Un ingombrante preludio musicale, che alterna momenti di vita quotidiana del protagonista, David [Brian Geraghty], a scene di crimini violenti, traghetta lo spettatore alla festa aziendale, per l’arrivo delle festività natalizie. David e Corey [Josh Peck] conversano divertiti insieme ad altri colleghi, quando l’attenzione del primo è attirata dalla presenza di Emily [Alice Eve], ragazza di cui David è invaghito a tal punto da non riuscire neanche a rivolgerle la parola.
Venuto a sapere del probabile abbandono dell’azienda da parte di Emily, proprio dopo le festività natalizie, costringe David ad un rapido aut aut: vincere la timidezza e invitare la ragazza a cena, o altrimenti perderla per sempre. Tra una prova poco convinta, e il successivo assurdo tentativo di approccio, David riesce a offrire a Emily un passaggio verso casa, un primo timido modo per cercare un momento di intimità e sperare che da cosa nasca cosa. Corey, però, galvanizzato dalla festa e dall’alcool, insiste per unirsi alla fresca coppia, domandando prima un passaggio, poi una sosta in pizzeria, preceduta da un salto al bancomat.
I guai inizieranno proprio quando i tre amici varcheranno la soglia del box che contiene gli sportelli bancomat. Una volta ritirato il contante, infatti, i giovani noteranno, con non poca sorpresa, che un uomo reso anonimo da un piumino con cappuccio di pelliccia sembra osservarli, restando immobile, qualche metro fuori dall’ATM [dall’inglese Automated Teller Machine].
I dubbi iniziali, riguardo l’effettiva pericolosità dell’uomo, sono resi concreti dal primo omicidio compiuto a freddo dallo sconosciuto, e senza alcun motivo, ai danni di un innocuo passante, sotto gli occhi dei tre amici impotenti. Da questo preciso istante, e per il restante 80%, ATM – Trappola Mortale [David Brooks, 2012], si trasforma in una storia d’assedio e persecuzione. I tre giovani, barricati all’interno del box bancomat, diverranno deboli prigionieri dello sconosciuto, della sua lucida quanto immotivata follia, del freddo e della rabbia che presto inizierà ad alterare la loro fermezza mentale.
ATM, film d’esordio di David Brooks, sembra volersi apparentare con la saga di Saw, varata nel 2004 dal primo capitolo firmato James Wan, proprio perché s’accentra intorno ad un improbabile sequestro, e alle torture che i malcapitati di turno dovranno subire.
Ma la somiglianza è solo suggerita, d’altronde mancherebbe di sostanza, vista la leggerezza di fondo che diversifica profondamente il film di Brooks dalla saga dell’Enigmista, leggerezza che si rispecchia anche nell’estremamente moderato uso di effetti splatter, che si racchiudono in uno paio di crani fracassati sull’asfalto, ma velati con pudore da cappucci e copricapi.
Girato in soli 20 giorni, con un budget di 3 milioni di dollari, ATM porta la firma, alla sceneggiatura, di Chris Sparlin, che nel 2010 firmò quella di Buried, di Rodrigo Cortés, che si ricandida come cantore della paura dei luoghi chiusi, poeta di claustrofobia.
Se prima era una bara, ora è un bancomat, ma sarebbe interessante indagare su questa ossessione, ancor più che parlare di ATM che, a dir la verità, qualche bella falla la dimostra proprio a livello di sceneggiatura, a partire dall’assassino che, pur potendo ascoltare perfettamente le frasi dei tre sequestrati, sente solo quel che “può” sentire, per arrivare all’estrema e inverosimile difficoltà provata dai giovani nel far scattare l’allarme dell’ATM, passando per una certa ingenuità nel gestire la condizione mentale dei tre protagonisti, che degenera troppo e troppo rapidamente.
ATM – Trappola mortale trova la sua carta più positiva nella modesta durata [90’], che aiuta a catturare l’attenzione dell’osservatore, ma si inceppa in due o tre punti nodali, davvero troppo prevedibili per un thriller. Il tutto, però, fa pensare ad una possibile serializzazione della storia.
Luca Ruocco
Regia: David Brooks
Con: Alice Eve, Josh Peck, Brian Geraghty
Uscita in sala in Italia: venerdì 17 febbraio 2012
Sceneggiatura: Chris Sparling
Produzione: Buffalo Gal Pictures, Gold Circle Films, The Safran Company
Distribuzione: M2 Pictures
Anno: 2012
Durata: 90’