Chi poteva mai immaginare che anche lo Zecchino d’oro avesse scartato, nella sua lunga vita, i bambini prodigio che poi sarebbero divenuti cantanti, peraltro famosi? Un nome? Giovanni Lindo Ferretti, che non poté, in quell’occasione, neanche esibirsi, a causa, diciamo così, delle intemperanze di una suora, direttrice del collegio dove egli studiava, che aveva deciso di fargli cantare un’Ave Maria, canzone davvero troppo fuori contesto per un incontentabile Mago Zurlì.
È a Giovanni Lindo Ferretti che Germano Maccioni [Lo Stato di Eccezione. Processo per Monte Sole 62 anni dopo, 2008] dedica la sua ultima fatica cinematografica, dopo l’ultimo documentario I giorni scontati, 2012, e lo fa attraverso un documentario particolarissimo che sta ricevendo, e meritatamente, molte attenzioni e riscontri positivi.
Il Nuovo Cinema Aquila, dopo un’avvincente risposta di pubblico, ha prorogato la programmazione [qui] di Fedele alla linea, fino a mercoledì 5 giugno.
Fedele alla linea, nome preso in prestito proprio del gruppo CCCP Fedeli alla linea, dei quali il cantante e fondatore, è molto più di un documentario. E’ un viaggio appassionante e intimista all’interno di una vita, quella di Giovanni Lindo Ferretti, assolutamente unica e intensa.
Giovanni Lindo Ferretti, inutile sottolinearlo, leader dei CCCP e successivamente dei CSI, è certamente il più grande rappresentante del punk italiano, pensatore, poeta e filosofo di indubbia intelligenza, ma anche abile provocatore che mai ha stretto patti con la banalità, riflessivo e sensibile.
Germano Maccioni da vita ad un documentario perfettamente dinamico, merito anche di un astuto montaggio [di Maccioni con Walter Cavatoi] nel quale si incastrano pezzi di una vita passata [mediante immagini d’archivio] e presente di Ferretti, ripreso nella sua casa emiliana di Cerreto Alpi, un paesino dell’Appennino, mentre si apre a Maccioni dimostrando un particolare senso dell’umorismo, e, come sempre, una dialettica tutta particolare.
È la voce forte e ben scandita di Ferretti a fare da interprete a questo documentario di inconfutabile importanza, traduzione del suo pensiero e espressione di un’anima profonda e oltremodo complessa.
Fedele alla linea è una manifestazione del pensiero nella sua purezza e nella sua complessità, è il racconto di una evoluzione e di alcuni cambiamenti di rotta nella vita di Ferretti, e non solo a livello artistico, ma anche personale, come il viaggio in Mongolia, o lo stesso rapporto con sua madre, delusa dal percorso di vita del figlio e in passato incapace di comprendere, ma, nonostante le divergenze, sempre rispettosa del suo pensare e intelligentemente autocritica nel suo ruolo di madre.
Fedele alla linea è un invito a trovare la nostra primitività attraverso l’esempio di ritorno alla purezza, intesa come ricerca dell’essenziale, di Ferretti, che non ha mai perso il suo legame con la terra e l’allevamento di cavalli, la sua nuova occupazione. E sono proprio i cavalli i protagonisti di un suo ambizioso progetto, Saga. Il Canto dei Canti, spettacolo teatrale equestre che ha lo scopo di portare lo spettatore a comprendere il rapporto millenario tra uomini, cavalli e montagne.
Maccioni, attraverso l’immagine, scruta i cavalli come per indagare l’anima, li scruta e li mette in relazione con l’uomo. Bella è la fotografia di Marcello Dapporto, tutta tesa a risaltare i meravigliosi paesaggi emiliani, e a giocare con i contrasti luce-ombra, mentre le musiche in sottofondo sono quelle dei CCCP, CSI, e Lorenzo Esposito Fornasari.
Gilda Signoretti
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FEDELE ALLA LINEA
Regia: Germano Maccioni
Con: Giovanni Lindo Ferretti
Uscita in sala in Italia: venerdì 10 maggio 2013
Sceneggiatura: Germano Maccioni
Produzione: Articolture in associazione con Apapaja
Distribuzione: Cineteca di Bologna in collaborazione con Articolture e Apapaja
Anno: 2013
Durata: 74’