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I GLADIATORI DI ROMA 3D di Iginio Straffi

gladitoridiroma1Da domani, in più di 400 sale in Italia, giungerà, con molte aspettative, l’ultima fatica di Iginio Straffi, che, padre delle famosissima serie animata Winx Club [ideata nel 2004], e regista e produttore anche delle due trasposizioni cinematografiche [Winx Club – Il segreto del regno perduto, 2007,  Winx Club 3D – Magica avventura, 2010], si cimenta in un film d’animazione di diversa costruzione: I gladiatori di Roma 3D.

Il film, che uscirà in America nella prossima primavera [ma con alcuni tagli], e addirittura in più di tremila sale, vede Straffi nelle vesti anche di sceneggiatore [come nei suoi precedenti lavori], coadiuvato dalla presenza di Michael J. Wilson, lo sceneggiatore, tra le tante cose, de L’era glaciale Shark Tale. Alle musiche nientemeno che Bruno Zambrini, musicista, compositore e produttore discografico, che ha curato le colonne sonore di molti film di Neri Parenti o di Fausto Brizzi [anche nell’ultimo Com’è bello far l’amore, 2012].

Straffi, nel settore dell’animazione, si muove come un istrione, lui che ha contribuito a far decollare l’animazione italiana all’estero. Ed è per questo che, memore del grande impatto che hanno avuto in passato sul pubblico diversi supereroi, li ripropone, servendosi delle diverse trasformazioni che i gladiatori dopati assumono.

gladitoridiroma2I gladiatori di Roma molto probabilmente farà il colpaccio, e non perché sia particolarmente allettante o vicino alla perfezione, ma perché è un film molto furbo, che sa cosa chiedono i bambini, e sa come attirare l’attenzione anche dei grandi. Peccato che ci si accontenti di una trama davvero modesta e banale. Da un film che ha come protagonisti i gladiatori, ci si aspettava più “cattiveria”, perché, seppur di un prodotto rivolto principalmente ai più piccoli, si tratta pur sempre di un film che avrebbe dovuto basarsi sui combattimenti tra gladiatori, sulle loro gesta e sulla loro personalità.

Nel 79 d. C. Pompei fu distrutta dall’eruzione del Vesuvio. Per questo motivo, chi riuscì a mettersi in salvo, scappò via: uno di loro è il giovane Timo [Luca Argentero], che partì in fretta per Roma, dove fu adottato da Chirone [Massimo Corvo], padre di Lucilla [Laura Chiatti]. Tra i due bambini si instaura un rapporto profondo, proprio come tra fratello e sorella. Da grandi, però, il destino li separa. Sibilla partirà per la Grecia, per completare i suoi studi, e Timo, invece, sarà avviato alla pratica di gladiatore, seguito da Chirone. Timo è un ragazzo svogliato, non ha voglia di far nulla, almeno fino a che Lucilla non fa ritorno a Roma. I due ragazzi si scoprono innamorati, ma è impedito loro di amarsi perché Sibilla è promessa sposa di Cassio [Fabrizio De Flaviis]. Se Timo vorrà sposare Sibilla dovrà mettersi alla prova, applicarsi, e non imbrogliare, come ha fatto, dopandosi, in un primo scontro con il suo rivale. Sarà la dea Diana [Belén Rodriguez] a fargli da addestratrice, a insegnarli la fiducia in sé stesso, il rispetto delle regole e la determinazione.

gladitoridiroma3I gladiatori di Roma è un film spiritoso, e molto. L’idea dei gladiatori dopati fa ridere, come la sospensione in aria dei baby gladiatori, grazie ai palloni che continuamente producono con le gomme da masticare [una nota marca è sponsor ufficiale del film] per muoversi velocemente nello spazio. Il film prosegue senza sosta, con un ritmo sempre crescente ed esilarante soprattutto in concomitanza con lo scontro finale tra Timo e Cassio, a cui fa da apripista The best, di Tina Turner.  I personaggi sono ben scritti, e, seppur in seconda linea, sono spiritosissimi i due gladiatori pasticcioni, Mauritius [con l’incredibile voce di Fabrizio Mazzotta]e Ciccius [Gianluca Machelli]. I protagonisti, Timo, Lucilla, Diana e Cassio si muovono con monotonia all’interno di una storia che vuole a tratti essere melodrammatica, e che purtroppo non svetta. Probabilmente la storia d’amore non attecchisce, e sinceramente ristagna. I gladiatori di Roma fa uso, come ormai va di moda [argomento sul quale ci sarebbe molto da dire], di un buon 3D, a tratti avvincente, di cui è complice la buona grafica di GianMario Catania.

gladitoridiroma4Concludiamo con una osservazione sul doppiaggio. Da anni, ormai, il mercato cinematografico interpone, a doppiatori professionisti, nomi di dilettanti, sbarcati felicemente in tv, ai quali affidare la voce dei protagonisti. Il motivo sta probabilmente nel fatto che, in seguito al successo da questi ottenuto sul grande schermo, si è portati a credere che il pubblico vada al cinema solo e soltanto per sentire la loro voce. Questa considerazione è frustrante, e fa male. Nel caso de I gladiatori di Roma, riteniamo mortificante il doppiaggio diRodriguez, che non solo non ha una bella voce, ma in più parla [non recita] per tutto il film senza alcuna espressione. Diana parla un po’ come un robot, in uno spagnolo che non ha niente a che vedere con la dea romana, e che non si spiega soprattutto se messo in relazione con gli altri personaggi, di origine italica come il personaggio che interpreta.

Gilda Signoretti

Regia: Iginio Straffi

Con: Luca Argentero, Laura Chiatti, Belén Rodriguez

Uscita in sala in Italia: giovedì 18 Ottobre 2012

Sceneggiatura: Iginio Straffi, Michael J. Wilson

Produzione: Rainbow CGI Animation Studio

Distribuzione: Medusa

Anno: 2012

Durata: 95’

InGenere Cinema

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