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MOSAICO MEDIA made in USA

violenzasanfrancisco1Dal titolo si è portati a pensare che Violenza armata a San Francisco sia il classico film poliziesco d’azione ritmico e violento. Ma, purtroppo, non è così. Ground zero, titolo originale del film, diretto da James T. Flocker, è un poliziesco scritto e recitato male. La sceneggiatura è firmata da Samuel Newman [con all’attivo diverse sceneggiatura, tra cui Tarzan sul sentiero di guerra, 1951, o Caccia all’uomo nella jungla, 1951], che dopo l’ultimo Assalto dallo spazio, 1959, torna dopo quattordici anni a scrivere per il cinema. Non solo la sceneggiatura è poco chiara, ma a tratti risulta alquanto bizzarra.

In seguito all’arresto di Estaboga e Hidalgo, due mafiosi considerati molto pericolosi, il loro braccio destro, Giorgio Blasi, studia un modo per liberarli. Decide così di nascondere una bomba atomica in una delle torri del Golden Gate di San Francisco, in modo tale da ricattare la polizia e in primis il procuratore distrettuale Addison, deciso a fare giustizia, e iniziare un processo contro i due mafiosi per assassinio di primo grado, e accusare Blasi per estorsione. Intanto quest’ultimo, insieme ai suoi compagni, ricevuto dal dottor Jannister, uno scienziato nucleare, il timer per la bomba, si preparano per compiere la strage.

violenzasanfrancisco3Le autorità locali e i servizi segreti, però, per evitare una strage, per la quale si sentirebbero responsabili, sono disposti a trattare…

Il film, pur se di durata breve, si segue con estrema difficoltà perché è tutto fuorché ordinato, e non è un problema di montaggio, ma di carenza a livello narrativo. I protagonisti sono tutti accigliati e senza spessore. Ci si ridesta dall’apatia del film solo in due o tre momenti, che sono quelli in cui la violenza affiora [come la scena del dott. Jannister, che, catturato, rifiutandosi di parlare, viene sbattuto con la testa contro la superficie di una panca di legno, da cui vediamo affiorare il sangue], e che fa sperare in un cambiamento di rotta… ma è solo un’illusione.

crash1Semplice strutturalmente, come pure scontato, è Crash. L’idolo del male. Il film, come il precedente made in USA, si fa però seguire, merito anche del ritmo veloce. Stavolta, però, la protagonista è una giovane donna vittima di un marito burbero e geloso. Si, perché Crash racconta la storia di Kim [Sue Lyon], una giovane ragazza sposata con un uomo molto più grande di lei, Marc Denne, [José Ferrer], esperto di occultismo, ridotto sulla sedia a rotelle in seguito ad un incidente stradale provocato dalla moglie. È probabilmente questa la causa per la quale l’uomo detesta la donna, che, pensa, nonostante le sue condizioni fisiche, lo lascia spesso solo per andare in giro. E, in una delle sue uscite, per recarsi in un mercato all’aperto, Kim è attratta da un amuleto, di cui lo stesso venditore non conosce la provenienza, ma che crede sia un portafortuna.

Da questo momento, invece, un demone, Akada, sarà il “compagno di merende” di Kim, dopo essersi impossessato della sua macchina, con la quale uccide e semina il terrore. Tornata a casa, Kim viene rimproverata nuovamente dal marito per essere stata troppo tempo fuori casa, e lei, irritata, va via… non può sapere che Marc le ha infilato in macchina il loro cane, al quale ha dato l’ordine di nascondersi e aggredirla, e, così, Kim finisce fuoristrada mentre percorre la statale 61. La ritroviamo in ospedale, con il volto tumefatto, e, stretto nella mano, l’amuleto, che le permetterà di utilizzare i poteri extrasensoriali [elemento questo che Richard Franklin utilizzerà per il suo Patrick, 1978]. Terzo protagonista del film è il dottor Martin [John Ericson], chirurgo plastico che ricostruirà il volto di Kim, della quale è affascinato, e che cercherà, con l’aiuto di un’infermiera [Leslie Parrish], di scoprire cosa si nasconde dietro l’amuleto.

crash2Charles Band, qui nelle vesti di regista, ma affermatosi come produttore, prima della Empire Pictures e poi della Full Moon Entertainment, anticipa con questo film Christine. La macchina infernale di Carpenter, 1983, e lo stesso romanzo omonimo di Stephen King, da cui poi Carpenter trasse il film.

Band dirige un’opera in cui è tutto un susseguirsi di eventi che porteranno ad un finale movimentato. Divertenti sono diverse scene, come quella in cui alcuni conducenti, vedendo la macchina di Kim senza nessuno al volante muoversi in autostrada, si mostrano particolarmente sconvolti, o le scene in cui la macchina investe diverse volte le pattuglie della polizia che sta cercando di fermarla, o ancora la coppia di vecchietti in macchina che litiga. Non dimenticheremo mai gli occhi rossi strabuzzanti di Kim, così come la scena in cui la vediamo, mentre è in ospedale, comandare alla sedia a rotelle di ammazzare il cane, stritolandolo contro al muro. Peccato che l’audio, come per Violenza armata a San Francisco, abbia molti problemi, così come l’immagine, a volte sfocata. Ancora una volta, però, va dato merito a Mosaico Media di essere riuscita a rispolverare film che altrimenti sarebbero rimasti nel dimenticatoio.

Gilda Signoretti

VIOLENZA ARMATA A SAN FRANCISCO

Voto film

1 Teschi

Voto DVD

1disc copy

Regia: James T. Flocker

Con: Ron Casteel, Melvin Belli, Augie Treibach, Kim C. Friese, John Waugh

Durata: 80’

Audio: Dolby Digital

Formato: 16:9  1.78:1

Distribuzione: Mosaico Media [www.mosaico media.it]

Extra: /

CRASH – L’IDOLO DEL MALE

Voto film: 

2.5 Teschi

Voto DVD:

2disc copy

Regia: Charles Band

Con: Sue Lyon,  José Ferrer, John Ericson, Leslie Parrish

Durata: 72’

Audio: Dolby Digital

Formato: 4:3

Distribuzione: Mosaico Media [www.mosaico media.it]

Extra: /

 

 

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