Era il 1984, quando Tim Burton, che lavorava per la Disney come animatore, diresse il cortometraggio, della durata di 26 minuti, Frankeweenie, scritto da Leonard Ripps. E fu proprio Frankenweenie a segnare la momentanea interruzione della carriera di Burton all’interno della Mayor per l’intrattenimento dei più piccoli.
A distanza di ventinove anni, Tim Burton rimette mano all’opera, e lo fa tornando all’animazione [dopo La sposa cadavere]. Chi ha visto il Frankenweenie dell’84, nel vedere il lungo, che è un suo completamento, avrà modo di comprendere le somiglianze tra i due lavori, che sono molte, ma anche di notare le differenze e le aggiunte, altrettanto numerose.
Dopo Dark Shadows, Burton torna al cinema riportando le tonalità cupe e spettrali tipiche della sua poetica, da sempre a braccetto con l’horror. Il regista stavolta affida la sceneggiatura a John August, che aveva curato il soggetto di Dark Shadows, e aveva collaborato anche alla sceneggiatura di altri lavori di Burton, tra cui La sposa cadavere e La fabbrica di cioccolato.
Mr. e Mrs. Frankenstein sono i genitori di Victor [protagonista anche del primo cortometraggio di Burton, dall’omonimo titolo, del 1982], un bambino di dieci anni che ha un amico speciale: Sparky, un bull terrier che gli è molto fedele.
Sparky è da sempre considerato il nemico numero uno del signor Burgemeister, vicino di casa della famiglia Frankenstein, che si lamenta sempre per l’invadenza del cane, che entra di soppiatto nel suo giardino.
Mr Burgemeister odia tutti i cani, compresa Persefone, la barboncina nera di Elsa Van Helsing, compagna di scuola di Victor. Il ragazzino ha anche due smodate passioni: il cinema, che alimenta girando dei cortometraggi artigianali, e la scienza, interesse che stimola grazie agli input trasmessi dal professor Rzykruski, chiaramente ispirato a Vincent Price, un insegnante molto pretenzioso, che, come spiega ai genitori dei suoi alunni, che non vedono di buon occhio i suoi insegnamenti, per via del particolare modo con cui le conduce, ha il compito di “aprire la testa dei ragazzi” per impartire loro veri insegnamenti scientifici e farli ragionare.
Il concorso di scienza, da lui organizzato, vede Victor e i suoi compagni impegnati ad effettuare un esperimento che possa suscitare l’interesse e l’ammirazione della commissione scolastica. Nel frattempo, durante una partita di baseball, Sparky, intento a recuperare la pallina uscita dal campo, viene investito da una automobile, e muore. Victor non accetta la morte del suo migliore amico, e perciò si affida, nella speranza di far tornare in vita il suo cane, agli insegnamenti del prof. Rzykruski, e, tramite un congegno studiato in soffitta, sfruttando l’elettricità dei fulmini, in una notte tempestosa, riesce a far tornare in vita Sparky. Tenere nascosto in soffitta Sparky, però, è impossibile, e così i coniugi Frankenstein scoprono il segreto di Victor. La situazione precipita quando Edgar, compagno di scuola di Victor, escluso da tutti i bambini della sua età, apprese da Victor le modalità dell’esperimento, li rivela ai suoi compagni. La diffusione di tale scoperta scientifica non potrà che causare enormi disastri…
Frankenweenie è un film d’animazione eccellente, e sotto tutti i punti di vista. Burton, come sempre, mostra grande sensibilità nel rapportarsi con i suoi personaggi, e stavolta si trova a spiegare il legame tra un bambino e un cane, ed elaborare e descrivere il trauma per la sua morte.
La tragicità della storia ben si associa con la stravaganza dei personaggi del film e con l’umorismo nero di Burton. Se il 3D non rende, nulla però si può dire, negativamente, sulla tecnica dello stop motion [per la realizzazione della quale ci son voluti due anni], e soprattutto sulla maniacale estetica, che cattura a pieno lo spettatore, destando meraviglia.
I puppet, poi, meritano degna considerazione, sia per come sono stati realizzati, sia per come si muovono, quasi come fossero reali. Pensiamo al simpaticissimo signor Baffino, un bianco gatto persiano, buffo e jettatore, che fa sogni premonitori, raccontati a Victor da Stranella, altra compagna di classe, dall’animo emo.
I rimandi al cinema horror e fantascientifico sono numerosissimi, come dimostrano già i cognomi di alcuni personaggi, pensiamo ai pupazzi e alle sequenze che li interessano, che rimandano ai Gremlins, relativamente alle scene che vedono protagoniste le scimmiette marine, a Gamera, a Godzilla, al mostro della laguna nera, e, nella trasformazione del signor Baffino nel gatto pipistrello, che pare voler omaggiare Un lupo mannaro americano a Londra. Un film sicuramente divertente, profondamente sensibile e assolutamente personale.
Gilda Signoretti
–
FRANKENWEENIE
Regia: Tim Burton
Con: [con la voce di] Charlie Tahan, Catherine O’Hara, Martin Landau, Martin Short, Winona Ryder, Atticus Shaffer
Uscita in sala in Italia: giovedì 17 Gennaio 2013
Sceneggiatura: John August
Produzione: Walt Disney Pictures, Tim Burton Animation Co., Tim Burton Productions
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Anno: 2012
Durata: 87’