Dracula 3D di Dario Argento è uno di quei film che iniziano a far parlare di sé da molto tempo prima dell’uscita in sala. La rivisitazione del romanzo di Stoker firmata dal più importante rappresentante della nostra cinematografia di genere, poi, ha cominciato a farsi coprire di chiacchiere su blog, webzine, portali e riviste più o meno specializzate, davvero da parecchio tempo.
Già dal teaser “sfuggito” chissà perché-chissà per come e pubblicato su youtube, i curiosi ebbero una prima occasione per rapportarsi con l’atmosfera e le scene collegabili alle storiche produzioni Hammer, ma anche col nuovo Dracula, dall’aspetto da prelato di provincia, interpretato da Thomas Kretschmann [già attore per Argento in La sindrome di Stendhal, del 1996], e da un uso dell’effettistica digitale, all’epoca ancora “in lavorazione”, che pareva poter promettere davvero poco di buono.
Nel più ideale dei mondi ci avrebbe fatto piacere poter contraddire questa istintiva cattiva impressione…
Ma il mondo reale ha così poca immaginazione che difficilmente riserva sorprese: Dracula 3D rappresenta, in nuce, unicamente l’ennesimo tentativo fallito di riportare alla luce un non-morto, dalla genia non altrettanto nobile quanto quella del conte succhiasangue.
Piccola consolazione per i più affezionati [tra i quali ci mettiamo in fila] potrebbe essere l’appurare il fatto che questo Dracula 3D rappresenti, in qualche modo, dei piccoli passi avanti rispetto ai più risibili Il cartaio [2004] e Giallo [2009], forte già solo del fatto di essere costruito sulla storia creata dall’autore irlandese nel 1897, ma questo non basta per sollevare la nuova pellicola di Argento da un paludoso stallo di in concretezza e di ridicolo involontario.
E non basta l’inserimento nello script della storia di Vlad l’Impalatore, all’interno di una sequenza ambientata nella biblioteca del castello del conte, o la citazione sospesa tra Stoker e Lugosi relativa alla “musica” emessa dai “figli della notte” fuori dal castello, per spolverare via dalla superficie filmica del Dracula di Argento quel senso di grottesco e di incongruenza che ha poco a che fare con la follia creativa di un guizzo di surrealismo.
Il marcio comincia proprio dalla rielaborazione della storia, ad opera di un team di ben quattro sceneggiatori che, oltre allo stesso Argento, include anche l’Antonio Tentori di Un gatto nel cervello [Lucio Fulci, 1990], Enrique Cerenzo [anche fra i produttori del film] e Stefano Piani [della serie tv Sei passi nel giallo].
Otto mani che non sono apparentemente riuscite a trovare migliore impiego che tentare di modernizzare la storia stokeriana semplicemente con l’inserimento [SPOILER] di una macroscopica congiura paesana [FINE SPOILER].
Attorno a questo punto cardine ruotano tutti gli altri piccoli paletti di frassino che Argento e i suoi sadicamente infilano nei cuori degli affezionati: in primis proprio quegli effetti speciali digitali di cui è davvero molto difficile spiegarsi la così irrealistica fattura, che riguardano alcune location [dal paese medioevale al treno in stazione all’arrivo di Harker], la fine riservata alla Lucy impersonata da Asia Argento [stavolta fuori parte] e le varie trasformazioni di Dracula.
Proprio queste trasformazioni meritano un trattamento a parte: interessante, infatti, risulterebbe l’idea di Argento di rendere il suo Dracula un mutaforma, che può acquisire l’aspetto di diversi tipi di animali, dalla civetta al lupo, per arrivare a suddividersi in un nugolo di mosche [sorta di auto-citazione di Phenomena che, oltre ad essere un’affascinante trasformazione prelude alla scena meglio costruita del film, quella ambientata in osteria], fino ad arrivare alla terribilmente weirda mantide religiosa che tante parole ha già fatto consumare online e che, per consolare almeno lo spirito trash-friendly, avrebbe meritato ben più spazio della sua rapida apparizione!
Lacunosa è anche la struttura filmica di Dracula 3D che s’appesantisce di una lunga e tediosa prima parte che pare non finire mai, e da un’impersonalità che è davvero difficile perdonare al regista di Suspiria, che rifugge la caratterizzazione tentando di nascondersi proprio all’interno dei rimandi alle produzioni Hammer e ad un uso di pruriginosi nudi [da quello di Asia a quelli ripetuti di Miriam Giovannelli] che sembrano indicare la cinematografia vampirica di Jean Rollin.
Più che per il 3D, nella maggior parte dei momenti ben realizzati, è facile che questo film sia ricordato per aver regalato un momento sconclusionato della carriera cinematografica del conte vampiro, lo “strumento scordato della sinfonia divina”.
Luca Ruocco
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DRACULA 3D
Regia: Dario Argento
Con: Thomas Kretschmann, Marta Gastini, Asia Argento, Rutger Hauer, Unax Ugalde
Uscita in sala in Italia: giovedì 22 novembre 2012
Sceneggiatura: Dario Argento, Antonio Tentori, Enrique Cerenzo, Stefano Piani
Produzione: Enrique Cerezo Producciones Cinematografica S.A., Film Export Group, Les Films de l’Astre
Distribuzione: Bolero Film
Anno: 2012
Durata: 106’