Roman Polanski non ha bisogno di presentazioni, ma forse non tutti ricordano i suoi primi film. Per onorare la carriera del regista, Pulp Videopresenta l’uscita in DVD e Blu-Ray, rispettivamente, del secondo e terzo film [dopo Il coltello nell’acqua, 1962]: Repulsion, 1965, e Cul de sac, 1966.
Si tratta di due film contemporaneamente simili e diversi tra loro, uno claustrofobico e allucinatorio, l’altro surrealista e grottesco.
Repulsion gira intorno ad un’unica protagonista, Carol, interpretata da Catherine Deneuve, una ragazza bellissima, ma molto introversa. Mentre sua sorella Helen [Yvonne Furneaux] è spigliata, chiacchierona, superficiale e allegra, Carol [di mestiere estetista] è invece sempre preoccupata, allarmata, fin troppo seria e schiva. Sua sorella ha una relazione con Michael, un uomo sposato [Ian Hendry], la cui presenza in casa non è gradita a Carol, che anzi lo detesta, pregando più volte la sorella di lasciarlo, e di tenerlo lontano da lei. Carol è impaurita dagli uomini, che vede tutti come stupratori, o comunque malati di sesso. È per questo che si angoscia e si dimena nel letto, quando sente la sorella e l’amante ansimare in piena notte.
Nel momento in cui sua sorella partirà per dieci giorni per una vacanza in Italia, Carol vivrà la sua prima esperienza solitaria in casa, e sarà messa di fronte alle sue paure, che la condurranno all’interno della sua follia.
Repulsion è un film ossessivo, in cui sono gli oggetti e i suoni a cooperare nell’intento di portare al delirio Carol, come il pollo da giorni dimenticato in cucina, e in uno stato avanzato di decomposizione, o il suono delle campane della chiesa, che tuonano come un avvertimento per Carol, che non ne sopporta il suono, o le stesse mani, che spesso sono in dettaglio, come la testa di una sua cliente. E l’uso ossessivo di dettagli è una caratteristica di questo film, che guarda ogni oggetto con angolature diverse. L’angoscia è il leit motiv del film, che nasce, si propaga e muore in casa, nella casa che Carol condivide con Helen, e che vede con sospetto, ma nello stesso tempo considerandola un rifugio, tanto da chiudere porte e finestre. La pazzia di Carol raggiunge la punta più alta nel momento in cui la paura di vivere in casa da sola da alcuni giorni cresce mano mano, portandola, ad esempio, a stirare col ferro da stiro staccato, a vedere mani maschili in corridoio che vorrebbero afferrarla, e a respingere il suo pretendente, che ci viene presentato, sempre dalla mente di Carol, sia come un bravo ragazzo che come un maniaco. Polanski gestisce splendidamente il senso di claustrofobia che vive la protagonista, e per tappe ci conduce verso un’ansia crescente, che degenera nel dramma.
Cul de sac è il terzo film di Polanski. Se il precedente è girato tra quattro mura, in questo caso, invece, la telecamera si aggira in un castello abitato da una strana coppia: George [Donald Pleasence] e Teresa [Françoise Dorléac]. Lei disinibita e svampita, bella e desiderata, e lui, più grande e serioso, ma anche grottesco e profondamente insicuro, così innamorato della sua donna da ignorare le sue infedeltà, come la relazione con Christopher, che Teresa incontra con la scusa di andare a raccogliere i gamberi. Intorno al castello c’è il mare, che isola la coppia dal resto del mondo. La strana quotidianità della coppia, fatta di travestimenti, di pranzi improvvisati, di inseguimenti alle galline, viene acuita ancor più dall’arrivo di un gangster, Dick [Lionel Stander], che si è rifugiato nel castello per avvertire il suo capo, dal telefono del castello, che la rapina è andata male, e che il suo amico Albert [Jack Mac Gowan] è ferito. Tra uova e latte rubate per non morire di fame, con un letto improvvisato nel pollaio, Dick si muove con cautela nel castello, finché non è scoperto dalla coppia. Dick capisce subito che George è un uomo fragile, e comprende subito che ha campo libero nelle stanze del castello, se non fosse per Teresa, l’unica a contrastarlo.
Polanski mescola qui grottesco, bizzarria, allarmismo e un equilibrato senso di paura, che sfocia nel finale con la maestria sua tipica. Anche qui la follia è l’asse portante della storia. Se inizialmente si è portati a pensare che Dick abbia qualche problema mentale, per via del suo carattere turbolento, vedremo la pazzia proiettarsi in George, interpretato da uno straordinario Pleasence.
Anche in questo film il ricorso all’uso di dettagli è preponderante, fotografando più volte le uova, o un uovo in primissimo piano, una gallina, o il disco che si inceppa nel giradischi, come a presagire l’evento nefasto che di lì a poco seguirà. In Cul de sac non c’è claustrofobia, ma un profondo senso di isolamento, che viene provato da Dick, dal momento in cui giunge l’alta marea.
I contenuti extra di entrambi i film sono davvero esigui, poiché contengono il trailer, la filmografia e i premi e i riconoscimenti del regista.
Gilda Signoretti
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REPULSION
Regia: Roman Polanski
Con: Catherine Deneuve, Ian Hendry, Yvonne Furneaux
Durata: 100’
Formato: 16:9 compatibile con 4:3
Audio: Italiano 5.1, Italiano 2.0, Inglese 2.0
Distribuzione: CG Home Video – Pulp Video [www.cghv.it]
Extra: Trailer; filmografia Polanski; Premi e riconoscimenti
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CUL DE SAC
Regia: Roman Polanski
Con: Donald Pleasence, Françoise Dorléac, Lionel Stander
Durata: 100’
Formato: 1.77:1
Audio: Italiano 5.1, Italiano 2.0, Francese 2.0
Distribuzione: CG Home Video – Pulp Video [www.cghv.it]
Extra: Trailer; filmografia Polanski; Premi e riconoscimenti