[PRO]
Remake del celeberrimo classico degli anni Cinquanta La cosa da un altro mondo di Howard Hawks, La cosa [1982] di John Carpenter rimane – oltre che una delle massime vette del cinema del regista americano – anche uno dei punti più alti della cinematografia horror di tutti i tempi, grazie all’impeccabile realizzazione tecnica e alle angoscianti atmosfere che riesce a trasmettere appieno allo spettatore, allora come oggi. Nel 2011, il regista Matthijs van Heijningen jr. dirige il prequel del film di Carpenter, basandosi sulle vicende degli scienziati norvegesi e americani che per primi hanno individuato e studiato il fenomeno di questo misterioso alieno scovato in mezzo ai ghiacci dell’Antartide. Il nuovo film, infatti, prende avvio tre giorni prima della storia narrata nella pellicola di Carpenter, andando ad agganciarsi con precisione millimetrica e dovizia di particolari al cult cui fa da prequel e nel contempo da reboot.
Il nuovo La cosa non vanta nomi di spicco nel cast artistico, e questo è il primo dei numerosi punti di forza su cui il film può contare: per una volta non troveremo stupidi teenager pronunciare frasi senza alcun senso per poi morire nei modi più demenziali o eroi[ne] risolvere situazioni con improbabili e illogici colpi di scena da 007 dei poveri.
A sorpresa dunque, ci troveremo davanti a un gruppo di onesti professionisti che fa della spontaneità e del realismo la propria arma vincente, avvolti sempre più in una claustrofobica vicenda che li risucchierà fino alla logica – seppur scontata – conclusione [soprattutto per chi ha già visto il film del 1982]. Non sono da meno le fredde – come non potrebbero – scenografie che fanno da sfondo alla vicenda, che mantengono una piacevolissima pre-continuità con il cult di Carpenter: persino gli effetti speciali richiamano il predecessore, pur senza uguagliarlo, mantenendo fede a un design diventato celebre, pur senza esagerare nella CG e comunque mantenendosi sempre entro il limite del ridicolo, cosa assai difficile da riscontrare nel cinema horror dei giorni nostri. Il film ha avuto altalenanti vicissitudini in patria: l’uscita era prevista per la primavera del 2011, ma misteriosamente il distributore ha preteso che venissero rigirate alcune sequenze e che il film venisse editato in modo diverso, facendo così slittare la prima nell’ottobre dello stesso anno.
Nel nostro paese il debutto de La cosa era programmato per dicembre 2011, ma altrettanto misteriosamente la data d’uscita è stata rimandata più volte fino all’estate scorsa, più precisamente a giugno, mese in cui il film è riuscito a vedere la luce [nel buio] delle nostre [poche] sale. Comunque una sorpresa per gli appassionati, in mezzo a tanto cinema-spazzatura, che hanno potuto godere di un buon prodotto, realizzato con bravura, passione filologica [anche se qualche incoerenza è in agguato] e un pizzico di artigianato, cosa ormai rara nel cinema moderno, soprattutto se di genere. Il Blu-Ray edito da Universal è ad alto livello qualitativo, presentando il film in un master ad alta definizione pressoché perfetto, dove i colori tendenti al bianco, al blu e al nero sono sempre limpidi e ben definiti, rendendo il quadro pulito e scevro da artifizi digitali. Interessante anche la sezione bonus, dove troviamo scene eliminate, curiosità, un documentario e il commento del regista. Certo, i fans sfegatati di Carpenter potrebbero storcere il naso, ma il nuovo La cosa non è stato fatto per rifare un capolavoro, semmai per rinnovarne la fama alle nuove generazioni e nel contempo renderne un doveroso omaggio, senza velleità autoriali, ma con l’unico scopo di divertire e spaventare gli amanti del genere: obbiettivo raggiunto.
Luca Servini
[CONTRO]
La cosa [2011] sta a La cosa [1982] come Nightmare [2010] sta a Nightmare: dal profondo della notte [1984]. Un film che non fa male all’occhio e al cuore dello spettatore, neanche a quello profondamente legato ai titoli originali, ma che, allo stesso tempo non riesce ad arricchire il piatto di grossa portata a cui si aggrappa pervicacemente, per tentare la mossa commerciale di cavalcare un puledro così rinomato da riuscire ad accaparrarsi, in un colpo solo, l’attenzione del pubblico di appassionati, e di quello di neofiti.
