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I GLADIATORI DEL CALCIO di Fabio Segatori

gladiatoricalcio1Dopo la poco esaltante avventura nel lungometraggio di finzione con titoli comeTerra bruciata [1999] e Hollywood Flies[2005], Fabio Segatori torna al suo primo amore, il documentario, che ai tempi degli esordi dietro la macchina da presa gli aveva permesso di portare sullo schermo esperimenti davvero interessanti. Poi un netto cambio di direzione che ha visto la sua filmografia prendere, senza esitazione alcuna, la strada del cinema di Genere, firmando la regia di action movie iper-cinetici in cui strizza l’occhio, spingendo il tutto verso il parossismo, alla produzione hongkonghese e statunitense, allo spaghetti-western e al poliziottesco all’italiana, tra omaggi aBigelowPeckinpahSiegel e recuperi grotteschi della commedia di ambiente mediterraneo. Alcuni dei geni di quel modo di fare e concepire la Settima Arte si sono conservati intatti nel periodo di inattività, manifestandosi in maniera palese nel DNA filmico e stilistico dell’ultima fatica diretta dal regista toscano, I gladiatori del calcio.

Nel documentario dedicato al “Calcio Storico Fiorentino”, già raccontato per immagini e parole nel 2008 dalla coppia PerottiImpiglia in Florence Fight Club,Segatori prova a mettere in quadro non solo i caratteri storiografici di uno degli sport più antichi del mondo, padre putativo di derivati agonistici quali il pallone, il rugby e il football americano, ma anche la fisicità, il conflitto muscolare tra parti avverse, la battaglia in senso lato tra esseri umani e l’azione. Elementi che hanno rivestito un ruolo centrale nel suo filone fiction e che con traiettorie diverse sono riapparsi nei 52 minuti de I gladiatori del calcio.

gladiatoricalcio2Quale sport, dove le regole sono sempre state un optional sin dal 1530, poteva infatti rappresentare un’opportunità tanto ghiotta per Segatori per trasferire in un documentario temi e stilemi così cari al suo cinema, se non il calcio fiorentino? E in effetti l’opportunità non se l’è lasciata sfuggire, peccato che i risultati non soddisfino al 100%, a differenza di quanto ottenuto dai due colleghi quattro anni prima, con un film capace di immergere lo spettatore nel vero spirito e nell’essenza di una disciplina, cogliendone prima la passione, la lealtà e il coraggio, che la muovono e la alimentano da secoli, poi l’estetica del contatto. Segatori non riesce a scavare al di sotto della superficie, restituendo un groviglio di uomini e di corpi maciullati, freddo e mai in empatia con ciò che si è manifestato davanti alla moltitudine di videocamere a sua disposizione. Si limita alla mera cronaca di un torneo che avrà come per tradizione un solo vincitore, palleggiando tra presente e passato, statistiche, nomenclature, allenamenti, cerimoniali, cenni storici, fasi di gioco, regole e ritratti di celebri esponenti, con i quali entriamo in contatto partita dopo partita attraverso parole, pensieri e aneddoti. Voci, le loro, che non contribuiscono a mostraci il controcampo emozionale, che non affascinano perché staccate da ciò che il regista forse avrebbe voluto raccontare.

gladiatoricalcio3Ciò che resta, al contrario, è un’opera che riesce solamente a mostrare il lato spettacolare di un evento che si ripete anno dopo anno in una piazza di Firenze, quella di Santa Croce, trasformata per l’occasione in un’arena di sabbia dove 27 calcianti per ciascuna delle quattro squadre partecipanti si fronteggiano senza esclusioni di colpi alla ricerca della “caccia” [la meta] in partite da 50 minuti. Segatori con un gioco continuo di in and out ci trascina dentro e fuori dall’azione attraverso un montaggio serrato nel quale si insinua una geniale intuizione registica: una spy cam che restituisce al fruitore cinematografico la visione dell’arbitro [da non perdere la rissa tra la squadra blu e quella verde]. Il tutto prestato a un prodotto che alla lunga diverte e regala scariche di adrenalina, ma che di emozioni ne veicola veramente pochissime, appoggiandosi non poco a effetti di post produzione come replayjump cutstop motion e rallenti, che richiamano a un linguaggio di tipo televisivo.

A restituirci pregi e difetti de I gladiatori del calcio la CG Home video, che a sua volta confeziona per il mercato home video un DVD di tutto rispetto, nel quale oltre al documentario di Fabio Segatori presenta un interessante comparto extra. Alla tradizionale Photo Gallery, al trailer e alla filmografia completa del regista, si vanno ad aggiungere una clip con le scene tagliate, dalla quale è possibile carpire informazioni ulteriori estromesse dal final cut, ma soprattutto un backstage in POV di 3 minuti realizzato interamente con le riprese effettuate dalla suddetta spy cam.

Francesco Del Grosso

Regia: Fabio Segatori

Durata: 52’

Formato: 16/9

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0

Extra: Backstage Spy Cam, Scene eliminate, Photo Gallery, Trailer internazionale,

Filmografia del regista

Distribuzione: CG Home Vidieo [www.cghv.it]

InGenere Cinema

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