Reduce dal successo di Cannes, dove è stato insignito del Gran prix della critica, l’ultima fatica di Matteo Garrone [che nel noto festival aveva già trionfato anche con Gomorra] approda nelle sale italiane; Reality promette di far parlare di se, già come era successo con la pellicola ispirata al noto libro di Roberto Saviano.
Dopo la mafia, stavolta ad essere presa di mira è un’altra piaga, non solo italiana, ma che comunque crea un certo sconcerto nella società moderna; stiamo parlando dei media e precisamente del fenomeno del Grande Fratello, che con la sua esistenza ha creato mostri catodici, punti di riferimento del cittadino medio, rapito dal culto della personalità.
Questo è ciò che succede al protagonista di Reality, il pescivendolo napoletano Luciano [Aniello Arena], un padre di famiglia che, spinto dai suoi parenti, si presenta alle audizioni come concorrente del Grande Fratello.
Inizialmente scettico, l’uomo piano piano si lascerà trascinare dalla voglia di successo che un evento del genere può portargli, tanto da farlo sconfinare in azioni impensabili e verso la completa incoscienza.
Il grande occhio che ci guarda, quello del noto programma televisivo, è stato già da parecchio tempo soggetto di storie e film che la loro l’hanno detta, e anche bene [basti pensare a The Truman show, Ed tv, Contenders serie 7 e My little eye], ora in Italia è toccato a Garrone aprire una parentesi a riguardo, e l’autore lo fa col senso critico che ognuno si aspetterebbe.
Un’acida e attenta riflessione dell’effetto televisivo sulle menti che formano la massa, che porta ad esiti sconcertanti, tanto da portare la più comune delle persone, o meglio ancora il più comune dei lavoratori, nei lidi persi nell’apatica follia.
Reality è tutto questo, è tutto ciò che ci si potrebbe aspettare ed è un bel vedere se del Grande Fratello siete dei, giusti, detrattori.
Sta di fatto però che Garrone come regista non riesce a creare quella narrazione degna di nota, all’altezza dell’argomento e del tipo di critica che si sta facendo; no, il regista romano calca la mano su piani sequenza e stili documentaristici, dilata i tempi e azzarda a qualche mezz’ora inutilmente vuota che a Reality non giova di certo.
Si affida ai suoi protagonisti non famosi, tra cui ovviamente il bravo Arena, e rilega a contorno nomi più altisonanti come Nando Paone [Lo chiamavano Bulldozer], Nunzia Schiano [Benvenuti al sud] e Claudia Gerini [Nero bifamiliare] nella parte di se stessa, ma la noia di tanto in tanto si fa sentire eccome.
Insomma, la critica c’è, l’umorismo amaro anche, ma con tutta sincerità manca chi possa raccontare il tutto in modo degno.
Mirko Lomuscio
Regia: Matteo Garrone
Con: Aniello Arena, Loredana Sinioli, Nando Paone, Nunzia Schiano, Nello Iorio, Giuseppina Cervizzi
Uscita in sala in Italia: venerdì 28 settembre 2012
Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso, Matteo Garrone
Produzione: Domenico Procacci, Matteo Garrone
Distribuzione: 01 Distribution
Anno: 2012
Durata: 113’