Per intenderci, quello che di sicuro manca a questo prequel è una propria energia interna, che parta dal film di Carpenter del 1982, ma si concretizzi come qualcosa di pur in minima parte originale, organico, autorevole. Qualcosa che più che al Nightmare di Bayer l’avrebbe potuto avvicinare all’Halloween – The Beginning di Rob Zombie. Ma in questo caso, nonostante la buona fattura e il ritmo giusto per un intrattenimento disimpegnato, siamo ben lontani dalla rielaborazione di un altro dei capisaldi del cinema di Carpenter operato da Zombi.
La pretesa di lasciare immacolato il cordone ombelicale che lo lega al film del 1982 lo si può notare sin dal titolo che, nonostante sia un prequel e non un remake, rimane immutato. La visione del film, poi, non fa che confermare questa ricerca di non originalità: dalle location alle mutazioni delle creature aliene che fanno eco a quelle di Carpenter, scomponendo i corpi umani “infettati” in una serie di orrendi aracnidi con cavi orali e protuberanze/arti cresciuti in luoghi impensati, ma che non riescono a sortire lo stesso effetto shock che avevano avuto i mostri de La cosa/1982, risultando meno veri, meno carnali, nonostante i quasi trent’anni di tecnologia di scarto [gli stessi effettisti ingaggiati per il prequel ammettono, nelle interviste racchiuse nei contenuti extra, che i puppet de La cosa di Carpenter rappresentano per gli effettisti di oggi una sorta di Quarto potere].
Superato il fattore originalità, provando a scavare all’interno della struttura del nuovo La cosa, due sono le cose che saltano immediatamente all’occhio: innanzitutto l’incipit che tanto ha a che fare con quello di film come Jurassic Park [un detentore di ingenti capitali che si materializza sul luogo di lavoro di uno o più studiosi per reclutarlo/i per un lavoro tanto ignoto quanto ben remunerato], e Alien vs. Predator [con il gruppo di studiosi e tecnici radunati che si trovano a doversi rapportare con il ritrovamento di una struttura extraterrestre di dimensioni davvero notevoli e, successivamente, con le forme di vita da questa contenute].
Ma c’è un’altra cosa che, di certo, farà male agli amanti della Cosa carpenteriana, tralasciando facilonerie sparse qua e là nella pellicola, qualcosa di marchiato a fuoco all’interno della pellicola stessa.
Ne La cosa di Matthijs van Heijningen jr. scompare del tutto, e in maniera del tutto discutibile, il fattore di contrapposizione uomo/donna che nel film dell’’82 voleva che, all’interno di una comunità totalmente maschile, si infiltrasse “una Cosa”. Un elemento esterno al machismo di fondo, opposto al loro modo di essere umani. L’elemento femminile sublimato nella forma “altra”, extra-maschile, prima ancora che extra-terrestre, a rappresentare l’inizio della fine per una comunità coesa, ma mancante di una parte fondamentale.
Nel prequel, invece, è proprio una donna [Mary Elizabeth Winstead] a prendere le redini della storia, soffiando il ruolo da prima attrice alla Cosa e, contemporaneamente, eliminandone ogni sottotesto socialmente costruibile.
Non è ponderato nemmeno il possibile scontro verticistico tra le due lei [protagonista vs. Cosa], in quanto viene inserita nel gruppo ancora un’altra donna, alla quale spetta la trasformazione meglio riuscita e, forse, quella più consapevole. Il personaggio si contorce e si lamenta, da umana, mentre le cellule replicate del suo corpo cancellano per sempre la sua identità fisica e mentale.
Non un danno, anzi, la visione è comunque consigliabile. Ma non si dovrebbero spostare certi tomi, senza avere piena coscienza di quello con cui si avrà a che fare.
Buona l’edizione Blu-Ray distribuita da Universal Pictures che include all’interno del disco una serie di interessanti extra.
Luca Ruocco
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LA COSA
PRO:
CONTRO:
Regia: Matthijs van Heijningen jr.
Con: Mary Elizabeth Winstead, Eric Christian Olsen , Ulrich Thomsen, Joel Edgerton, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Jan Gunnar Roise
Durata: 105’
Formato: 2.35:1
Audio: Italiano: DTS Lossless HD, Francese: DTS Lossless HD, Inglese: DTS Lossless HD, Spagnolo: DTS Lossless HD, Portoghese: DTS Lossless HD, Tedesco: DTS Lossless HD
Distribuzione: Universal Pictures [www.homevideo.universpictures.it]
Extra: Scene Eliminate/Prolungate; The Thing Evolve; Fuoco e Ghiaccio; Commento audio del regista Matthijs Van Heijningen e del Produttore Eric Newman per tutta la durata del film; Le mie Scene Preferite
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