Willard Stiles [Bruce Davison] è un ragazzo solo e disadattato. La sua profonda insicurezza, amplificata dai sensi di colpa scaricatigli addosso da una madre troppo presente e ossessiva, lo ha reso, agli occhi di conoscenti e colleghi, un perdente.
Il signor Martin [Ernest Borgnine], dopo aver trovato il sotterfugio per prendere le redini dell’azienda messa in piedi daL padre di Willard, ha instaurato al suo interno un clima negativo, fatto di soprusi e arroganza, intervallati dai grotteschi incontri amorosi, poco segreti, con la sua segretaria.
Willard lavora all’interno dell’azienda ed è quotidianamente sommerso, oltre che da pile di scartoffie da compilare, anche dai continui improperi del capoufficio, che ama umiliarlo di fronte ai colleghi.
Willard non ha amici, e l’unica via di fuga dallo stress dovuto al lavoro e alla madre malata e iperpossessiva, è il suo allevamento di ratti, iniziato con le affettuose cure che il ragazzo ha iniziato a dedicare a Ben e Socrate, due topi che, in cerca di cibo, si erano spostati vicino l’abitazione del ragazzo.
Mentre la madre consuma sul letto i suoi giorni di malattia credendo che Willard si sia liberato dei topi che infestano il cortile della magione, il giovane ha, invece, rinfoltito e trasferito la sua colonia in cantina. I topi si dimostrano sempre più svegli e intelligenti, e iniziano a rispondere sempre più velocemente agli stimoli del loro allevatore, fino a diventare la pericolosa arma della riscossa del problematico giovane.
Quando un giorno il signor Martin si accorge della presenza di due topi sul posto di lavoro, d’impeto uccide Socrate, facendo scattare nella labile mente di Willard la molla della vendetta e dell’insanità più incontrollabile.
Willard e i topi [1971], regia di Daniel Mann, è un film dalla non facile catalogazione, non è proprio un dramma perché ci sono troppe situazioni al limite del grottesco, e non propriamente un horror, visto che le scene “di paura” si raccolgono tutte nel blocco finale del film. Di certo è una storia che, da qualunque parte la si guardi, parla di una società malata, che riesce a spingere una mente già parzialmente instabile nell’abisso più oscuro. Nessuna salvezza; neppure le dolci attenzioni che la sua bionda collega saprà donargli potranno evitare l’esplosione che avverrà all’interno della mente di Willard, né le tragiche conseguenze che deriveranno da queste.
Con all’attivo un sequel [Ben, 1972] e un remake [Willard il paranoico, 2003], Willard e i topi era finora un titolo introvabile, nella versione italiana e in formato DVD.
A colmare il vuoto, che farà contenti tanti collezionisti, ci ha pensato la giovane Jubal Classic Video, che continua a proporre, all’interno del suo catalogo, titoli horror d’annata davvero interessanti.
Peccato per il master, di qualità video un po’ scarsa, da cui il DVD è stato lavorato.
Luca Ruocco
Regia: Daniel Mann
Con: Bruce Davison, Ernest Borgnine, Elsa Lanchester
Durata: 95’
Audio: Inglese, Italiano Mono Dolby Digital 2.0
Distribuzione: Jubal Classic Video
Extra: /