Avevamo lasciato, cinematograficamente parlando, Enzo d’Alò, nel 2003, quando uscì al cinema Opopomoz. Ed eccolo finalmente di ritorno, con un nuovo film d’animazione: Pinocchio.
Le avventure di Pinocchio di Collodi ha goduto di diverse trasposizioni. I più nostalgici ricorderanno il film d’animazione Disney, ma soprattutto lo sceneggiato televisivo di Luigi Comencini, 1972, e con un po’ di stizza quello di Benigni, del 2002.
Il Pinocchio di d’Alò è un Pinocchio molto intimo. Non si può negare quanto sia forte la personalità del regista all’interno del film, e il fatto che, al di là del giudizio che si potrà avere sul film, non sia comunque paragonabile, né semplicemente ricondurre, ai suoi predecessori.
Il cinema d’animazione di d’Alò è un cinema particolare, completo, attento e semplice. Sì, perché i film di d’Alò, pensiamo ad esempio ai due capolavori La freccia azzurra [1996] e La gabbianella e il gatto [1998], si distinguono proprio per una genuinità di fondo che non ha bisogno di espedienti o stratagemmi per intrattenere il pubblico.
d’Alò è abile nell’incantare lo spettatore perché va alla ricerca degli elementi base: sceneggiatura, disegno, colore, musica.
d’Alò ha sempre tratto le sue trasposizioni cinematografiche da scritti di autori di alto livello: Gianni Rodari per La freccia azzurra, Luis Sepùlveda per La gabbianella e il gatto, o Michael Ende [autore de La storia infinita] per Momo alla conquista del tempo, mescolando le storie di altri alla sua visionarietà.
Nei suoi film, poi, c’è una particolare attenzione per la musica, che è davvero la coprotagonista, come anche in questo Pinocchio.
Se il regista ha goduto delle collaborazioni, in passato, di Paolo Conte, David Rhodes, Gianna Nannini o Pino Daniele, stavolta ha avuto il prezioso consenso del compianto Lucio Dalla, che presta la voce [come non riconoscerla], oltre ad aver composto musiche e testi, al Pescatore Verde, e che canta la canzone finale del film. Brano che il musicista non fece in tempo ad ultimare e che, per volontà di d’Alò, è stata portata a compimento da Marco Alemanno, che ha voluto completare la canzone con un coro di bambini, per renderla più gioiosa.
Pinocchio, scritto dallo stesso d’Alò con Umberto Marino, suo assiduo collaboratore [La freccia azzurra; La gabbianella e il gatto; …], è disegnato dal fumettista Lorenzo Mattotti, che ama giocare con le ombre, le lunghezze e le larghezze creando strane forme e dimensioni sbilenche [la volpe più alta del gatto, la larghezza del cane Alidoro, o la larga bocca della balena].
Di questo Pinocchio, che è certamente un film tradizionale, anche se girato con tecnologie moderne, affascinano particolarmente i colori, spesso vivacissimi e intensi, un vero spettacolo per gli occhi, insomma, come quelli dell’albero sul quale si arrampica Pinocchio per sfuggire al gatto e alla volpe, che non ha riconosciuto perché mascherati, o le scene ambientate nel paese dei balocchi, con tanto di barche luminose, l’opposto dei sotterranei, scuri e dai colori freddi.
Ma il Pinocchio di d’Alò lascia addosso un senso di fretta, di velocità, che arriva a far “snobbare” la figura del grillo parlante, il moralista, e di Lucignolo, che in realtà è ridotto a comparsa. Si ha come la sensazione che tutto sia un po’ troppo compresso, e che manchi quella cattiveria che avrebbe dovuto caratterizzare alcuni personaggi del film. Questo, però, non toglie comunque la validità di questo progetto, che ha richiesto oltre tre anni di lavoro, e che si contraddistingue per una delicatezza che è tipica del suo autore.
Gilda Signoretti
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PINOCCHIO
Regia: Enzo d’Alò
Con: Gabriele Caprio, Mino Caprio, Rocco Papaleo, Lucio Dalla, Paolo Ruffini, Maurizio Micheli, Maricla Affatato
Uscita in sala in Italia: giovedì 21 febbraio 2013
Sceneggiatura: Enzo d’Alò, Umberto Marino
Produzione: Cometafilm, Iris Productions, Walking the Dog, 2D-3D Animation
Distribuzione: Lucky Red
Anno: 2013
Durata: 84’