“È mattina. Dubito ancora” è la frase che l’unico personaggio di Non ci indurre in tentazione, di N. Santi Amantini, annota su un quaderno.
Sono le nove del mattino, e dopo aver giocato alla playstation, il ragazzo pensa bene di guardare un film, e sceglie Ecce Bombo, di Nanni Moretti. Quel “dubito ancora” fa riferimento ad una sua crisi spirituale, ma soprattutto religiosa, lui che, per superare la morte del padre, è arrivato ad entrare in seminario.
Poi la crisi di identità nata con la consapevolezza di essere vittima di un intruso, “il gemello cattivo” che lo spia e che lo giudica da dentro agli specchi che il ragazzo tiene coperti, evitando così di vedere riflessa l’immagine dell’altro, di incontrarlo e scontarsi con lui.
Non ci indurre in tentazione, scritto da N. Santi Amantini con Lorenzo Berti, che è anche il protagonista, di cui sono produttori esecutivi Lorenzo Lombardi [In the market] e Eleonora Stagi, è un lungo della durata di 77 minuti, in bianco e nero, girato in un unico ambiente.
L’idea di fondo, ovvero la descrizione di una crisi spirituale da parte di un ex seminarista, potrebbe anche essere interessante, se la storia fosse stata costruita diversamente, perché a mancare qui è proprio la vitalità di una sceneggiatura che non riesce ad essere introspettiva come forse vorrebbe, ma si incespica invece intorno ad una serie di situazioni-non situazioni monocorde e ripetitive, che finiscono per ammorbare lo spettatore: come il gioco coprire/scoprire lo specchio, le abitudini del protagonista, i dispetti del suo alter ego, il gemello.
Importante è la descrizione del rapporto del protagonista con sua madre, o meglio, con il suo ritratto, ma al di là della considerazione che questo rapporto morboso e malato sia già stato ampiamente sfruttato, qui l’elemento che avrebbe dovuto aggiungere un che di profondamente malsano e crudele al tutto, non riesce a smuovere l’astina del livello di noia sprofondata sotto il livello di guardia, svelandoci l’ennesimo complesso di Edipo gestito con impassibilità, ed esplodendo in una scena inconcludente in cui il protagonista mima un rapporto sessuale con il ritratto della genitrice, amplificazione di cattivo gusto di un concetto già arrivato.
Lo spirito filmico di Non ci indurre in tentazione si muove molto lentamente tra le quattro mura, tra il regista ingabbiato sembra indagare, in cerca di una prova che spieghi le cause di tanta crisi spirituale.
Il film non ha carisma, anche perché nulla del suo protagonista ci viene concesso di sapere, nemmeno cose che avrebbero potuto creare un ponte comunicativo più stretto con lo spettatore, al di là del già affrontato rapporto materno.
Gilda Signoretti, Luca Ruocco
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NON CI INDURRE IN TENTAZIONE
Regia: N. Santi Amantini
Con: Lorenzo Berti
Sceneggiatura: N. Santi Amantini, Lorenzo Berti
Produzione: La Marina Pictures
Distribuzione: Whiterose Pictures
Anno: 2012
Durata: 77’
Trailer: