Documentario scritto e diretto, nel 2010, dal regista Werner Herzog, che si rapporta per la prima volta con la tecnologia 3D, Cave of Forgotten Dreams è un film, prodotto dalla History Film, che, per la prima e per qualche tempo unica volta nella storia dell’uomo, permette l’ingresso di una ristrettissima troupe cinematografica all’interno della Grotta Chauvet, nei pressi del fiume Ardèche, in Francia meridionale.
Un grotta rimasta sigillata per migliaia di anni e che, una volta riscoperta da un gruppo di tre esploratori alla ricerca di sbocchi d’aria che denunciassero la presenza di caverne nascoste fra le rocce, ha riservato ai suoi scopritori uno spettacolo inaspettato: una vasta serie di pitture murali preistoriche, di oltre 32.000 anni, le più antiche mai rinvenute sino ad oggi.
Distribuito in DVD, in Italia, da CG Home Video, Cave of Forgotten Dreams rappresenta la risposta autoriale di Herzog alle domande: “Come riusciremo a rapportarci a messaggi provenienti da un passato così remoto? Potremo mai orientarci all’interno di un abisso temporale così profondo e oscuro?”.
Grazie all’intervento delle istituzioni francesi, Herzog riesce a superare il divieto assoluto di ingresso nella grotta, in quella capsula del tempo creata, accidentalmente, da un frana che sigillò all’interno della profonda cavità rocciosa non solo pitture rupestri, ma importanti indici sulla storia naturale del periodo e sulla struttura sociale-religiosa dei gruppi di uomini.
Sulle pareti rocciose, sulle superfici frastagliate, arrotondate o allungate, gli speleologi riportarono alla luce una serie molto variegata di disegni di specie animali del periodo paleolitico: dai cavalli ai mammut, dagli orsi delle averne ai bufali, all’unico pannello del periodo a rappresentare due pantere.
Herzog e gli studiosi intervistati rimarcano l’importanza della scoperta che, oltre che a livello storico, investe anche il livello scientifico-zoologico, non solo per il primo ritrovamento di un disegno che rappresentasse delle pantere, ma anche, ad esempio, per il ritratto di una coppia di leoni: gli scienziati si erano da sempre domandati se i maschi preistorici di leone avessero, come oggi, una criniera, e il fatto che quello ritratto sulla parete rocciosa nel paleolitico non la abbia, sembra una chiara risposta al quesito.
Altra cosa interessate, svelata dal placido e silenzioso ingresso di Herzog all’interno della grotta è la completa assenza di ossa umane, tra le centinaia di ossa ritrovate nella grotta. Nessun resto umano, quindi, accanto ai resti di orsi delle caverne e altri animali calcificati, a dimostrazione che il luogo fosse usato dagli uomini unicamente per dipingere, e per effettuare dei rituali religiosi, come prova, ad esempio, il grande teschio d’orso appoggiato su una roccia con la forma vagamente simile a quella di un altare, e non per abitarci.
La camera leggera di Herzog viaggia lentamente tra le varie “ale” della grotta, per mostrare allo spettatore che molto difficilmente potrà entrare all’interno del luogo, tra i giochi di contrasto e d’angolatura con cui gli uomini primitivi imprimevano quasi “vita” ai loro disegni, viaggiando in uno stato a-temporale, che poteva portarli a continuare disegni iniziati da altri primitivi anche 5000 anni prima.
Fra i rimandi a ricerche di altre grotte, identificate da odori di camere d’aria rimaste chiuse per migliaia di anni, e le orme di uomini e animali calcificate sul terreno della grotta [come le strane orme di un lupo che pareva camminare al fianco di un bambino], una particolare pittura prende il ruolo di protagonista della seconda parte del documentario: una strana figura che riproduce la parte bassadi un corpo femminile [zona pubica e gambe, che viene abbracciata dalla metà superiore di una sorta di toro, a creare uno strano ibrido uomo/animale davvero simile ad un minotauro, di cui difficilmente verremo a conoscenza del significato].
Da vedere nella versione originale: la voce narrante di Werner Herzog rappresenta parte integrante dei suoi lavori documentaristici e il doppiaggio italiano rischia di abbassare il tutto a livello di un classico documentario para-televisivo.
L’interessante DVD distribuito da CG Home Video, contiene, oltre all’interessante documentario [che pur non cogliendo in toto l’unicità dei vecchi documentari herzoghiani, ne rappresenta un punto abbastanza alto, tra gli ultimi suoi titoli], una lunga intervista a Herzog alla prima inglese del suo film, e un breve documentario sulla realizzazione della colonna sonora e il trailer.
Luca Ruocco
CAVE OF FORGOTTEN DREAMS
Regia: Werner Herzog
Durata: 90’
Formato: 1.78 PAL
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1, Inglese Dolby Digital 5.1
Distribuzione: CG Home Video [www.cghv.it]
Extra: Q&A with director Werner Herzog; Ode to the dawn of man; Trailer