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I PRIMI DELLA LISTA di Roan Johnson

primidellalista1Profonda provincia di Pisa, anni della contestazione, pieno caldo ’68-’70: due ragazzi, Renzo Lulli [Francesco Turbanti] e Fabio Gismondi [Paolo Cioni], invece di prepararsi per gli esami di maturità fanno parte di Lotta continua e sentono il soffio della rivoluzione. Il loro mentore spirituale è Pino Masi [Claudio Santamaria], cantautore che appartiene ai circuiti che contano; i due lo vanno a trovare per suonare insieme, ma lui li convince a intraprendere un viaggio di fuga dalla Toscana per via di un supposto golpe.

Forse ci voleva un italo-inglese a raccontare fatti tumultuosi e complessi del nostro passato tricolore?

Il regista Roan Johnson arriva al primo appuntamento con il lungometraggio occupandosi dell’argomento spigoloso degli anni di piombo, della rivoluzione giovanile, della contestazione allo stato borghese e dell’ambivalenza fra rossi e neri. Lui si è diplomato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma ed è già stato sceneggiatore di Ora o mai più di Lucio Pellegrini, poi di 4-4-2 – Il gioco più bello del mondo.

Gli antefatti del progetto riguardano i veri protagonisti di questa vicenda paradossale; I primi della lista attiene, infatti, ad una storia vera, quella di tre pisani che partirono alla volta del confine, rapiti dalla paranoia che qualcosa di pesantemente pericoloso si stesse verificando. Il Lulli, il Gismondi e il Pini sono esistiti davvero ed hanno avuto voce in capitolo nella realizzazione della pellicola, in fatto di consulenza; appaiono tra l’altro anche nella scena finale.

primidellalista2Johnson si è servito, per il trittico attoriale principale, di due esordienti, Turbanti e Cioni, più Claudio Santamaria. I tre si miscelano in modo più che adeguato creando una fervida atmosfera d’intesa e riuscendo, supportati dal lavoro in fase di sceneggiatura, a far respirare il clima dell’epoca, come da progetto iniziale. In tal senso l’obiettivo di Johnson è da considerarsi riuscito: quell’ansia, quell’adrenalina, quel fremito proprio dei giovani sessantottini [che spesso il cinema italiano ha tralasciato, quasi fosse peccato mortale, pietra tombale da non dover scoperchiare in virtù di silenti e intoccabili diktat] sgorga con la giusta misura, la giusta delicatezza, senza intrusioni, senza particolari atteggiamenti schierati.

I tre, capitanati dalla personalità istrionica e paranoica di un bravo Santamaria, si ritengono “i primi della lista”, coloro che i fascisti, i borghesi, i carabinieri, lo Stato, verranno a cercare, quando sarà il momento. E, anche se non capiscono bene il perché, sanno solo che la loro vita è in pericolo per il fatto di aver sposato il rosso come abito mentale.

Il plot non prevede molti avvenimenti e questo potrebbe essere reputato un limite; ma alla fine la scansione degli avvenimenti è virtuosa, poiché lo spettatore si imbeve di una placida sensazione di naturalezza, di piacevolezza nel notare come la pellicola non sia caricata di significati, ideologie astruse e arzigogolate.

I primi della lista non è un film politico, non vuole essere; l’andamento tradisce una partecipata disposizione sentimentale per le vicende di questi tre giovani. Ma è come se essi non fossero considerati dei rifugiati politici né dei barbosi fautori di teorie sovversive; vengono bensì colti nella loro giovinezza, nella freschezza dei loro spontanei e ingenui impeti di vita.

primidellalista3E allora l’opera si fa nostalgica e ricorda il saporito flavour della giovinezza, quando i profumi sono più profumati, i sensi più spiccati, quando una ragazzata anche priva di costrutto razionale si fa valore aggiunto esperienziale.

Il film, nella sua semplicità che non si fa mai superficiale leggerezza e che non cade nella trappola del qualunquismo, si fa piccolo piccolo con il cuore grande. E c’è di più: tale leggerezza getta nel profondo interrogativi che, se da un lato lo stesso non ha la minima intenzione di dirimere, dall’altro davanti ad essi siamo tutti chiamati a riflettere. Il Masi di certo era paranoico, ansiogeno ed esagerato nell’ingigantire ciò che stava succedendo nel nostro paese. Ma chissà, in tutto quel putiferio di istanze alla luce del sole e celate, in quegli anni quali pericoli concreti ha davvero patito l’Italia. Chissà che non avessero ragione questi tre scapestrati, a tentare di trovare una via di fuga da questo paese. Ai posteri l’ardua sentenza.

Il DVD di I primi della lista è distribuito dalla Cecchi Gori Home Video.

Alessio Bacchetta

 

Regia: Roan Johnson

Cast: Claudio Santamaria, Francesco Turbanti, Paolo Cioni

Sceneggiatura: Davide Lantieri, Roan Johnson

InGenere Cinema

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