Edwige Fenech torna a rivestire i panni della poliziotta nel film La poliziotta della squadra del buoncostume [1979] di Michele Massimo Tarantini, scritto e sceneggiato dal regista insieme a Francesco Milizia e Marino Onorati e prodotto da Luciano Martino.
Insieme alla Fenech per questa terza avventura della poliziotta [seconda per la nostra attrice] ci sono Alvaro Vitali, Lino Banfi, Marzio C. Honorato, Gianfranco Barra, Sal Borgese, Giacomo Rizzo, Franco Diogene e altri caratteristi compreso l’immancabile Jimmy il Fenomeno.
Gianna cambia nome da D’Amico ad Amicucci e non c’è più Mario Carotenuto nei panni del commissario. Lino Banfi è l’irresistibile commissario Scappavia che se la deve vedere con l’appuntato Tarallo interpretato da Alvaro Vitali. Divertente l’attacco del film con Banfi che va a puttane e viene arrestato da Vitali e dalla Fenech in missione speciale.
La bella attrice franco-algerina replica una parte già recitata in passato e si traveste da mignotta bionda con un abito rosso fuoco munito di generosi spacchi anteriori. Il giorno dopo i due poliziotti vengono a sapere che Banfi è il nuovo commissario e va da sé che Vitali rimedia la solita razione di sputi e scappellotti. Banfi si invaghisce della Fenech: per tutto il film lo vediamo a caccia del suo sedere e i suoi occhi cadono sempre nelle scollature aperte o tra le pieghe della gonna. Il fidanzato della poliziotta non è più Michele Gammino, ma la parte è affidata al meno efficace Marzio Honorato, che in ogni caso con Gianna va sempre in bianco. La poliziotta decide di smascherare un traffico di prostitute conteso tra il boss francese Pierre La Turaine [Sal Borgese] e l’italo americano Joe Maccarone [Franco Diogene].
La Fenech vuole convincere il commissario Nardecchia [Barra] che può entrare nella squadra buoncostume e per far questo si fa assumere come cantante nel night di Maccarone. Il filo conduttore del film consiste nella ricerca della madre del piccolo Armandino, che Gianna affida alle cure del fidanzato. Alla fine si scopre che la madre del piccolo è una prostituta del giro di Maccarone. Il film si regge soprattutto sulle trovate comiche del duoBanfi – Vitali, che sono irresistibili quando si travestono da donne e fanno eccitare due uomini del boss. Uno dei banditi è il mostruoso Jimmy il Fenomeno che recita la solita caratterizzazione da schizofrenico. Va citata anche l’assurda telefonata di Vitali alla polizia per denunciare un evaso [che poi era lo stesso Banfi], rispondono prima Barra e poi Banfi che sono a due metri da Vitali e dopo qualche gag tutto finisce tra sputi e grida. Classica scena da commediaccia desunta dall’avanspettacolo. Una gag che proviene dalla altre Poliziotte è quella della Fenech che urta l’auto del commissario e fa venire il carro attrezzi per portarla via da un divieto di sosta. La fantasia degli sceneggiatori scarseggia perché già la Melato aveva fatto una cosa simile nel film capostipite del genere e anche la Fenech nella sua prima interpretazione. Molto sfruttata è anche la gag di Vitali che fa funzionare tutti gli oggetti elettronici, mentre a Banfi non riesce mai niente. La situazione però è utile per far recitare a ruota libera i due comici, che si abbandonano a parti davvero esilaranti con Banfi che dice cose in pugliese come: “Niente di mele, le pere…” [“Niente di male, le pare…”]. Una parte comica è anche quella con Vitali che spruzza l’inchiostro sulla camicia del commissario e dopo riesce a smacchiarla, non si sa come.
Una vera e propria trama è difficile raccontarla, perché la struttura del film è quella tipica della pochade condita di alcuni numeri da avanspettacolo e di tanta comicità surreale. La parte terminale come consuetudine è caratterizzata dalla bagarre con inseguimenti senza né capo né coda, parti assurdi di coppie che fanno l’amore in barca e si ritrovano in piazza, Vitali catturato da un pescatore e lanciato per aria, poliziotti che si tuffano in acqua e restano piantati per terra, comicità pura da avanspettacolo e da cartoon. La sequenza finale mostra addirittura una bomba che scoppia in mano a Lino Banfi e pare desunta da un cartone animato della Warner Brothers.
Edwige Fenech è doppiata in romanesco, ha i capelli rossi tagliati corti e veste quasi sempre con la divisa da poliziotta, a parte quando si traveste da mignotta o da spogliarellista. A un certo punto improvvisa anche uno strip e si toglie un elegante vestito scollato per restare con slip neri e seno nudo. Si tratta di un episodio che ha poco a che vedere con il resto del film, inserito per dare una lezione a un marito traditore e salvare il matrimonio di una donna che le aveva chiesto protezione. L’amante mena il marito fedifrago e scappa via perché crede che la Fenech sia una sua rivale. Una bella parte sexy la troviamo al night del boss, quando la Fenech cerca di farsi assumere e i due banditi [Giacomo Rizzo e Franco Diogene] le ordinano di far vedere le cosce. La sexy poliziotta tira su la gonna lentamente sino a mostrare gli slip neri. Niente male. Nelle scene successive invece la Fenech potrebbe fare a meno di cantare [non ha voce] la pessima “Pornography”, ma forse l’esempio Gloria Guida aveva fatto scuola.
In ogni caso le due sequenze che la mostrano sul palco del night sono da ricordare per una mise molto sexy che prevede un costume tigrato scosciatissimo e munito di un perizoma che le valorizza il sedere. Questa parte del night, condita in salsa diversa, tornerà ne La poliziotta a New York, ultimo atto di una stanca serie. Sono numerose le sequenze al commissariato con le cosce delle Fenech che escono fuori dalla divisa quando meno ci si aspetta ed è divertente vedere Banfi e Vitali che allungano la vista stralunati. Va citata anche l’immancabile doccia della Fenech che in questo film è davvero indimenticabile perché è più lunga e più spinta del solito. Rizzo e Diogene si alternano al buco della serratura e la Fenech si insapona con calma seno, cosce, glutei e la macchina da presa perlustra ogni parte nascosta del suo corpo sino a mostrare un nudo integrale. Di sicuro questo film è il più spinto del ciclo della Poliziotta, pure se l’erotismo è molto stemperato da parti di assoluta comicità. Non si tratta certo di un film erotico, caso mai lo definirei a tratti ammiccante, pruriginoso, ma niente di più. La storia è divertente, si ride parecchio e soprattutto l’attrice franco-algerina conferma di saper recitare e di essere adatta a rivestire ruoli brillanti. Docce e spogliarelli non mancano, però non sono l’unica cosa del film, che purtroppo si ricorda pure per la fastidiosa pubblicità indiretta [Pejo, J&B…].
Il film è edito in DVD da Medusa Video.
Gordiano Lupi
Regia: Michele Massimo Tarantini
Con: Michele Massimo Tarantini, Francesco Milizia, Marino Onorati
Sceneggiatura: Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Marzio C. Honorato