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AMORE LIQUIDO di Marco Luca Cattaneo

amoreliquido1Nella vita di tutti i giorni una seconda possibilità non la si dovrebbe negare [quasi] a nessuno, al contrario di quanto accade generalmente nell’ingarbugliato e spietato “mondo” dell’audiovisivo, dove a malapena si riesce a strapparne una, se sei bravo a farti trovare al momento giusto nel posto giusto. Al cinema questa regola non scritta resiste da decenni e sbagliare è un lusso che viene concesso a pochi eletti per motivi che non stiamo qui ad approfondire. Allo stesso tempo bisogna tenere presente quella fetta di addetti ai lavori che lontano dai riflettori, nonostante meriti riconosciuti, ha dovuto fare di necessità virtù, accontentandosi delle briciole che il mercato nostrano ha messo e mette a disposizione, pur di non vedere il proprio film scivolare nell’oblio dell’invisibilità. C’è da dire quindi che esiste una pattuglia di registi, con le rispettive opere, che per un motivo o per un altro si è dovuta giocoforza adeguare alle regole imposte dal Sistema e da un’industria [la nostra] praticamente inesistente. Il tutto però va oltre l’effettivo valore della pellicola, perché ci si trova ovviamente al cospetto di una parte di esse che l’invisibilità se la sono meritata e dall’altra la restante parte alla quale questa condizione è stata imposta per le tematiche affrontate, la loro messa in scena o il genere d’appartenenza. A quest’ultima categoria che conta anche pellicole efficaci ma imperfette, si può iscrivere di diritto un film come Amore liquido.

Nel caso dell’opera prima diretta da Marco Luca Cattaneo la seconda chance se l’è conquistata sul campo grazie ai numerosi riconoscimenti raccolti nel circuito festivaliero internazionale, a partire da quello ottenuto alla nona edizione del RIFF per il miglior film italiano.

amoreliquido2Il premio garantì nel 2010 ad Amore liquido una settimana di programmazione in una nota sala capitolina. Una magra consolazione per un film che non puntava certo alla diffusione capillare su grande scala, ma quantomeno più dignitosa e su un numero maggiore di piazze. La natura “indie” [low budget e attori non particolarmente di richiamo], i contenuti, alcune scelte di messa in quadro e i limiti dal punto di vista fotografico riscontrabili in molte scene, sono le gioie e i dolori che ne hanno segnato il cammino in sala, ma si tratta tuttavia di un’operazione che meritava molto più rispetto e attenzioni di quelle che i fantomatici distributori le hanno riservato. Ma la speranza è l’ultima a morire e la seconda chance per Amore liquido è finalmente arrivata. A tre anni dalla sua realizzazione, l’esordio dietro la macchina da presa del regista di Carrara si riaffaccia sul grande schermo a partire dal 6 aprile, stavolta su territorio nazionale grazie al progetto di Distribuzione Indipendente [che Dio li benedica per quello che stanno facendo].

Amore liquido ci porta nella vita di Mario, un operatore ecologico quarantenne della città di Bologna affetto da porno-dipendenza. Durante il mese di agosto l’uomo rimane in città quando questa praticamente si svuota e diviene una sorta di città fantasma. Vive nel centro storico della città con l’anziana madre costretta, dopo un ictus, su una sedia a rotelle e alle cure costanti di Olga, una badante polacca di cinquant’anni che la accudisce, quando Mario è al lavoro.

Durante questo periodo Mario, però, fa un incontro tanto casuale quanto inaspettato con Agatha, una giovane ragazza madre che irromperà nella sua vita, fino a quel momento monotona e solitaria, come un vero e proprio ciclone, risvegliando in lui affetti e sentimenti da tempo sopiti con i quali sarà costretto a fare i conti.

Quella di Cattaneo è un’opera stratificata, che ha diverse cose da dire allo spettatore, alcune delle quali, purtroppo, veicolate attraverso una fruizione non sempre all’altezza dei contenuti. Si regge su sottili equilibri che, fortunatamente, restano sospesi e non si spezzano, anche se in molti casi si arriva a un passo dal crollo. Probabilmente è il buon lavoro in fase di scrittura, unito alle convincenti interpretazioni offerte da Stefano Fregni e Sara Sartini a non permettere al filo di spezzarsi. Infatti, lo script e la recitazione della coppia sfruttano al meglio l’ambiguità che avvolge tutto e questo si vede e si sente.

amoreliquido3È un film sulla liquidità dei legami nella società contemporanea, popolata da persone sole che si sfiorano senza incontrarsi mai veramente, a causa di un’era che va veloce come le immagini e le informazioni che scorrono sul web. Persone sempre più chiuse dentro le quattro mura di una stanza, chiamate a vivere un’esistenza alternativa e virtuale, estesa oltre che ai rapporti umani anche a quelli sessuali con tutto quello che questo comporta: la porno-dipendenza e le deviazioni malate. In questo senso, Amore liquido non ha paura di sporcarsi le mani e questo è un bene; si assume i rischi del caso scomodando tematiche scottanti come appunto la porno-dipendenza e la pedofilia senza scivolare nelle sabbie mobili della mediocrità. Piuttosto le fa sue per poi costruire una sceneggiatura che dosa e allo stesso tempo spinge a tavoletta quando è venuto il momento di farlo [vedi scena del bagno pubblico]. Shame da una parte e The Woodsman dall’altra, sono contemporaneamente modelli e miraggi in lontananza. Con essi condivide però [con le giuste distanze] alcuni elementi: la durezza che lascia presagire barlumi di dolcezza, il malessere che trasuda costantemente dalle storia e dai personaggi che la animano, la messa in scena ossessiva e voyeuristica che si fa di volta in volta sguardo passivo e attivo del protagonista [la macchina fissa che indugia e spia, le false soggettive]. Il tutto contribuisce a provocare, nello spettatore di turno, un forte senso di disagio e insofferenza come capita spesso nelle ripetute sequenze di masturbazione.

Francesco Del Grosso

 

Regia: Marco Luca Cattaneo

Con: Stefano Fregni, Sara Sartini, Martina Campannini, Pina Randi

Uscita in sala in Italia: venerdì 6 aprile 2012

Sceneggiatura: Marcomario Guadagni

Produzione: Nicola Fontanili in collaborazione con l’Associazione Culturale Evoè

Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Anno: 2009

Durata: 90’

Trailer:

InGenere Cinema

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