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UN AMORE DI GIOVENTU’ di Mia Hansen-Love

Camille [Lola Créton] ha 15 anni e condivide un travolgente amore giovanile con Sullivan [Sebastian Urzendowsky]; tutto fila liscio fino a quando lui decide di partire per il Sud America alla ricerca di sé stesso. Nonostante le promesse di non dimenticarsi, poco dopo, via lettera, la lascia. In preda alle sofferenze Camille piano piano abbraccia la vita e si fidanza con Lorenz [Magne-Havard Brekke], architetto del nord Europa. Ma il ricordo di quel legame travolgente li fa rincontrare.

Spesso i film diretti da donne hanno qualcosa in più; non per forza qualcosa di migliore, ma un’aggiunta in termini di disposizione sentimentale a trattare le piccolezze delle emozioni. E’ il caso della
terza fatica di Mia Hansen-Lova, classe 1981 e moglie di Olivier Assayas, che ritorna dopo il bellissimo Il padre dei miei figli.

Propone una storia che farà la felicità di coloro i quali nel cinema e nella vita provano brividi per gli amori impossibili.

La giovane protagonista, la perennemente imbronciata e perfetta Lola Créton, vive un’adolescenza travagliata e tutta protesa all’amore per Sullivan; e, anche quando la vita pare averle dato una certa stabilità, non può fare a meno di riamarlo fino al bel finale. Qua e là affiorano squisitezze che rimandano al grande cinema, frasi ad effetto per nulla zuccherose e artificiose, la vita quella vera sgorga in questo romanzo d’amore tutto francese dove Parigi funge da protagonista aggiunto con i suoi vicoli e le sue bellezze. La sceneggiatura, scritta dalla stessa Hansen-Love, evita che i dialoghi esprimano troppo ma fa parlare i volti, le situazioni e i luoghi, molto suggestivi in questo dramma che si dipana per cinque anni. E, facile da capire, lo stile asciutto e minimale connota tutta la pellicola e la macchina da presa insegue i due ragazzi con pudicizia e rispetto [in tal senso straordinario il momento del tentato suicidio di Camille con l’inquadratura presa dalla porta senza entrare nella stanza; l’avrebbe girata così anche Micheal Haneke].
Qualche problema si registra però in fase strutturale e concettuale: la regista ci prende per mano verso la maturità della protagonista, ma alla fine si rimane a bocca asciutta perché il passaggio dall’adolescenza non si compie del tutto. Inoltre il film, se da un lato si prende giustamente i suoi tempi, dall’altro si perde in qualche avvenimento di troppo che ha il sapore del riempitivo e che affloscia lo spessore delle vicende.

Camille si aggira senza slanci, restando defilata, con l’ossessione di quel vecchio e totalizzante rapporto, ma i toni risultano troppo esasperati e le avventure con cui viene in contatto prima di rincontrare Sullivan non convincono quanto a potenza drammaturgica.

Ciò in cui invece Un amore di gioventù vince è la trattazione di sentimenti che, se non del tutto universali, appartengono alla maggior parte delle persone, per cui lo scintillio dell’amore dà virtù alle esistenze e lascia ricordi indelebili. E la Hansen-Love è brava a non indurci al pianto ma a farci entrare nella vita di Camille in punta di piedi e non per forza difendendola.

La pellicola, distribuita sul suolo italiano a fine giugno 2012 dalla Teodora Film, non ha ancora trovato distribuzione in DVD.

Alessio Bacchetta

 

Regia: Mia Hansen-Love

Con: Lola Créton, Sebastian Urzendowsky, Magne-Havard Brekke

Sceneggiatura: Mia Hansen-Love

InGenere Cinema

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