Il poliziesco, e meglio ancora il poliziottesco, è purtroppo un Genere che in Italia [se escludiamo il ripiego televisivo di miserevoli fiction tv] può dichiararsi estinto. Al più se ne ricordano con nostalgia i titoli meglio riusciti, che tanto hanno avuto fortuna negli anni ’70. Pensiamo ai film diretti da Umberto Lenzi [Milano odia: la polizia non può sparare; Napoli violenta], di Enzo G. Castellari [La polizia incrimina, la legge assolve; Il braccio violento della legge], o di Sergio Martino [Milano trema: la polizia vuole giustizia; La polizia accusa: il servizio segreto uccide], che hanno reso celebri attori del calibro di Tomas Millian, Luc Merenda, Maurizio Merli.
RaroVideo, memore proprio del valore cinematografico che questo Genere riveste ancora oggi, e dell’affezione ad esso mostrata dal pubblico, propone due uscite home video degne di nota: Liberi armati pericolosi di Romolo Guerrieri e Il poliziotto è marcio di Fernando Di Leo. Si tratta di due film esclusivi ma che in parte son caduti nel dimenticatoio, e che RaroVideo valorizza con due DVD di tutto rispetto, impreziositi da un booklet esclusivo e, come sempre, dalle belle interviste di Nocturno Cinema realizzate da Manlio Gomarasca.
Nel caso di Liberi armati pericolosi, 1976, è proprio Guerrieri a raccontarsi, parlando dei suoi inizi cinematografici, quando si firmava Rod Gelbert, in favore dalla forte ondata americana che aveva così tanto influenzato i nostri usi e costumi. Altre e interessanti curiosità sono raccontate dal regista, come, ad esempio, gli attacchi della critica a Liberi armati pericolosi, in contrasto con la forte risposta del pubblico, grazie al quale il film incassò molto.
Il film, scritto da Ferdinando Di Leo con Nico Ducci [tra gli sceneggiatori di Keoma di Castellari], inizia con la dichiarazione spontanea in commissariato di Lea [Eleonora Giorgi], che, per salvare il suo fidanzato Luigi, detto Luis [Max Delys], entrato in una giovane banda criminale con altri due coetanei, Mario, detto Il biondo [Stefano Patrizi] e Giovanni Truschi, detto Joe [Benjamin Lev], che agiscono nell’interland milanese compiendo rapine e furti.
Il commissario [Tomas Milian] ascolta la ragazza con attenzione e controlla ogni sua telefonata. I tre ragazzi, spavaldi e affatto spaventati, continuano a spargere il terrore in città senza tregua, riuscendo a seminare la polizia. Inoltre, i tre sono in affari con Lucis [Diego Abatantuono, al suo debutto cinematografico], che li rifornisce di armi.
Lea, inoltre, poiché considerata ormai un pericolo, viene portata con la forza dai tre in auto, e assiste agli inseguimenti della polizia e a diversi assassinii.
Liberi armati pericolosi è un bel film, ben scritto e pieno di azione. Molti, infatti, sono gli inseguimenti e le scene nelle quali la giovane banda si trova coinvolta. Il film, più che descrivere le fasi delle indagini della polizia, o comunque mostrare l’odio tra le due fazioni, è più incentrato sulla componente psicologica dei tre ragazza, di Lea e del commissario. Ciascuno di loro è come indagato nell’intimo, e ognuno mostra le proprie debolezze: Luis è il debole per eccellenza, insicuro e diviso tra l’amore per Lea e lo spirito di gruppo; il biondo, che è il capo dei tre, il più cattivo, ma anche il più solo; Joe, invece, usa l’arma dell’allegria per velare le sue paure; Lea è determinata, e rappresenta l’immagine della brava ragazza. E poi c’è lui, il personaggio migliore, il commissario, che uscirà però sconfitto, l’unico veramente saggio, severo ma frustrato dal lavoro e dagli insuccessi lavorativi. Come non ricordare la strigliata fatta a uno dei genitori dei ragazza da lui chiamati in commissariato, al quale dice: “Se suo figlio è un mostro lo deve a lei. Peccato che non ci sia una legge che punisce i genitori come lei”.
Liberi armati pericolosi è un noir attrattivo, semplice, colorato da una colonna sonora armoniosa di Gianfranco Plenizio e Enrico Pierannunzi, ironico e cruento insieme [pensiamo alla scena in cui Joe viene sbranato da un cane poliziotto, o alle bastonate che la banda dà a una coppia, padre e figlio, in campeggio].
