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DEMONI E DEI di Roberto Curti

demoniedei1Di saggi sul cinema [anche sul cinema horror] se ne potrebbero riempire intere biblioteche. Tra questi alcuni seguono una linea fin troppo comune, riconoscibile, arrivando ad assomigliarsi l’uno con l’altro; altri, invece, personalizzano e temperano la loro fatica critica e letteraria, pur affrontando tematiche già discusse.

È il caso di Demoni e dei di Roberto Curti, edito da Lindau. Il sottotitolo del libro: Dio, il diavolo, la religione nel cinema horror americano, spiega più che bene la direzione che l’autore intraprende, andando appunto ad avventurarsi sull’incisività che la religione, o i riferimenti ad essa, ha avuto e continua ad avere nel cinema horror americano. Curti focalizza la sua attenzione sull’horror di stampo americano, e, dunque, sulle sue relazioni con la religione cattolica in primis.

Una relazione che ha origini antiche, che partono dallo sbarco dei primi coloni inglesi lungo le coste dell’America del Nord, nel sedicesimo secolo; l’arrivo dei cosiddetti Padri pellegrini che, insieme con altre sette di puritani perseguitati dalla chiesa anglicana, erano in cerca di spazi dove praticare il proprio culto in piena autonomia, per imprimere nuovi pensieri, dogmi e tradizioni religiose sulle tribù presenti lungo la costa. La religione segue due linee parallele: la fede dei credenti, da un lato, la sicurezza di avere un Dio protettore, e la paura, chiaramente identificata in un Dio punitivo e vendicativo, al quale chiedere perdono in seguito ad un profondo senso di colpa derivato da un peccato commesso, che devasta.

È questo l’incipit dal quale prende piede questo lungo saggio di Curti, da questo puntare il dito contro il peccatore o la strega da processare contro la quale intentare una causa per aver sporcato la purezza della comunità. Ed ecco che qui entra in scena l’horror, che fa tesoro di questi e di altri espedienti per proiettare i protagonisti cattivi e buoni del film, e poi lo spettatore, in un mondo di paure, ma allo stesso tempo rivelatore, in cui ogni giorno c’è una minaccia da affrontare. Questi “peccatori, stregoni, vergogne dell’umanità” si possono individuare d esempio negli zombie, nel mostro di Frankenstein, nell’uomo lupo, nei succhiasangue, rappresentanti del diavolo.

Il saggio si articola in dieci capitoli, dai titoli emblematici, come Non avrai altro Dio, o Il dio bianco e il diavolo nero. Il percorso seguito da Curti è lungo, perché lunga è la storia del cinema horror americano, un cinema che è cambiato con l’evolversi della società. Sono una dimostrazione di questo cambiamento gli anni ’70-’80, in cui si sono espressi “figli” come Carpenter, Romero, Cronenberg, Friedkin, fino ad arrivare al cinema horror americano di oggi, forse meno seminale di quello precedente, ma certamente più catastrofico, perché specchio dei tempi odierni. Un esempio è Frailty – Nessuno è al sicuro, di Bill Paxton, 2001, o L’esorcismo di Emily Rose di Scott Derrickson, 2005, in cui il binomio bene-male, possessione-esorcismo viene riproposto.

L’elemento religioso è dunque una costante nell’horror, tanto da rifarsi ad alcune simbologie. Pensiamo al mostro di Frankenstein, che appare in posa di crocifissione in La moglie di Frankenstein, di James Whale, 1935, o lo stesso King Kong, a metà tra un Dio di cui aver paura e un animale diabolico, o lo stesso L’ultimo uomo sulla Terra, con un finale che sa di spedizione punitiva ai danni del protagonista [interpretato da Vincent Price], emblema in questo caso di un Dio-salvatore del mondo condannato alla morte ingiustamente.

Gilda Signoretti

DEMONI E DEI

3 Teschi

Autore: Roberto Curti

Editore: Lindau [www.lindau.it]

Pagine: 514

Illustrazioni/Foto: Si

Costo: 27,00

 

InGenere Cinema

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