Siccome la collezione firmata Effetto Cinema ci piace, e ha trovato il gradimento di molti, e siccome i film che rientrano nel pacchetto son davvero notevoli, continuiamo nell’analisi delle uscite in questione. I titoli che vi proponiamo questa volta sono: Le bambole, Bianco, rosso e…, Misterioso omicidio a Manhattan e Professione: Reporter.
Cominciamo da Le bambole, 1965, un film di quattro episodi, tutti legati al filone della commedia, diretti da quattro registi.
Mauro Bolognini dirige Monsignor Cupido, la cui storia è ispirata a una novella del Decamerone di Boccaccio. Gina Lollobrigida veste i panni di Beatrice, un’avvenente signora, proprietaria di un lussuoso albergo. Un giorno monsignor Arendi [Akim Tamiroff] chiede una camera d’albergo per sé e suo nipote Vincenzo [Jean Sorel], un giovane molto affascinante. Beatrice se ne innamora all’istante, e farà di tutto per ricevere le sue attenzioni.
Luigi Comencini firma La telefonata, un divertente episodio che vede protagonisti due simboli del nostro cinema: Nino Manfredi e Virna Lisi. È la storia di una coppia di coniugi, Giorgio e Giovanna. Giorgio vorrebbe godere di sua moglie, ma deve attendere che ella finisca di leggere il libro. Purtroppo però, la telefonata di sua suocera, logorroica e pettegola, finirà per indurlo a spiare dal balcone la sua dirimpettaia [Alicia Brandet], con la speranza che lo noti per poi cadere tra le sue braccia.
In La minestra, di Franco Rossi, Giovanna [l’insuperabile Monica Vitti] è vittima del marito [John Karlsen], ubriacone e dispotico [che la rimprovera quotidianamente per la solita pasta e fagioli], e sta studiando il modo per ucciderlo. La fretta, dovuta ad un desiderio troppo forte di libertà, la porta però a compiere alcune leggerezze…
In Il trattato di eugenetica, diretto da Dino Risi, Ulla [Elke Sommer], giovane americana col mito del maschio italiano, sta selezionando uno ad uno tutti gli uomini che conosce, sottoponendoli a varie prove fisiche, in base ai cui risultati deciderà con chi di loro fare un figlio italo-americano.
Le bambole è un film molto originale, che, quando uscì, destò non poche preoccupazioni da parte della censura, infastidita da alcune scene, ma soprattutto dalla cattiva morale che veniva fuori da tutti gli episodi, tanto da decidere di vietarlo ai minori di 18 anni. Nel film si sorride, e, cosa rara, ci si distende.
Bianco, rosso e…, 1972, di Alberto Lattuada, è una commedia amara che di certo non ha nulla di originale, soprattutto nella trama. Sophia Loren è suor Germana, una donna da un passato tormentato, che l’ha portata a chiudere i conti con la sua giovinezza riparandosi in un abito talare. Lei, che come crocerossina è sempre in viaggio, è ora diretta nel Nord Italia, destinazione un ospedale che è chiamata a dirigere. Qui si incontrerà/scontrerà con Annibale [Adriano Celentano, qui relegato in un ruolo in cui la sua esuberanza è preclusa], un ragazzo turbolento, un po’ ribelle, ma dal cuore tenero.
Bianco, rosso e… mescola molti elementi: la commedia, il dramma, qualche gag di poco conto, l’innamoramento., ma se questo aspetto serve per arricchire il film, in realtà lo complica, perché ad un certo punto non si capisce verso quale orientamento il film sia destinato: non si ride, non fa commuovere, insomma, è un po’ di tutto, e forse in questo sta l’errore. Anche il personaggio di suor Germana è poco costruito, divisa tra saccenteria e vittimismo. Scontata, lo si era capito dal principio, la cotta che Annibale prende per lei, più desiderio di amore materno che attrazione vera e propria.
Misterioso omicidio a Manhattan, 1993, è una geniale commedia di Woody Allen, stramba, elegante, molto divertente e, nonostante i tempi lunghi, armoniosa.
Carol [Diane Keaton] e Larry [Woody Allen] sono una coppia solida e molto spiritosa. Tra i due Carol è la curiosa e loquace, mentre Larry è alquanto riservato disinteressato ad ogni pettegolezzo, ma ancora per poco. L’arrivo dei nuovi vicini di casa, i coniugi Paul e Lillian House [Jerry Adler e Lynn Cohen], di mezz’età, allieta i due, che cercano subito di stabilire un rapporto di amicizia. La vita di Carol e Larry, ben presto, prenderà un’altra piega: i coniugi non si son neanche trasferiti che subito la signora Lillian viene trovata morta in casa propria. Il medico legale stabilisce che si è trattato di infarto, ma Carol e Larry non ci vedono chiaro, e indagano sul signor Paul.
Misterioso omicidio a Manhattan è un film ben recitato [perfetta l’accoppiata Keaton-Allen], che piace proprio per la semplicità delle sue trovate, merito di una sceneggiatura, scritta dallo stessoAllen con Marshall Brickman, intelligente e acuta.
Infine, Professione: Reporter, 1975, diretto Michelangelo Antonioni e scritto da Mark Peploe, è oggi considerato un cult, dopo le accuse perpetrate negli anni da chi, critici e non, lo accusa di essere un film adatto solo per un’elite. Va senz’altro detto che il film si distingue per un ritmo lento, poiché tutto, compresi i momenti che dovrebbero essere carichi da una certa suspense, sono scevri da ogni forma di tensione. Eppure, nonostante ciò, Professione: Reporter è un buon film, che gestisce il mistero della storia con l’ausilio di una realtà introspettiva, che pur nella sua lentezza non può non affascinare.
David Locke [un intenso Jack Nicholson] è un reporter molto affermato, inviato in Africa settentrionale per girare un servizio sulle guerre civili che si stanno compiendo ormai da lungo tempo. Locke è abituato alle diverse condizioni igieniche dei vari posti che raggiunge, e poco lo disturba l’ambiente fatiscente dell’hotel che lo ospita o la mancanza di sapone. Proprio in una stanza dell’albergo scopre il corpo senza vita di un uomo, David Robertson. Preso da un impulso emotivo, lui che da tempo ha voglia di cambiar vita, decide di svestirsi dei suoi stessi panni per assumere l’identità dell’uomo. La sfortuna vuole che l’uomo che sta sostituendo non sia una persona innocua, ma un trafficante d’armi. David affronterà perciò molti rischi, aiutato da una ragazza [Maria Schneider] e braccato da sua moglie [Jenny Runacre], che non si rassegna e non crede alla sua morte.
Unico neo di questa raccolta è l’esiguità dei contenuti extra, che si limitano alla filmografia e al trailer. Professione: Reporter ha in più l’interessante commento audio di Jack Nicholson con Aurora Irvine e Mark Peploe.
Gilda Signoretti
Collana: Effetto Cinema
Distribuzione: Sony Pictures Entertainment [www.he.sonypictures.it]