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LA CASA SOPRA I PORTICI di Carlo Verdone

casa-sopra-i-porticiSe spesso è vero che i libri scritti da personalità dello spettacolo sono soltanto autobiografie auto celebrative, e di nessuno spessore, è altrettanto vero che altre volte si riescono ad editare memorie autobiografiche interessanti, che non puntano alla glorificazione, ma che, senza pretendere nulla, né mirando a chissà quale riconoscimento letterario, descrivono un percorso di vita talvolta coinvolgente.

La casa sopra i portici, di Carlo Verdone, a cura di Fabio Maiello, è un viaggio in un tempo ormai lontano, un tempo che pare, da come viene descritto, contenuto in uno scrigno incantato: la casa dove Verdone visse ha con la sua famiglia, quell’attico sito in Lungotevere dei Vallati, preso in affitto già nel 1930 dalla famiglia materna di Carlo, gli Schiavinia, e dove i suoi genitori hanno poi vissuto dal 1949, appena sposati.

Il viaggio che Verdone compie è dunque un viaggio a ritroso nel tempo, che parte dall’Aprile del 2010, quando dovette riconsegnare le chiavi dello stabile ad un addetto del Vicariato, essendo lo stesso di proprietà del Vaticano. La casa sopra i portici è una casa che, dato il via vai di personalità illustri [dalla pittura alla musica, dal teatro al cinema] che vi si sono recate, e le feste a tema che vi si organizzavano, può essere paragonata ad una scena teatrale  sempre accesa, pur mantenendo quelle caratteristiche tipiche di una casa abitata da una famiglia: il calore, le feste con i parenti, i momenti di relax.

La casa sopra i portici ha quindi come protagonista un lussuoso appartamento, pieno di vita, una sorta di caffè letterario casalingo, dove ci si incontrava, e nel quale, a differenza di quel che si è portati a pensare, gli ospiti, seppur in veste ufficiale, parlavano del più e del meno, evitando tediose discussioni, optando invece per conversazioni spesso ironiche, mostrando perciò la vera personalità di ciascuno di essi, e, di conseguenza, la loro umanità.

Rossana Schiavinia, di origini borghesi, e Mario Verdone, famoso critico cinematografico, genitori di Carlo, Luca e Silvia, sono perciò i fautori di quel modo di vivere spensierato, ma mai eccessivo, alternato forse al rigore che il padre ricopriva col suo ruolo di storico del cinema e professore universitario. Ed ecco quindi ricevere la visita di conti e contesse, professori, cineasti quali Pasolini, Fellini [di cui è narrato un divertente e curioso aneddoto], Blasetti, Germi, compositori quali Ferrara, Urbini, e molti molti altri.

Il libro è anche per Verdone l’espediente per raccontare il primo incontro con il riservatissimo Alberto Sordi, per alcuni anni suo dirimpettaio. La leggerezza e la franchezza con cui Verdone scrive, rendono la lettura del libro, da subito molto visiva e descrittiva, scorrevole e piacevole, e vien fuori il lato malinconico di un uomo che siamo abituati a vedere nella sua comicità, ma che spesso esibisce le sue debolezze.

La casa sopra i portici è un libro nostalgico e ironico insieme, da non perdere.

Gilda Signoretti

 

Autore: Carlo Verdone

Editore: Bompiani Overlook

Pagine: 282

Illustrazione:

Costo: 18

InGenere Cinema

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