Un’istantanea su un momento particolare e importante della vita di due giovani, Amanda [Maria Vittoria Barrella] e Alberto [Lorenzo Colombi], scattata da un altro giovane, l’esordiente Stefano Lodovichi che, al suo primo lungometraggio, dimostra di avere un taglio registico già personale, per gusto estetico ben definito e grazie alla particolare sensibilità dimostrata nel raccontare un fatto di per sé naturale e, allo stesso tempo liminale, come la perdita della verginità.
Nonostante la tagline del film, “La prima volta non si scorda mai”, lo sguardo di Lodovichi sullo sbocciare della storia d’amore tra Amanda e Alberto [le due “A” che si fonderanno insieme in un tatuaggio, l’Aquadro del titolo, stampato sul petto di entrambi] non è supportato da voyeurismo malizioso [anche se proprio sul voyeurismo s’impernia il film stesso] o puntellamenti volgari più che sensuali. Lodovichi fotografa con gentilezza l’alternanza di ansia e desiderio che separa i due ragazzi dall’abbandonarsi all’atto della loro prima volta.
Ma Aquadro racconta anche, e soprattutto, un quadro triste fatto di difficoltà relazionali, all’interno del quale vivono, in maniera differente, tutti i giovani protagonisti del film: Amanda, una ragazza profondamente insicura che poco crede nelle sue capacità; Alberto, che desidera costruire un vero rapporto con una ragazza, ma riesce unicamente a portare avanti una relazione internettaria, fatta di sexy-cam su Skype, con un’altra giovane solitaria, Nanà [l’Ilaria Giachi della web-serie Freaks!], che nasconde la sua tristezza sotto gli atteggiamenti sicuri e provocanti che, per soldi, assume davanti alla webcam; e, infine, Barbara [Gaia Igini], l’unica a non dimostrare dipendenza da internet, forse perché persa nel ricercare un rapporto reale con un coetaneo che sembra desiderarla solo fisicamente.
Si interroga anche sull’ossessione delle giovani generazioni per il video, sul loro voler dimostrare l’esistenza di qualcosa, il compiersi di un atto [ancor meglio se intimo e personale], attraverso delle video-riprese effettuate con webcam e cellulari. Un’ossessione che ha molto a che fare con la dilagante moda cinematografica della camera diegetica protagonista di tanti POV, che Aquadro per certi versi assimila e rielabora attraverso il continuo rimbalzo di inquadrature via Skype o videofonini, e che sfocia nel triste abbattimento della barriera che separa il pubblico e il privato.
È proprio quello che accade ad Amanda che, dopo aver concesso al suo innamorato la possibilità di riprendere il loro primo incontro sessuale con il cellulare, si ritrova, tradita e disperata, ad affrontare la fuga del video sul web.
Altra punto interessante di Aquadro è la totale assenza di un’ombra adulta, genitoriale e protettiva, che osservi le azioni confuse di questi giovani; se si eccettua l’ingresso rapido e non costruttivo di Amanda con un professore e la preside, del tutto inesistenti risultano i genitori di tutti i giovani coinvolti. Inesperti e lasciati a sé stessi, non ancora totalmente consci delle proprie azioni, ma obbligati a prendersi la responsabilità di compierle, per non abbandonarsi al nulla.
Aquadro è online, dal 15 marzo, su Cubovision.it, in versione free, e sarà proiettato in concorso il 9 aprile, all’interno del RIFF 2013, presso in Nuovo Cinema Aquila di Roma.
Luca Ruocco
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AQUADRO
Regia: Stefano Lodovichi
Con: Maria Vittoria Barrella, Lorenzo Colombi, Ilaria Giachi, Gaia Igini
Uscita in sala in Italia: /
Sceneggiatura: Davide Orsini, Stefano Lodovichi
Produzione: Mood Film, Rai Cinema
Distribuzione: Cubovision.it
Anno: 2013
Durata: 96′
Trailer: