Chi non ha mai visto, almeno una volta, Fame, di Alan Parker [Evita, 1996], uno dei film più famosi degli anni ’80? Scritto da Christopher Gore [già nel 1978, con la supervisione di Parker], e musicato dai suoi due fratelli Lesley e Michael Gore, che vinsero l’Oscar come miglior colonna sonora, Fame è un film simbolo di quegli anni, musicalmente, scenograficamente, certamente fedele alla moda e alle acconciature di quel tempo, così come al clima liberatorio e creativo in cui viveva l’arte [in generale], lontana dagli ingranaggi odierni, così chiusi e per nulla innovativi, sempre più imprigionati in un settore che somiglia ad una casta.
Sono partite le audizioni presso la School of Performing Arts di New York, per le quali sono in attesa numerosissimi ragazzi, che saranno sottoposti al giudizio dei severi maestri di recitazione [Jim Moody], di danza [Debbie Allen], di inglese [Anne Meara], e di musica [Albert Hague], e dell’assistente amministrativa [Joanna Merlin]. Solo alcuni dei ragazzi, i più promettenti, vi entreranno a far parte, ma dovranno dimostrare amore e sacrificio per lo studio e per l’arte, senza nessuno sconto o privilegio. La scuola è un trampolino di lancio troppo importante per tutti i ragazzi, che vivono con ansia i risultati dei propri provini.
Lo sanno bene alcuni di loro, ammessi alla scuola: Bruno Martelli [Lee Curreri], che sogna un futuro da musicista e arrangiatore, Leroy [Gene Anthony Ray], ballerino prodigio dal carattere burrascoso e ribelle [nella realtà Ray, che frequentò la scuola,venne poi cacciato da essa proprio per il suo rifiuto a rispettare le regole], Doris [Maureen Teefy], una ragazza molto timida e insicura, spinta dalla madre ad una carriera da attrice, Raoul [Barry Miller], esuberante ma profondamente turbato dalle brutte vicende familiari, Coco [Irene Cara], una ragazza molto solare che aspira a diventare un’artista completa, ma ancora molto ingenua per accorgersi delle situazioni di pericolo, Lisa [Laura Dean], aspirante ballerina, il cui percorso all’interno della Scuola d’Arte si interromperà subito, essendovi infatti espulsa, e Hilary [Antonia Francesca], aspirante ballerina classica, col difetto di essere troppo concentrata sul suo aspetto fisico e poco sull’esito delle sue prove.
Fame non è un film perfetto, nel senso che, a riguardarlo con più obiettività di un tempo, risulta insufficiente nella sceneggiatura, che zoppica un po’ nella seconda parte, soprattutto nei dialoghi, troppo ingenui, tra gli alunni della scuola, e che ha il difetto di essersi intromessa troppo nella vita dei protagonisti, perdendo di vista la ragione per cui li stiamo seguendo e la verve iniziale. Al di là di questo, però, Fame lo si riguarda più volte piacevolmente, e notando ogni volta aspetti e dettagli che sono sfuggiti in precedenza, e che chiariscono le ragioni per cui questo film, dopo trentadue anni, non stanchi mai. Lo si era capito già all’epoca, quando, dopo appena due anni dall’uscita al cinema, il film venne trasposto in tv con una serie storica [1982-1987], sempre diretta da Parker [tra la folta squadra di sceneggiatori compare sempre Gore, e tra i curatori delle musiche Lee Curreri, oltre che in veste di attore], e fu oggetto di un remake nel 2009, diretto da Kevin Tancharoen. Di Fame rimangono impresse molte cose: le coreografie, la loro potenza visiva, le qualità artistiche degli attori [realmente passati per la Scuola d’Arte Drammatica], il tormentone “Fame”, scritto da Michael Gore e Dean Pichford, per la quale il film si è aggiudicato un secondo premio Oscar come miglior canzone, per poi ricevere, l’anno seguente, il Golden Globe e un British Academy Award. Anche teatralmente e musicalmente Fame ha avuto un suo percorso fortunato: attraverso il musical, dallo stesso titolo, del 1988, prodotto da David de Silva [produttore anche del film] e poi l’incisione del disco, rieditato nel 2003, con tutte le canzoni del film.
Warner Bros. distribuisce in Blu-Ray una nuova edizione del film, molto curata e completa nei contenuti extra. Si comincia dalla sezione La scuola del successo – visita alla scuola che ha ispirato il film, una sorta di documentario dedicato proprio all’organizzazione della School of Performing Arts di New York [con gli interventi, oltre che della preside e del reparto amministrativo, anche di Jim Moody e Debbie Allen], nata nel 1947. A seguire le interviste ad Alan Parker e ai protagonisti del film. Ogni attore ricorda gli anni trascorsi nella scuola e i giorni sul set, durante i quali il regista li invitava ad una recitazione quanto più naturale possibile, libera e vicina alla loro personalità. Poche sono, infatti, a detta degli attori, le differenze tra la loro indole e quella dei personaggi interpretati. Parker scelse il cast osservando bene che il carattere degli attori fosse simile a quella dei protagonisti di Fame.
Gilda Signoretti
Regia: Alan Parker
Con: Lee Curreri, Gene Anthony Ray, Maureen Teefy, Barry Miller, Irene Cara, Laura Dean
Durata: 133’
Formato: 1080p High Definition 16X9 1.85:1
Audio: Dolby Digital: Inglese 5.1, tedesco 2.0, Francese 2.0, Spagnolo 2.0, italiano 1.0, Dolby True HD, Inglese 5.1
Distribuzione: [www.warnerbros.it]
Extra: La scuola del successo – visita alla scuola che ha ispirato il film; Dentro la storia; Il making of; Trailer