Film dalla pre-produzione movimentata, Lo Hobbit [2012], auto-originatosi dai fasti della trilogia de Il Signore degli Anelli [2001/2003], avrebbe dovuto vedere, in una versione davvero vicina a diventare realtà, Peter Jackson nelle sole vesti di produttore, per assicurare a questo prequel un senso di continuità autoriale, mentre la regia sarebbe stata affidata a Guillermo Del Toro, qui in veste anche di co-sceneggiatore. Il tempo e sfinenti trattative, però, modificano la struttura del progetto. Del Toro abbandona il timone, mentre Jackson si ritrova ancora una volta a gestire il ruolo di padrone di casa nella Terra di Mezzo.
La notizia, se da una parte rassicura i fan più affezionati, che iniziano a dormire sonni tranquilli, sicuri di essere di nuovo nelle mani di una guida esperta e acuta, dall’altra, invece, lascia molti dubbi inerenti ad un possibile appiattimento visivo/esperienziale, originato proprio dall’essere “costretti” ad affidarsi, per la quarta-quinta-e-sesta volta, allo stesso occhio per inquadrare la Terra di Mezzo.
Dubbi particolarmente accentuati dal fatto che la materia narrativa de Lo Hobbit o la riconquista del tesoro di Tolkien, era di certo inferiore a quello della trilogia de Il Signore degli Anelli, ma che, comunque, si era deciso di adattare il libro, cinematograficamente parlando, in tre capitoli.
Inutile tirarla per le lunghe: i dubbiosi avranno di che discutere, perché, fermo restando il fatto che il nuovo film di Jackson abbia le carte in regola per essere un nuovo successo commerciale, il tutto risente decisamente di un pressante senso di déjà vu.
Luoghi, modi di fare e personaggi redivivi si auto-compiacciono nel riguardarsi in una sorta di “come eravamo”.
Da una parte la fascinazione per i luoghi e la mitologia della Terra di Mezzo, fatta di nani, elfi, hobbit, troll, orchi, goblin e mannari è innegabile, dall’altra è più che chiaro che il materiale narrativo di questo primo capitolo è poca roba, per giunta diluita all’interno di infinite e ripetitive scene di lotta ed inseguimenti.
Un gruppo di tredici nani, insieme al mago Gandalf il Grigio [Ian McKellen], piomba nella vita del tranquillo hobbit Bilbo Baggins [Martin Freeman], trascinandolo dentro ad un’impresa pericolosa e difficile: riconquistare la loro città, costruita nel cuore di una catena montuosa, da tempo violentemente usurpata dal drago Smaug.
“In un buco del terreno viveva uno hobbit”. Attraverso questo incipit letterario il vecchio Bilbo [Ian Holm] accompagna lo spettatore nel viaggio a ritroso nel tempo, ma il tutto sbiadisce in un sapore di poca originalità, in una serie di scene troppo lunghe e monotone [gli indovinelli di Gollum a Baggins; le canzoni dei nani; oltre alle battaglie citate]. E l’effetto della proiezione delle immagini a 48 fotogrammi al secondo non riesce ad accrescerne le qualità.
Speriamo in una risalita della china.
Luca Ruocco
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LO HOBBIT
Regia: Peter Jackson
Con: Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, James Nesbitt, Ken Stott
Uscita in sala in Italia: giovedì 13 dicembre 2012
Sceneggiatura: Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson, Guillermo Del Toro
Produzione: New Line Cinema, Metro-Goldwyn-Mayer Pictures
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Anno: 2012
Durata: 173’