Il regista inglese Danny Boyle torna in sala dopo 127 ore [2010] con In trance, film-indagine sui differenti livelli dell’animo umano, autopsia psicologica a sfondo noir che unisce una banda di criminali freddi e senza scrupoli al mondo più borghese e manieristico di un’ipnoterapeuta.
Il film, costruito a scatole cinesi, punta tutto su una serie di ascensori neurali che collegano di continuo differenti livelli di ricordo, immaginazioni, pensieri.
Memorie reali o falsate da inserti archetipici, propri sia dell’universo interiore che di quello dell’arte pittorica, con cui è mescolato.
Boyle affida l’incipit al personaggio di Simon [James McAvoy], assistente di una casa d’aste, location in cui conduce lo spettatore, immergendolo in mezzo ad una serie di pezzi d’arte dal valore milionario, mentre computa un puntiglioso resoconto delle tecniche anti-furto messe in atto da lui e dagli altri impiegati per mettere in salvo le opere di maggior valore in caso di rapina.
Lo spiegone iniziale è un chiaro allarme premonitore: durante un’asta, infatti, una squadra di rapinatori, guidati da Frank [Vincent Cassel], irrompe in sala e, contemporaneamente, nel locale di messa in sicurezza delle opere, per appropriarsi di un quadro commercialmente molto appetibile: lo Streghe nell’aria di Goya.
Simon fa parte della banda, è la talpa, ma qualcosa va storto e, nonostante una pianificazione perfetta, l’uomo consegna a Frank solo la cornice del quadro, nascondendo la tela per poi dimenticarsi il resto, dopo un trauma dovuto ad un colpo alla testa.
Dopo aver messo in atto un’opera di convincimento molto diretta, a Frank e compari non rimane che affidarsi ai metodi della dottoressa Elizabeth [Rosario Dawson], a suo dire capace di riportare a galla il ricordo milionario.
Ma In trance è un salto nel buio per tutti, ipnotista compresa, e le sabbie mobili dell’animo, rimescolate da Boyle non risparmiano nessuno, avviluppando nel loro liquido umorale protagonisti e spettatori, rimbalzati con sapienza tra le pieghe della trama thrilling, rimestata da scene a tinte forti e altre sessualmente molto disinibite.
La miscela funziona e l’attenzione di chi guarda rimane vigile, in attesa della ricostruzione del ricordo perfetto; ma quel che si può rimproverare al giostraio è di aver costruito un meccanismo assai auto-compiaciuto, che gira, spesso, in modo freddo e automatico, rischiando di far ricordare il film [e non lo meriterebbe davvero] per la mattata onirica di un Cassel con il volto frantumato da un colpo di fucile che, però, continua a parlare e a muoversi, o per il giunonico full frontal della Dawson, generosa venere in gabbia, nel malato rapporto medico-paziente-commissionario.
Luca Ruocco
–
IN TRANCE
Regia: Danny Boyle
Con: James McAvoy, Rosario Dawson, Vincent Cassel
Uscita in sala in Italia: giovedì 29 agosto 2013
Sceneggiatura: John Hodge, Joe Ahearne
Produzione: Pathé, Cloud Eight Films, Film4
Distribuzione: 20th Century Fox
Anno: 2013
Durata: 95’