Traendo ispirazione dalla piéce teatrale “Cuba and his Teddy bear” di Reinaldo Povod, il noto attore e figlio d’arte Alessandro Gassman esordisce dietro la macchina da presa con un’operazione particolare che affonda le sue radici in una sua passata regia teatrale, rielaborando, quindi, per il grande schermo, ciò che ha già vissuto sul palcoscenico.
Evitando coinvolgimenti in comiche popolari o in drammi politici, che ormai fanno parte del corpo stabile della nostra cinematografia, Gassman racconta una storia di vita vera, che vacilla tra il pulp e il sociale, sfoggiando un bianco e nero neo-realista, che ha fatto anche la fortuna di film europei come l’indimenticato L’odio di Mathieu Kassovitz, vero punto di riferimento di questo Razzabastarda.
La storia è quella del rumeno Roman [Gassman], un immigrato che vive in Italia da trent’anni e che ha trascorso la sua vita tra crimini e vita violenta.
Un’esistenza non facile la sua, ma nonostante tutto l’uomo riesce a tenere dalla larga dai guai suo figlio Nicu [Giovanni Anzaldo], un giovane fragile e delicato, che ama suo padre ma al tempo stesso è frenato dall’irruente carattere di quest’ultimo.
I due sono inseparabili, ma una vita così al degrado non può che portarli verso una via senza pace.
Curiosa e coraggiosa operazione, Razzabastarda è uno spaccato sociale portato su schermo con fare teatrale, dove a regnare è la caratterizzazione dei suoi protagonisti piuttosto che la storia in sé.
La trama che accompagna Roman riecheggia stilisticamente quello che un film come quello di Kassovitz su citato aveva detto più che bene nel 1995, ma lo riporta in contesti italiani, parlando della situazione romena nel nostro paese.
Sta di fatto, però, che questa drammaticità è penalizzata dalla caratterizzazione dei suoi protagonisti, Gassman in primis, a volte troppo sopra le righe, al punto da sembrare delle macchiette.
Sarà forse lo scotto per aver fatto interpretare un romeno ad un italiano [e Gassman non è un ultimo della classe in materia di recitazione, anzi], ma Razzabastarda casca nel difetto di sembrare una farsa, il più delle volte, senza ben capire se la cosa sia volontaria o no [e molto probabilmente non lo è].
Peccato perché quest’opera prima merita attenzione, ma così com’è risulta meno incisiva di quello che poteva essere.
Come altri interpreti troviamo volti poco noti come il giovane Anzaldo o l’esilarante Manrico Gammarota [lo zio Geco], più la partecipazione speciale di Nadia Rinaldi e Michele Placido, e la presenza conturbante della bella Madalina Ghenea.
Al progetto loro hanno creduto da subito, forse sulla carta [o sui palchi] la cosa è sembrata migliore di quello che è arrivata ad essere sui grandi schermi.
Mirko Lomuscio
–
RAZZABASTARDA
Regia: Alessandro Gassman
Con: Alessandro Gassman, Giovanni Anzaldo, Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi
Uscita in sala in Italia: giovedì 18 aprile 2013
Sceneggiatura: Alessandro Gassman, Vittorio Moroni
Produzione: Chucchini Srl, Rai Cinema
Distribuzione: Moviemax
Anno: 2013
Durata: 106’