É ormai triste e sperimentata verità che alcuni tra i migliori titoli internazionali di Genere arrivino nelle nostre sale in estremo ritardo, immolandosi, così, all’invincibile lotta contro l’home video d’importazione, nei migliori dei casi, e la pirateria informatica, nei peggiori.
Ne è fresco esempio Ballata dell’odio e dell’amore [titolo originale: Balada triste de trompeta], del 2010, firmato da Álex de la Iglesia in soggetto, sceneggiatura e regia, che arriva nelle sale italiane dopo un salto temporale di due anni grazie all’intervento di Mikado e Lucky Red, dopo aver fatto tappa italiana durante l’edizione 2010 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, vincendo il Leone d’Argento per la Miglior Regia e il Premio Osella per la Miglior Sceneggiatura.
1937: la Spagna è in guerra civile. Un gruppo di militanti irrompe all’interno di un circo proprio durante il numero preferito dal pubblico di bambini: quello dei clown.
Il clown tonto china il capo all’arruolamento obbligatorio e, armato di machete, si trasforma in una macchina da guerra pronta a massacrare interi plotoni franchisti. Con Franco al potere, il pagliaccio sarà processato e condannato ai lavori forzati, mentre il suo giovane figlio Javier sarà costretto, ancora una volta, ad ingoiare le brutture servitegli dalla vita su un piatto d’argento.
Quando nel 1973 il regime franchista è al suo epilogo, Javier [Carlos Areces], diventato un asociale trentacinquenne in sovrappeso, ha trovato lavoro in un circo. Seguendo i consigli paterni il ragazzo ha scelto di ricoprire il ruolo di clown triste, per replicare in scena l’unico mood emotivo che aveva potuto sperimentare nella realtà fin da giovanissimo.
La sua nemesi scenica, il clown tonto Sergio [Antonio De La Torre], si trasformerà presto nel suo più acerrimo nemico anche nella vita. A far da scintilla d’accensione a questo rapporto di profondo odio, una donna, Natalia [Carolina Bang], acrobata con un corpo da lap dancer, da tempo legata sentimentalmente a Sergio, con il quale ha un rapporto morboso che, alla dipendenza sessuale che la donna prova nei confronti della mascolinità del suo uomo, contrappone il forte senso di proprietà che l’uomo vive nei suoi confronti, costringendola a continue e violente percosse che Natalia subisce proprio dalle mani che avrebbero dovuto offrirle protezione. Quando Javier si frappone fra i due, il suo ruolo di elemento di disturbo appare inizialmente non pericoloso: troppo marcata la differenza morale e fisica tra i due pagliacci, e del tutto assente in lui la pericolosa e attraente personalità da macho che tanto lega Natalia al suo aguzzino.
Ma le inaspettate e tutto sommato piacevoli attenzioni che l’imbranato clown triste le dimostra cominciano ad attirare la bella acrobata, e contemporaneamente accendono le spie d’allarme dell’iracondo Sergio. I due uomini si sfideranno sino a perdere completamente la loro umanità, e l’amore che li ha resi mostri sarà conteso tra due esseri ormai irriconoscibili: il rude che ha perso la sua sicurezza, insieme alla sua maschera da clown, e il timido che si trasforma nel più efferato degli assassini. Il regista di El dia de la bestia [1995] scrive e dirige una storia sull’amore estremo, sui suoi stretti legami con la morte, che può renderlo eterno. Il tutto sullo sfondo storico della dittatura franchista, sulla quale si stagliano figure tragicomiche e situazioni estreme, ancor più nel loro aspetto grottesco che in quello morboso o gore, che trasformano Ballata dell’odio e dell’amore in una sorta di nera pantomima, una commedia oscura che conferma ancora una volta il deciso passo dell’armata spagnola all’interno della cinematografia Genere contemporanea.
Luca Ruocco
Regia: Álex de la Iglesia
Con: Carlos Areces, Antonio De La Torre, Carolina Bang
Uscita in sala in Italia: giovedì 8 novembre 2012
Sceneggiatura: Álex de la Iglesia
Produzione: Tornasol Films, Castafiore Films, La Fabrique 2
Distribuzione: Mikado, Lucky Red
Anno: 2012
Durata: 108’