Si distinguono per la recitazione Giorgi e Milian, meno buona è invece la prestazione di Lev, Delys e Patrizi [protagonista di Follia omicida di Riccardo Freda, del quale vi abbiamo parlato qui].
Di Fernando Di Leo [Milano calibro 9, Vacanze per un massacro (Madness), La mala ordina, Il boss] è Il poliziotto è marcio, del quale è protagonista Luc Merenda, nel ruolo del commissario Domenico Malacarne, sul cui sono puntati gli occhi della stampa in seguito ad una operazione di polizia che ha portato sulle tracce di una banda di trafficanti.
Suo padre, il maresciallo Malacarne [Salvo Randone], è orgoglioso di questo figlio che ha cresciuto all’ombra del senso della legalità e della giustizia, ma non sa, invece, che proprio quel ragazzo di cui va fiero è corrotto, e che, in cambio di denaro, protegge uomini pericolosi come Pascal [Raymond Pellegrin] o Mazzanti [Richard Conte]. Quando lo scoprirà, il maresciallo entrerà in uno stato di disperazione latente, ma per amore di suo figlio sarà costretto, per la prima volta nella sua vita, a consegnare, prima di dimettersi, l’esposto protocollato presentato in caserma dal cavaliere di origini napoletane Serafino Esposito [Vittorio Caprioli], che fa riferimento ad uno strano episodio avvenuto alcune notti prima, e che compromette proprio un poliziotto.
Il poliziotto è marcio è un poliziesco dai forti toni melodrammatici, che trovano la massima espressione proprio nel rapporto padre-figlio tra il commissario e il maresciallo, a volte esasperanti, ma, a parte questa nota dolente, il film si carica di una violenza a volte estrema [il gatto chiuso in un sacchetto di plastica, ad esempio], e si caratterizza per un certo pessimismo che sfocia nel finale.
Nel cast anche Delia Boccardo, attrice di talento che nella sua carriera ha recitato spesso nei polizieschi [La polizia incrimina, la legge assolve; La polizia accusa: il servizio segreto uccide] qui nel ruolo della sensuale Sandra, compagna del commissario Malacarne.
La sceneggiatura è dello stesso Di Leo, attento, anche in questo caso, a dare spessore ai personaggi principali e secondari, come nel caso del travestito Gian Maria [Gino Milli, nome d’arte di Luigi Miglietta], o del simpatico cavaliere Esposito, o della giornalista [Monica Monet], o ancora della coppia di portoghesi.
Tra gli extra, oltre al trailer inglese e italiano, l’intervista a Di Leo, che mostra un carattere fumantino, e che ci racconta i pesanti attacchi della critica nei confronti dei suoi film, come in Gli eroi di ieri, oggi e domani, 1963, relativamente all’episodio Un posto in Paradiso, in cui si denunciava il pagamento delle indulgenze da parte del Vaticano, o Brucia ragazzo, brucia, nel quale si parlava, per la prima volta senza tabù, di orgasmo femminile.
Si procede con un secondo video extra: La seconda mano, che vede l’intervento dell’aiuto regista di Di Leo, Franco Lo Cascio, poi Luc Merenda [che con Di Leo girerà La città sconvolta: caccia spietata ai rapitori e Gli amici di Nick Hezard], del montatore Amedeo Giomini, e di altri componenti del cast tecnico del film, che parlano della loro esperienza lavorativa e del rapporto di amicizia con Di Leo.
Gilda Signoretti
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LIBERI ARMATI PERICOLOSI
Voto film
Voto DVD:
Regia: Romolo Guerrieri
Con: Tomas Milian, Eleonora Giorgi, Stefano Patrizi, Max Delys, Benjamin Lev
Durata: 96′
Audio: Italiano Mono
Formato: 4:3 1.85:1
Distribuzione: RaroVideo [www.rarovideo.com]
Extra: Ragazzi fuori; Biografia e filmografia del regista
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IL POLIZIOTTO É MARCIO
Voto film
Voto DVD
Regia: Fernando Di Leo
Con: Luc Merenda, Salvo Randone, Raymond Pellegrin, Richard Conte, Vittorio Caprioli
Durata: 91′
Audio: Italiano e Inglese Mono
Formato: 1.85:1
Distribuzione: RaroVideo [www.rarovideo.com]
Extra: Il padrone del gioco – documentario su Ferdinando Di Leo; La seconda mano del gioco- documentario sul film con interviste ai protagonisti; Trailer originale italiano e inglese