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LA VERITA’ NASCOSTA di Andi Baiz

la-verita-nascosta-1Adrián [Quim Gutierrez] è un giovane e talentuoso maestro d’orchestra spagnolo che, all’apice della sua carriera artistica, viene nominato direttore dell’Orchestra Filarmonica di Bogotá. Il preavviso è davvero poco, ma l’occasione è troppo ghiotta per permettere un rifiuto o, almeno, un piccolo rinvio.

C’è da organizzare un rapido trasloco e sperare che Belén [Clara Lago], la sua fidanzata, voglia accondiscendere a seguirlo, per continuare insieme, in un paese nuovo e sconosciuto, la loro vita di coppia.

L’arrivo a Bogotá è segnato, inizialmente, dai classici punti cardine, utili a sostituire in fretta la reale quotidianità della coppia con una supposta, fittizia: la scelta di una nuova casa e l’arredo, sono quindi i primi tasselli di un futuro, supposto, felice.

Nell’immenso puzzle della futura vita di coppia, però, qualche tassello inizia a mancare: Belén sorprende un paio di volte Andrián in atteggiamenti intimi con una violinista dell’orchestra, e la casa scelta dai due, lontana dal centro cittadino, per assecondare il capriccio d’artista di lui di voler vivere quotidianamente i due lati della natura, buono e cattivo, per giovare alla sua ispirazione, inizia a sembrare una trappola alla giovane donna.

la-verita-nascosta-2Le giornate vissute da sola all’interno dell’enorme casa, presa in affitto da un’anziana donna tedesca, intenzionata a ritornare in Germania dopo la scomparsa dell’amato marito, non fanno altro che amplificare l’ossessione dei suoi pensieri. La gelosia diventa insopportabile e l’affetto che il marito tenta di dimostrarle, non basta a rompere il silenzio dell’enorme casa, né a scaldarle il cuore ghiacciato da una delle tante tempeste che puntellano il film [ritorna alla mente lo Sturm und Drang, Tempesta e Assalto, che in un film così legato alla musica d’orchestra lega bene].

A questo punto il diavolo ci mette il suo zampino: durante una normale discussione con la padrona di casa, Belén confida i suoi dubbi riguardo l’effettiva fedeltà del marito e l’anziana teutonica sembra offrirne la soluzione perfetta.

Belén viene a sapere che l’ex padrone di casa era un gerarca nazista fuggito a Bogotá, che aveva ben pensato di costruire all’interno delle parete dietro l’armadio, in camera da letto, un bunker inespugnabile, con grandi vetri per permettere all’ospite di poter osservare i movimenti in casa nascosto dietro gli specchi dell’armadio e del lavabo, in bagno.

L’anziana consegna a Belén la chiave, consigliandole di nascondersi all’interno del bunker dopo avergli lascito un messaggio, per osservare la reazione dell’amato, e la donna non se lo lascia ripetere. Nasconde tutti i suoi abiti all’interno della stanza segreta, registra un videomessaggio all’amato per dargli un inaspettato addio, e si serra alle spalle la porta dell’armadio, tralasciando per fretta un piccolo particolare: la chiave per fuoriuscire dal bunker. Nessuno, a parte lei e la padrona di casa, tornata in Germania, sono a conoscenza della sua esistenza.

È a questo punto che la dualità della natura, messa in gioco dallo stesso protagonista, si concretizza nei due corpi di due donne affascinanti. Due concretizzazioni dell’Amore. Una, Belén, è quello già conquistato, il più sincero, probabilmente, l’altro è Fabiana [Martina García], cameriera conosciuta per caso in un locale, durante la triste ubriacatura successiva al riconoscimento dell’abbandono del giovane maestro d’orchestra.

Per seppellire in fretta il dolore di un amore finito, Adrián si lancia ciecamente in una nuova storia d’amore e, da parte sua, Fabiana sembra abituarsi troppo facilmente al senso d’invaghimento che prova per il ricco artista.

La verità nascosta [2011] di Andi Baiz gioca essenzialmente su questa dualità classica, esagerandola per eleggerla a sommo esempio. Lui, lei e l’altra sono sempre loro, caratteri riconoscibili, ma se quando lui incontra l’altra lei è presente ma impossibilitata ad agire, il gioco si scardina.

Rinchiusa nel bunker che lei stessa aveva scelto di imboccare e tradita dall’uomo che lei per prima aveva ingannato, Belén non potrà far altro che assistere impotente [spettatore per eccellenza, con il quale condivide spesso il punto di vista] alla nuova vita di coppia che nasce ed esplode, sessualmente, prima, sentimentalmente, poi.

La parte interessante dell’esperimento narrativo di Andi Baiz e Hatem Khraiche sta proprio in questa doppia narrazione della stessa storia da due punti di vista completamente opposti [quello di lei e quello dell’altra], differenziati da una profonda dissomiglianza nello stesso uso della macchina: a mano per Belén, più elegante e canonica per Fabiana.

Quello che non convince è l’esasperazione delle vicende, che degenera spesso in ironia [probabilmente volontaria, ma comunque spesso fuori luogo], che troppo stona con la drammaticità che ben si lega con una storia d’amore che narra dell’ossessione del possesso.

Interessante sarebbe stato, visto il passaggio attraverso lo specchio, l’accentuazione della morbosità del voyeurismo, che meglio avrebbe cementato la storia, piuttosto che piegarsi sul facilmente digeribile.

Luca Ruocco

 

Regia: Andi Baiz

Con: Quim Gutierrez, Martina Garcia, Clara Lago

Uscita in sala in Italia: venerdì 10 febbraio 2012

Sceneggiatura: Andi Baiz, Hatem Khraiche

Produzione: Andrés Fernando Calderòn, Cristian Conti

Distrubuzione: Moviemax Media Group

Anno: 2011

Durata: 95’

InGenere Cinema

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