pare decisivo.
La stessa sceneggiatura, poi, è puntellata di momenti di ironia involontaria, come l’insistente ricerca degli uffici dell’ambasciata americana che occupa una buona parte del risveglio post-apocalisse dei protagonisti, con l’immotivata convinzione di poter trovar riparo dagli invasori spaziali facendo appello ai diritti di cittadini USA.
Chris Gorak confeziona un film che si lascia guardare, ma non convince; anche puntando sul ritmo molto dinamico, il progetto s’affievolisce in un’aura di ingenuità.
Luca Ruocco
Regia: Chris Gorak
Con: Emile Hirsch, Olivia Thirlby, Max Minghella, Rachael Taylor, Joel Kinnaman
Uscita in sala in Italia: venerdì 20 gennaio 2012
Sceneggiatura: John Spaihts
Produzione: Regency Enterprises
Distribuzione: 20th Century Fox
Anno: 2011
Durata: 89’