Capita di frequente di ascoltare storie di uomini e donne che, per scelta, e per motivi diversi, scelgono di abbandonare le proprie radici e girovagare per il mondo. C’è chi conta solo su sé stesso, chi invece si consola in compagnia di un oggetto. Come il protagonista [Massimo Grazini] di La fine, che è fuggito dal suo paese natale in compagnia di una chitarra. Suonarla è per lui un’esternazione, o forse uno sfogo. Probabilmente ad ascoltarla è solo la natura, poiché preferisce suonare nei campi di grano, in strade isolate, dove continua a camminare senza sosta.
Arriva però un momento nella vita in cui bisogna fare i conti col passato, e lo si affronta con maggiore consapevolezza di un tempo. È la fine di tutte le guerre, ma anche una rinascita, che si accompagna alla speranza che tutti gli orrori e le atrocità abbiano fine, come dichiara la voce fuori campo, sempre di Massimo Grazini, cantastorie di Tuscania e autore delle musiche del corto.
Andrea Maccarri [dopo aver curato il soggetto di Innocenza violata, 2007, di Michele Pianca, e aver partecipato come attore al corto Barbone, 2006, di Davide Boninsegna] firma la regia di La fine, 2007, che ha anche scritto per produrlo poi con Grazini.
La fine fa ricorso ad una introspezione psicologica mai forzata, perché naturale, così da risultare selvaggia e libera. C’è una sintonia molto forte tra il protagonista e la natura, perché entrambi sono istintivi e contrari ad ogni forma di condizionamento.
Maccarri dirige un corto dalla troppo breve durata [quattro minuti] per essere davvero afferrato compiutamente, ma ben girato e molto evocativo. Le atmosfere ricordano vagamente quelle di Bloodworth, 2011, di Shane Dax Taylor, così come la storia, anche se gli sviluppi sono diversi.
La fine, finito di girare il 5 Giugno, è disponibile online cliccando qui.
Gilda Signoretti
Regia: Andrea Maccarri
Con: Massimo Grazini
Sceneggiatura: Andrea Maccarri
Produzione: Andrea Maccarri e Massimo Grazini
Distribuzione: /
Durata: 4’25
Anno: 2012