Ci sono alcune storie di cronaca, in Italia, che, nonostante il passare degli anni, rimangono impresse nella mente della gente, e il loro ricordo è indelebile. Pensiamo alla terribile sorte toccata al piccolo Alfredino Rampi, o al lungo e brutale rapimento di Cesare Casella. Ma c’è un caso, purtroppo non l’unico, rimasto irrisolto, che, come i precedenti, ha caratterizzato gli anni ’80.
L’attentato al Papa, avvenuto il 13 Maggio 1981, non si chiuse con l’arresto di Alì Agca, dal quale anzi si ebbero ripercussioni lunghissime, che sfociarono anche nel rapimento di Mirella Gregori e Emanuela Orlandi. Dopo ventinove anni dal rapimento di Emanuela, Pietro Orlandi, suo fratello, con il giornalista Fabrizio Peronaci, ricostruisce passo dopo passo tutte le tappe di questa intricata vicenda, così complicata da dare la sensazione che davvero, senza la collaborazione del Vaticano, difficilmente si possa arrivare ad una definitiva chiarificazione di tutto. Pietro, come nel caso dei fratelli Gildo e Luciano Claps [e non solo nel loro], mostra un grande coraggio nel denunciare errori, contraddizioni, depistaggi e omertà da parte di chi conosceva, e conosce dettagli sul rapimento e sui risvolti della vicenda.
Orlandi, con Peronaci, ricostruisce, come un puzzle, pezzo per pezzo, carte e indizi alla mano, le tappe più significative di questi tragici ventinove anni.
Mia sorella Emanuela è un libro dettagliato, scorrevole, lucido. Orlandi e Peronaci, come due detective puntigliosi, indagano, alla luce di tutto ciò di cui sono venuti a conoscenza, con serietà e voglia di avere giustizia, ad ogni costo. Troppi atti di sciacallaggio hanno colpito e ferito a fondo la famiglia Orlandi, troppi silenzi e lasciapassare hanno tentato di portare alla rassegnazione tutti i suoi componenti, con la prospettiva quindi di lasciare nel dimenticatoio ingiustizie, compromessi, bugie, segreti e complicità.
Mia sorella Emanuela è quindi un vero e proprio lavoro di investigazione, conseguito con un ardente desiderio di fare luce sulla scomparsa Emanuela, nella speranza che sia viva e stia bene. È per questo motivo che le indagini non devono chiudersi, è per questo motivo che il Vaticano deve collaborare, mettendo da parte rancori e accuse, tutti uniti nella precisa volontà di dare finalmente pace a questa famiglia e alla famiglia Gregori, che, nonostante le pressioni subite, hanno ancora il coraggio di sorridere e continuare a vivere con ottimismo; è per questo che bisogna aderire alla petizione indetta da Pietro Orlandi, rivolta alla segreteria di Stato, nella persona del cardinale Tarcisio Bertone. Per farlo basta andare sul sito www.emanuelaorlandi.it, e aggiungere il proprio nome a quello di migliaia di persone, per chiedere piena collaborazione al Vaticano e voglia di conoscere la verità.
Se, come asserisce qualcuno, parlare di Emanuela è motivo di fastidio, è dovere di tutti chiedere di capirne il motivo e chiedere con fermezza di aprire una indagine nella quale chi investiga, lo faccia senza avere paura.
“[…] Il rapimento di Emanuela ha gettato ombre e dubbi sul comportamento del Vaticano, che nel corso di questi tre decenni non ha avuto il coraggio di abbattere quel muro di silenzi e di omertà eretto intorno a questa vicenda”.
Pietro Orlandi, da un estratto della petizione rivolta alla Segreteria di Stato Vaticana.
Mia sorella Emanuela è edito da Edizioni Anordest, ed è disponibile in tutte le librerie.
Gilda Signoretti
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MIA SORELLA EMANUELA
Autore: Pietro Orlandi e Fabrizio Peronaci
Editore: Edizioni Anordest [www.anordestedizioni.com]
Pagine: 334
Illustrazione/Foto: Si
Costo: 11,90